ravioli di caprino con cavolo nero croccante su crema di ceci

 

Questi ravioli di caprino con cavolo nero croccante su crema di ceci nascono dalla ricetta dei ravioli di formaggio di capra di Ottolenghi, lo straordinario chef israeliano che ha reinventato il gusto degli inglesi grazie ad un uso estremamente innovativo di verdure, legumi e cereali. Con il suo libro Plenty  è stato amore a prima vista (per modo di dire) da quando l’ho sfogliato dapprima distrattamente e poi sempre con maggiore attenzione in una stupenda libreria francese. Tornata a casa l’ho subito acquistato ed è seguito l’acquisto di tutti gli altri libri da lui pubblicati, lo splendido Jerusalem, Plenty more ed ultimamente Sweet, degno coronamento della sua produzione, del quale ho già provato le Lemon and semolina cakes, dolcetti di semola e farina di mandorle a dir poco eccezionali e già diventati un must in casa nostra. Non mi permetterei mai di stravolgere o modificare una sua ricetta e del resto questi ravioli sono perfetti così come li ha immaginati lui, ma ho pensato che avrei potuto almeno variarne il condimento pur senza trasformarli in qualcosa di completamente diverso. Così ho immaginato come loro base una sorta di hummus senza aglio e a guarnizione delle foglie del toscanissimo cavolo nero che però ho deciso di friggere per creare un contrasto croccante alla cremosità dell’hummus. Il risultato a noi è piaciuto tantissimo e se mangiati come piatto unico, magari accompagnati da un’insalata, non sono neppure una cosa folle dal punto di vista nutrizionale, nemmeno in un regime del mangiar sano come quello che adotto ultimamente. Provare per credere ?

Print Recipe
Ravioli di caprino con cavolo nero fritto su crema di ceci
Tempo di cottura 15 minuti
Tempo Passivo 30 minuti
Porzioni
porzioni
Ingredienti
Sfoglia:
Ripieno:
Per l'olio aromatizzato al peperoncino:
Altri ingredienti:
Tempo di cottura 15 minuti
Tempo Passivo 30 minuti
Porzioni
porzioni
Ingredienti
Sfoglia:
Ripieno:
Per l'olio aromatizzato al peperoncino:
Altri ingredienti:
Istruzioni
Olio aromatizzato al peperoncino:
  1. In una teglia d'acciaio versate l'olio extra vergine d'oliva, i peperoncini (se desiderate un sapore più piccante tagliateli a pezzettini altrimenti lasciateli interi) e lo spicchio d'aglio diviso in due.
  2. Mettete in forno preriscaldato a 50° per un'oretta (io in abbattitore con cottura a bassa temperatura) quindi fate freddare e trasferite in una bottiglina di vetro.
Sfoglia:
  1. Sbattete brevemente le uova con l'olio.
  2. Mettete nella vasca della planetaria la farina, la scorza di limone grattugiata e le uova sbattute con l’olio.
  3. Lavorate con la foglia finché non otterrete un impasto liscio e compatto. Non deve essere troppo cedevole a questo punto della lavorazione.
  4. Dividetelo in 4 parti, proteggete con pellicola trasparente e fate riposare per almeno 30 minuti (potete conservarlo in frigo per un massimo di 2 giorni)
  5. Spolverizzate bene la spianatoia con la farina. Stendete un pezzo d'impasto prima col matterello e poi usando la sfogliatrice (oppure continuando con il matterello) riducendo progressivamente lo spessore del rullo fino ad arrivare allo spessore N° 6.
  6. Quando tutte le sfoglie saranno tirate, copritele con un canovaccio umido per non farle seccare.
Ripieno:
  1. In una ciotola schiacciate bene con una forchetta il caprino insaporendolo con sale, pepe e peperoncino.
  2. Con una rotella dentata tagliate la pasta ricavando dei quadrati di 7 cm per lato oppure utilizzando un bicchiere tagliate dei cerchi di circa 7 cm.
  3. Mettete al centro dei quadrati un cucchiaino di ripieno e poi copriteli con un altro quadrato.
  4. Sigillateli bene ai bordi premendo ed eventualmente inumidendovi un poco le dita se la pasta si fosse un poco seccata.
  5. Mano a mano che saranno pronti disponeteli sopra ad un vassoio spolverizzato di semola.
Crema di ceci:
  1. Frullate i ceci con un poco della loro acqua di cottura, un cucchiaio di olio e un cucchiaino di succo di limone aggiustando di sale e di pepe a vostro gusto.
  2. Nel frattempo mettete a bollire una pentola capiente colma di acqua salata con un cucchiaino d'olio in modo da averla pronta per la cottura dei ravioli.
Per il cavolo nero croccante:
  1. Riempite una casseruola piccola con l’olio d’oliva e portate a 160°
  2. Immergetevi le foglie di cavolo nero e friggetele per 30 sec./1 minuto al massimo girandole spesso.
  3. Scolatele ed asciugatele con carta assorbente facendolo con delicatezza perché da fritte saranno molto fragili.
Finitura del piatto:
  1. Cuocete i ravioli per 2/3 minuti quindi scolateli bene.
  2. Sporcate i piatti con la crema di ceci ed un giro d'olio aromatizzato, adagiatevi i ravioli, condite nuovamente con un poco di olio al peperoncino, mettete sopra ai ravioli qualche foglia di cavolo nero croccante e finite con pepe bianco macinato sul momento.
Condividi questa Ricetta
 

 

ravioli di caprino con cavolo nero croccante su crema di ceci

3 comments
0 FacebookTwitterGoogle +Pinterest

Super nutty salad con quinoa e fagioli zolfini

Liberamente ispirata ad una eccezionale insalata mangiata da Marks and Spencer, piena zeppa di ingredienti sani ma golosa come poche, questa Super nutty salad con quinoa e fagioli zolfini è anche l’apoteosi del gusto (per un vegetariano ovviamente. Se cercate il gusto della porchetta siete nel blog sbagliato). Quando abitavo a Londra non andavo quasi mai da Marks and Spencer perchè è uno store molto costoso ed anche il suo cibo lo è. Nelle occasioni speciali però qualcosa mi compravo sempre ed era un piacere passeggiare con calma nei suoi corridoi profumati di spezie per godersi fino in fondo la scelta, così come un bambino indugia a lungo davanti alle vetrine scintillanti della pasticceria prima di riuscire a scegliere quale dolciume comprare e riflettendoci, quella è la parte più bella. Ricordo bene che dividevo equamente le mie scelte: una volta la corsia del cibo italiano e la volta dopo quella dell’indiano. La corsia italiana perché ai tempi certe cose erano difficili da replicare a casa a causa dell’irreperibilità degli ingredienti e l’indiana perché avevo scoperto da poco quella straordinaria cucina e come con il primo amore, non ne ero mai stanca. Dopo aver dovuto lasciare Londra, ogni qual volta mi è capitato di ritornarci, una puntata da Mark’s and Spencer ce l’ho sempre fatta, stupendomi ancora oggi di quanto attenti e fantasiosi siano nella scelta dei piatti pronti e soprattutto di quanto siano attenti alla qualità. Le insalate che propongono sono tante e molte di queste permettono, con una sola portata, di coprire il fabbisogno nutrizionale del pasto e questo ho voluto replicare; ho preparato ed assemblato i vari ingredienti e poi una parte la abbatterò a -18 in contenitori mono-porzione insieme al condimento che metterò in stampi di silicone in modo da poter tirare fuori al bisogno una porzione dell’insalata insieme ad una cialda di condimento nei momenti nei quali non c’è molto tempo per cucinare,  evitando così di afferrare il primo formaggio a caso dal frigo provocando ulteriori danni al mio colesterolo. Per qualche altra idea su come cucinare la quinoa light potete dare un’occhiata qui, mentre per una versione etnica e più particolare questo è quello che fa per voi.

Print Recipe
Super nutty salad con quinoa e fagioli zolfini
Porzioni
Porzioni
Ingredienti
Cereali:
Dressing alla soia e al ginger:
Porzioni
Porzioni
Ingredienti
Cereali:
Dressing alla soia e al ginger:
Istruzioni
  1. Sciacquate bene la quinoa, quindi mettetela in una casseruola media contenente lo stesso peso di acqua fredda e cuocetela per circa 20 minuti dal bollore. Sciacquate il farro, mettetelo in una casseruola con abbondante acqua fredda salata e cuocete 1 ora dal bollore se integrale, altrimenti 30 minuti saranno sufficienti. Cuocete in abbondante acqua fredda i fagioli zolfini, aggiungendo il sale solo quando saranno quasi a cottura. Io non li ammollo e aspetto con calma che si cuociano con i loro tempi, ma se avete problemi particolari potete ammollarli la sera prima e abbrevierete la cottura. Cuocete in acqua salata appena appena anche i pisellini. Io li avevo abbattuti quando era stagione ma quelli del supermercato andranno benissimo. I broccoli io li ho cotti al vapore insieme ai fagiolini per perdere meno vitamine ma se andate di fretta potete lessare anche questi.
  2. Mentre gli ingredienti principali cuociono, preparate il condimento. Mettete tutti gli ingredienti del dressing in un mixer e frullate finché liquidi. Passo finale: In una ciotola mescolate bene le verdure, i cereali, i semi, i legumi e la frutta secca e quindi servite la nutty salad in ciotole individuali versandovi sopra un pò di dressing e guarnendo con prezzemolo tritato. Ovviamente un pò di condimento avanzerà ma se lo metterete in una bottiglina chiusa con un tappo e lo conserverete in frigo, vi servirà egregiamente per marinare il pollo e il maiale oppure per condire le verdure o le insalate.
  3. Le dosi sono per due porzioni intese come piatto unico essendo la nutty salad a tutti gli effetti un pasto completo. Se invece volete prepararla come accompagnamento diminuite le quantità in proporzione.
Condividi questa Ricetta
 

Super nutty salad con quinoa e fagioli zolfini

7 comments
0 FacebookTwitterGoogle +Pinterest

 

Wild mushroom and chestnut soup

 

Durante la mia settimana in Scozia mi è tornata alla mente una cosa che avevo dimenticato del periodo in cui abitavo a Londra e cioè la straordinaria diffusione delle zuppe. Anche noi in Toscana le usiamo molto ma il nostro uso è diverso da quello anglosassone, infatti le serviamo prevalentemente a cena e vi sfido a trovarmi un qualsiasi posto veloce dove pranzare nel cui menù siano contemplate le zuppe. Nel Regno Unito invece, ovunque tu vada, dal fast-food, al pub, nei ristoranti, trovi questi neri ed enormi calderoni di zuppa e la gente se le beve anche a metà  mattino, direttamente nei bicchieri come quelli della Coca Cola e per questo motivo di solito sono zuppe passate al blender. Tutti i giorni ne fanno una diversa e non è mai qualcosa di estremamente sofisticato: più semplicemente rappresenta qualcosa di caldo, che si consuma velocemente, anche take-away come dicevo, il perfetto antidoto ai cambi di stagione, quando l’umidità  sembra penetrarti nelle ossa e se alzi gli occhi, il cielo è sempre grigio di pioggia. Durante la mia vacanza la zuppa l’ho presa sia a pranzo che a cena e solo una volta ho avuto la sfortuna di beccarne una con la carne. Del resto anche in Scozia ora c’è una grande attenzione all’alimentazione vegetariana infatti dovunque sono stata, anche nei paesini più minuscoli, ho sempre trovato possibilità  di mangiare e tra l’altro anche molto molto bene. Riproporrò quindi regolarmente zuppe perchè trovo che sia un ottimo inizio pasto, un modo veloce per mangiare le verdure quando si ha poco tempo, una coccola per lo stomaco e al tempo stesso un trucchetto niente male per ingannarlo e mangiare meno, perchè è scientificamente provato che le zuppe mantengono sazi più a lungo rispetto al mangiare gli stessi ingredienti che le compongono mangiati separatamente; poi, voglio dire, se viene mangiata da 20.000 anni un motivo ci sarà .. Oltretutto le variazioni sono praticamente infinite, sono economiche (ho praticamente vissuto a zuppe per un anno intero, a Londra), si preparano in un attimo, sono estremamente versatili perchè a seconda degli ingredienti possono rappresentare una portata rustica ma anche un’entrée raffinata, permettono di smaltire gli avanzi di frigorifero, si possono congelare o abbattere e tirarle fuori quando non c’è tempo per cucinare le verdure e se abbinate a legumi e cereali diventano un ottimo piatto unico. Il primo giorno, appena arrivati a Glasgow, metà pomeriggio, di corsa ed anche leggermente affamati perchè avevamo saltato il pranzo, ci siamo infilati in una specie di cafè che serviva sandwiches e insalate, EAT. Mentre consorte e adolescente si buttavano su di una specie di taco pieno di grassi saturi, io mi sono presa la zuppa del giorno che era castagne e funghi. Dopo aver chiesto che non contenesse ingredienti nascosti tipo bacon o prosciutto (cosa che noi facciamo in Toscana), me ne sono fatta dare una bella tazza ed è stata una folgorazione. Evidentemente tutto questo si è letto chiaramente sul mio viso perchè a turno, consorte ed adolescente hanno appoggiato sul tavolo i rispettivi tacos ed hanno voluto assaggiare la mia straordinaria, profumata, deliziosa zuppa e alla fine dei loro assaggi non ne era rimasta molta. La soddisfazione più grande è stato sentir dire loro, che sono stati capaci di mangiare gli higgis a colazione, che la zuppa era meglio dei loro panini trasudanti grasso e questo a dimostrazione che i piatti vegetariani possono essere estremamente golosi e che non sempre è necessario qualche grasso di tipo animale per rendere buono un piatto. Per ora l’effetto Scozia prosegue e l’adolescente continua ad accettare zuppe a cena (il consorte no) ed io ringrazio finchè dura. Ho voluto però provare a replicare la famigerata zuppa di funghi e castagne assaggiata a Glasgow anche non disponendo della ricetta. Ho scoperto che anche in una certa parte di Toscana si usa cucinare una zuppa con gli stessi ingredienti ma nonostante gli ingredienti siano più o meno gli stessi, il risultato è completamente diverso; il mio tentativo di replica è stato comunque all’altezza delle aspettative anche se il fascino del viaggio o piuttosto il suo ricordo, rende la mushroom and chestnut soup di Glasgow assolutamente inavvicinabile.

Wild mushroom and chestnut soup

 

Print Recipe
Wild mushroom and chestnut soup
Tempo di preparazione 20 minuti
Tempo di cottura 40 minuti
Porzioni
porzioni
Tempo di preparazione 20 minuti
Tempo di cottura 40 minuti
Porzioni
porzioni
Istruzioni
  1. Tagliate a fettine sottili la cipolla e a pezzettini il sedano. Mettete le verdure in una casseruola. Aggiungete il brodo vegetale e portate a bollore. Coprite e fate cuocere per 20 minuti. Nel frattempo pulite i funghi se possibile senza lavarli ma utilizzando uno spazzolino e scottex bagnato quindi tagliateli a fettine abbastanza sottili. in una padella media riscaldate l'olio e soffriggetevi i funghi a fuoco vivace. Tagliate a pezzetti non troppo piccoli le castagne. Appena i funghi incominceranno a scurirsi aggiungete le castagne e fate saltare qualche altro minuto, sfumate con lo sherry quindi mettetene 4 cucchiai da parte da utilizzare più tardi come guarnizione. Trasferite castagne e funghi nella casseruola contenente il brodo e le verdure e cuocete con coperchio per 15 minuti. Nel frattempo in una tazza preparate il mascarpone sbattuto con il miele e tritate grossolanamente qualche foglia di prezzemolo lavato ed asciugato bene. Frullate la crema di funghi con il minipimer e trasferitela in tazze da latte. Decorate con un cucchiaino di mascarpone al miele e un cucchiaio di funghi e castagne. Spolverizzare di prezzemolo e pepe bianco macinato sul momento. Servite bollente.
Condividi questa Ricetta
 

 

 

Wild mushroom and chestnut soup

 

Wild mushroom and chestnut soup

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6 comments
0 FacebookTwitterGoogle +Pinterest

Un nuovo inizio

by burroemalla

 

 

In questa lunga estate ho approfittato dei problemi di connessione per riflettere su una cosa che già da un pò mi assillava. Quando una persona entra su un blog, a meno che non sia diversamente specificato, si aspetta di trovare ricette di tutti i tipi. Se quella stessa persona viene su Burro e Malla e si mette a cercare con il tag “Carne”, troverà 2, dico 2 ricette di numero e non è che sotto il tag “Del mare” le cose vadano molto meglio perché lì i post sono solo 6, il che porterà inevitabilmente il visitatore a chiedersi che diavolo l’ha aperto a fare un blog così questa e si guarderà bene dal tornare. Cosa voglio dire con tutto questo discorso? Semplicemente che che non ha alcun senso continuare a portare avanti il blog pretendendo che sia un blog onnivoro; da qui la necessità e l’esigenza di fare chiarezza con me stessa per prima e di ammettere che questo blog è ed è sempre stato un blog vegetariano. E allora perché non è nato direttamente come blog vegetariano dato che sono vegetariana da quarant’anni? Semplicemente perché l’idea iniziale era di raccogliere le ricette di famiglia da tramandare a mio figlio che vegetariano non è e che anzi, la carne la mangia e anche volentieri, ma non mangiandola io, la voglia di pubblicare post sulla carne non mi è mai venuta. So bene che negli ultimi anni “vegetariano è figo” e che c’è un sacco di gente che per principi assolutamente leciti prova a resistere alla tentazione di mangiare carne, ma in realtà io non la mangio da 40 anni semplicemente perché odio il suo sapore. So anche mi attirerebbe molte più simpatie affermare che da piccola, riflettendo sul significato della vita, ero arrivata alla conclusione di non voler sopraffare gli altri esseri che come me popolano questa nostra terra, ma non sarebbe la verità. Certo, crescendo sono arrivata a considerarla una scelta giusta e questo anche per motivi salutistici, ma i ricordi più lontani che ho del cibo sono purtroppo l’odore della svizzerina e del fegato che mia mamma mi costringeva a mangiare, la consistenza sotto i denti, la nausea che mi provocava. C’è poi un motivo che mi spinge ad un’ulteriore svolta e che riguarda la mia salute. Problemi alle ginocchia mi hanno costretto ad interrompere l’unica sana abitudine che avevo e cioè il camminare un’ora al giorno e questo mi ha alzato i valori di colesterolo e pressione. Se devo essere onesta però, anche il blog ha di sicuro influito molto perché di solito chi ha un blog di cibo, quello che posta mangia e non lo regala ai vicini come alcune food blogger si ostinano a ripetere. Da qui la decisione che dal momento che io sono quello che mangio e che quello che mangio è bene o male quello che pubblico, devo necessariamente dare la priorità a ricette sane; con questo non voglio certo che il mio blog si trasformi in una pagina noiosa dopo uno trova solamente ricette di pinzimoni ed insalate, ma cucinando vegetariano da sempre so bene quanto verdure, legumi e cereali possano produrre piatti gustosi, golosi e nutrizionalmente equilibrati. Ci sono infinite combinazioni, cucine etniche vegetariane eccezionali e in ogni caso non interromperò del tutto la pubblicazione di ricette “ad alto tasso colesterolico” come quelle della mia adorata pasticceria francese; cercherò però di dare più risalto alle ricette sane pubblicando solo occasionalmente cose che mi potrebbero portare a varcare troppo velocemente la soglia dell’altro mondo. Questo mio percorso mi ha portato come naturale conseguenza a privilegiare gli acquisti a Km 0 e sono anche fortunatamente vicina ad eccezionali aziende Bío: Floriddia, un’eccellenza toscana che nasce da un cuore tutto siciliano che produce farine di grani antichi, Bio Colombini per frutta e verdura, il caseificio Casanova, con la sua adorabile proprietaria, un’anziana signora ex insegnante del Liceo Classico con la quale parlare è sempre un piacere. In questo (e in poco altro purtroppo) sono molto ben organizzata: ogni settimana faccio il menù e poi compro da Colombini le verdure che mi servono e al supermercato solo ciò che non trovo bio. Da Casanova invece vado una volta al mese e da Floriddia ogni 2 o 3, per le scorte di farine, legumi secchi, orzo e farro. Nell’ultimo periodo poi organizzarmi è diventato ancora più semplice grazie all’acquisto dell’abbattitore e, appena un mese fa del cassetto sottovuoto, che mi permettono di surgelare le scorte e conservarle opportunamente porzionate, in modo da non cedere mai alla tentazione di aprire il frigo e mettersi sotto i denti la prima cosa che si trova perché non c’è tempo di cucinare. Mi scuso infine per la lunghezza di questo post ma del resto questo è un cambiamento sostanziale nella vita di Burro e Malla.  Come ho già detto, ogni tanto qualche golosità  ce la infilerò ma come premio dopo un mese passato a mangiare cose un pochino più sane. Certo è che se ai prossimi controlli il colesterolo resta alto, mando tutti questi bei piani a farsi benedire e mi metto a mangiare pasticceria francese pranzo e cena  ?

 

La strada che devo percorrere per andare da Floriddia

 

 

8 comments
0 FacebookTwitterGoogle +Pinterest

Aloo palak tikki

by burroemalla

Aloo palak tikki

Pensavate che avessi già chiuso le serrande per l’estate? In realtà in vacanza ci sono già e da quasi un mese ma proprio questo è stato il problema perché nonostante abbia comprato una scheda per la connessione appena arrivata al mare, la suddetta non ne ha mai voluto sapere di funzionare e non so neppure se ce la farò a completare questo, di post. La tecnologia, questa sconosciuta, delizia per la maggior parte del tempo e nemica in sporadiche occasioni ma guarda caso quelle occasioni capitano sempre quando non puoi ovviare in altro modo e così è stato perché qua non ho modo di usare alcun wifi. Comunque, in questa strana estate di incendi, postare non posterò ma certo continuo imperterrita a cucinare e la ricetta che spero pubblicherò oggi è una delle preferite mie e dell’adolescente, le aloo palak tikki: polpettine di patate e spinaci generosamente speziate, una delle tante straordinarie ricette vegetariane e vegan (se si omette il burro) della cucina indiana. Ho proposto spesso ricette indiane, di pani: roti e khara buns, formaggi: paneer makhani , la Tikka paste e ne avrei proposte molte di più se non fosse stato per il fatto che magari non tutti hanno voglia di comprarsi tutte le spezie che sono indispensabili per la riuscita di questa meravigliosa cucina. Nel corso degli anni ho acquistato numerosi libri, l’ultimo dei quali, India in cucina, è una vera e propria bibbia della quale non sono riuscita ancora a provare neppure un decimo delle ricette, ma le Aloo palak tikki restano comunque una delle ricette che preferisco. Questa volta ho voluto provare a prepararne di più e ad abbatterne col Fresco una metà già impanate e devo dire che non avrei mai creduto possibile tirare fuori dal congelatore delle polpette, tuffarti direttamente nell’olio bollente e trovarle ancora più buone di quelle fritte subito. Provare per credere… Infarinatele bene, mettetele su di una teglia coperta di carta forno e posizionatele nel congelatore fino a che non saranno dure e a quel punto le trasferirete in un sacchetto e le avrete sempre pronte, per quando vi prende la voglia. E se questo, nonostante tutto il mio impegno dovesse essere il mio ultimo post, anche se spero di salutarvi con il Re-cake, buona estate a tutti ❤️

Aloo palak tikki

Print Recipe
Aloo palak tikki
Tempo di preparazione 20 minuti
Tempo di cottura 15 minuti
Porzioni
tikki
Ingredienti
Tempo di preparazione 20 minuti
Tempo di cottura 15 minuti
Porzioni
tikki
Ingredienti
Istruzioni
  1. Per prima cosa lessate le patate con la buccia in acqua bollente. Mentre cuociono sciacquate bene gli spinaci e sbollentateli per 5 minuti in acqua bollente dopo di che scolateli ed immergeteli immediatamente in una ciotola contenente acqua ghiacciata. Scolateli, strizzateli bene, tagliateli abbastanza finemente al coltello e metteteli in una ciotola media. Una volta cotte, mettete le patate nello schiacciapatate con la buccia e tutto e passatele direttamente nella ciotola dove sono contenuti gli spinaci, aggiungendo una noce di burro. A questo punto proseguite solo se siete pronti per friggere perché una volta aggiunto il sale agli spinaci, gli spinaci, nel tempo, rilasceranno acqua e questo ovviamente sarebbe un problema. Appena prima di friggere salate, aggiungete la polvere di cumino, di coriandolo e 80 gr. circa di farina di ceci e mescolate velocemente. Aggiungete i restanti 20 gr solo se vi rendete conto che avete difficoltà nel formare le polpettine. Vi aiuterà bagnarvi leggermente le mani. Le tikki devono risultare compatte ma comunque abbastanza morbide. Passatele nella farina di ceci senza esagerare e poi poggiatele su di una teglia coperta di carta forno esercitandovi una leggera pressione per appiattirle un poco. Friggete in olio di semi di arachide a 180° lasciando abbastanza spazio tra una e l'altra. Basteranno circa 2,3 minuti per lato. Asciugate con carta assorbente e servite bollenti anche se vi posso assicurare che tiepide sono buonissime lo stesso e anzi, si apprezzano al meglio le spezie.
Condividi questa Ricetta
 


Aloo palak tikki

5 comments
0 FacebookTwitterGoogle +Pinterest