Tartellette con verdure primaverili e ricottaTartellette con verdure primaverili e ricotta è la ricetta proposta per il mese di Marzo da Re-cake 2.0 e con un titolo così sembrerebbe quasi che la primavera fosse arrivata. Peccato che invece tante verdure primaverili siano state bruciate dal gelo mettendo in crisi contadini e aziende. Il mio rivenditore bio per esempio ci ha mandato una mail scusandosi perchè non potrà assolvere all’impegno preso con il nostro G.A.S. per la consegna delle cassette settimanali. Mi vedo quindi costretta a fare scorta di verdure, dopo chissà quanto tempo, al Supermercato dove acquisto i beni di prima necessità, il poco scatolame che uso, il latte, la pasta. E devo dire che dopo anni di acquisti bio e a km 0 è un vero choc. Come già raccontato qua le mie abitudini sono ormai ben collaudate e con un pò d’organizzazione e con l’uso dell’abbattitore riesco a fare quasi del tutto a fare a meno del supermercato. Ovviamente mi rendo conto di essere fortunata ad avere il tempo materiale per farmi ogni settimana o due il giretto per  rifornirmi di verdure, carne e formaggi e certo anche il fatto di vivere in Toscana e ancor di più in provincia, rende tutto più semplice; acquistare bio sta però diventando pratica comune e anche in città si trovano aziende biodinamiche con i G.A.S. diventano veramente alla portata di tutti, anche economicamente. La differenza è innegabile: le verdure oltre ad avere un sapore migliore hanno anche una durata maggiore e poi pian piano ho imparato a godere del viaggetto tra le colline pisane e a prenderlo come un ulteriore beneficio, la possibilità di rallentare per un poco.. Queste tartellette comunque sono davvero buone. Leggere (la pasta fillo ha poche calorie), colorate e saporite vi faranno sentire la primavera  più vicina o comunque renderanno la vostra attesa molto più piacevole  😉

Tartellette con verdure primaverili e ricotta

Tartellette con verdure primaverili e ricotta

Tartellette con verdure primaverili e ricotta

Tartellette con verdure primaverili e ricotta è la ricetta proposta per il mese di Marzo da Re-cake 2.0 e con un titolo così sembrerebbe quasi che la primavera fosse arrivata.… Antipasti Tartellette con verdure primaverili e ricotta European Print This
Serves: 10 tartellette Prep Time: Cooking Time:
Nutrition facts: 200 calories 20 grams fat
Rating: 5.0/5
( 1 voted )

Ingredients

  • Per il ripieno:
  • 1/2 Kg di ricotta
  • 1 uovo
  • 1 spicchio di aglio finemente tritato
  • Una manciata di basilico fresco
  • 20 g di pecorino grattugiato
  • 20 g di fontina grattugiata
  • 25 g di Asiago grattugiato
  • Mezzo porro
  • 30 g di piselli)
  • 2 carciofi
  • 1 carota
  • 70 g di pomodorini
  • Sale
  • Pepe
  • Olio extravergine di oliva
  • Per la pasta fillo:
  • 75 grammi di manitoba
  • 40 ml di acqua calda
  • 1 e 1/2 cucchiaini di olio evo
  • 1/4 di cucchiaino di sale

Instructions

Preparazione della pasta fillo:

  1. Mettete gli ingredienti nella vasca della planetaria ed impastate con il gancio finché non otterrete un panetto elastico. Considerando che la quantità è poca potete anche decidere di impastare a mano.
  2. Formate una palla, coprite con pellicola e fate riposare almeno per un'ora.
  3. Riprendete la pasta e dividetela in 10 palline.
  4. Dividete a loro volta ogni pallina in tre palline più piccole.
  5. Stendetene una per volta passandola alla sfogliatrice partendo dal numero 1 per arrivare fino al numero 6.

Preparazione del ripieno:

  1. Pulite i carciofi, tagliateli a spicchi sottili e metteteli in acqua acidulata. Tagliate i pomodorini a quarti e conditeli con un pizzico di sale.
  2. Lessate brevemente i piselli in acqua salata e metteteli da parte.
  3. Affettate il porro, quindi mettetelo in padella con un bel giro d’olio. Aggiungete i carciofi, i piselli e la carota tagliata a julienne.
  4. Salate e pepate e fate stufare mantenendo le verdure croccanti.
  5. In una ciotola riunite la ricotta, il pecorino, l’Asiago, la fontina, il basilico, l’aglio e l'uovo. Regolate di sale e pepe. Mescolate finché non è tutto ben amalgamato. Unite anche metà delle verdure spadellate in precedenza.
  6. Ungete con l’olio una teglia da muffin e foderate ogni cavità con 3 delle sfoglie rotonde di pasta fillo avendo cura di spennellarle o ancora meglio spruzzarle prima di ogni aggiunta.
  7. Riempite con la ricotta e livellate bene.
  8. Disponete sulla ricotta le verdure rimaste ed i pomodorini.
  9. Condite con un filo d'olio ed infornate in forno preriscaldato a 200 gradi.
  10. Dopo 15 minuti controllate la cottura. Il guscio dovrà essere dorato e croccante ma se dovesse scurirsi troppo in fretta, coprite le tartellette con un foglio di alluminio.
  11. Sfornate e servite tiepidi o freddi.

Notes

Tirare 27 palline di pasta fillo richiede abbastanza tempo anche se secondo me esteticamente ne vale la pena. Se però andaste di fretta oppure se preferiste la tart al posto delle tartellette, vi basterà dividere l'impasto in 3 palline. Ne stenderete una per volta ottenendo delle strisce. Ungerete con l’olio un foglio di pasta fillo e lo metterete nella teglia rivestendo anche i bordi, quindi sovrapporrete il secondo, lo ungerete e così via fino all’ultimo foglio. A me l'impasto è avanzato. Se dovesse succedere anche a voi, vi consiglio di usare la rimanenza per riempirci dei paccheri cotti qualche minuto da fine cottura da passare in forno con sopra un bel sughetto di pomodoro fresco. Buoni almeno quanto le tartellette 😉

Tartellette con verdure primaverili e ricottaTartellette con verdure primaverili e ricottaCon questa ricetta partecipo al Re-cake 2.0 di Marzo. Questa la locandina:

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Bialy, il pane dimenticato

Nel lontano 1980, alla fuga disperata da colui di cui qui ho già parlato, mio padre, per assicurarsi che non cambiassi idea (del resto era già successo), pensò bene di mettere tra me e il novello Otello il mare e così mi spedì da mia nonna che ai tempi abitava a New York. Quando ripenso a quei 3 o 4 mesi, i ricordi mi si presentano come una sorta di istantanee mentali e sensoriali: i grattacieli illuminati riflessi sulla strada bagnata dalla pioggia nella notte, la vista mozzafiato dal Windows on the world, il ristorante al 107 piano della North Tower del World Tread Center, il profumo della splendida libreria Rizzoli, allora nella 5th Avenue, con le sue vetrate, i pannelli di legno  e i lampadari scintillanti e dove nel mio immaginario continueranno ad incontrarsi per sempre i timidi sguardi di Molly e Frank nel film Innamorarsi, la grandiosità dello Yankee Stadium, la meravigliosa stravaganza dei frequentatori dello Studio 54, i denti affondati in un bialy fragrante all’alba di una fredda mattina di febbraio, in una piccolissima bakery nel Lower East Side, vicino al Columbus Park. Solo ora, rileggendo quello che ho scritto, mi rendo tristemente conto che molti dei luoghi che ho citato non esistono più. Il Windows on the world, al 107 piano, venne separato dai piani più bassi del grattacielo dal volo dell’American Airlines che si schiantò tra il 93 e il 99 della North Tower alla velocità di 790 km orari esattamente alle ore 08:46:30 dell’11 settembre 2001. Nessun sopravvissuto tra i 164 che si trovavano al suo interno. La libreria Rizzoli è stata trasferita subito dopo le riprese di Innamorarsi per far posto all’ennesimo edificio di lusso, lo yankee Stadium, che nella sua storia ha ospitato eventi quali l’incontro tra Muhammad All e Ken Norton e la messa celebrata da Giovanni Paolo II,  è stato demolito ed è diventato un parco e lo Studio 54 è stato chiuso definitivamente nell’86 e successivamente trasformato in teatro. E i bialys? Fuori da New York sono praticamente sconosciuti mentre a New York sono sopravvissuti, sempre però all’ombra dei più conosciuti bagel ed è un vero peccato perchè sono altrettanto buoni, anzi, di più. Il bialy arrivò negli Stati Uniti  nei primi anni del 900 dalla lontana Bialystok, in Polonia, città nella quale la comunità ebraica contava, prima della seconda guerra mondiale, più di 50.000 persone. Approdò insieme agli emigrati direttamente nel Lower East Side di Manhattan, dove fu presto adottato dall’intera comunità ebraica newyorkese diventandone il simbolo, tanto che la zona venne in seguito definita Bialy Central. Come racconta però Mimi Sheraton nel suo libro The Bialy Eaters, la Bialystok trovata nel suo viaggio alla ricerca dell’origine di questo pane è stato un luogo di desolazione dal quale questo pane ebraico è sparito perchè i suoi fornai sono stati costretti a scappare dai nazisti oppure sono stati da loro uccisi nella stessa Bialystok, per esempio nell’incendio della Grande Sinagoga mentre altri morirono più tardi ad Auschwitz e Treblinka, riducendo il numero degli ebrei da 50.000 a 5. Ed ecco quindi che il bialy chiamato anche kuchen, acquista il profondo significato di memento per chi vuole e deve ricordare un mondo che non c’è più anche attraverso i suoi sapori;  perchè le nostre radici durano fino a quando il cibo sulla nostra tavola le ricorderà  e e a maggior ragione per chi è stato costretto a lasciare il suo mondo o se lo è visto distruggere sistematicamente, il cibo rappresenta uno strardinario veicolo della memoria. Dall’introduzione al libro di Samuel Pisar: “Quando ero un adolescente ad Auschwitz, sdraiato sulla dura mensola che era il mio letto e con le allucinazioni dalla fame, cercavo spesso di ricordare la forma e l’aroma saporito del kuchen che mangiavamo a casa a Bialystok. A quel punto avevo già perso tutta la mia famiglia e gli amici della scuola. Anni dopo, a New York, guardavo spesso i carretti all’angolo delle strade che vendevano caffè e pane al mattino. Mi meravigliai vedendo i bianchi, i neri, gli asiatici e i latinos che sgranocchiavano i loro bialys. Mi sentivo come se provenissi da un altro pianeta. Per ognuno di loro, era semplicemente un gustoso spuntino. Come potevano sapere che stavano condividendo qualcosa di sacro, un pane che evocava ricordi agrodolci di una cultura e di un tragico angolo della Polonia orientale? Un pane che, nella mia psiche, richiama ancora oggi il mistico mondo dei sogni di Marc Chagall e Isaac Bashevis Singer.”

Bialy, il pane dimenticato

Bialy, il pane dimenticato

Bialy

Nel lontano 1980, alla fuga disperata da colui di cui qui ho già parlato, mio padre, per assicurarsi che non cambiassi idea (del resto era già successo), pensò bene di… Della vita e altre cose.. Bialy, il pane dimenticato European Print This
Serves: 15 bialys Prep Time: Cooking Time:
Nutrition facts: 200 calories 20 grams fat
Rating: 5.0/5
( 1 voted )

Ingredients

  • Per l'impasto: 445 g di acqua
  • 10 g di malto o miele
  • 5 g lievito disidratato
  • 600 g farina forte
  • 200 g farina 00
  • 15 g sale
  • Per il ripieno tradizionale:
  • 2 cipolle tagliate a pezzetti
  • 2 spicchi d'aglio
  • 1 cucchiaio di semi di papavero
  • Sale e pepe
  • Altre farciture che però non appartengono al bialy: pomodoro, patate e cipolla, salmone.

Instructions

Come preparare l'impasto dei bialys:

  1. Mettete l'acqua a temperatura ambiente nella vasca dell'impastatrice.
  2. Aggiungetevi il lievito ed il malto e mescolate bene con una frusta.
  3. Aggiungete la farina e il sale.
  4. Impastate con il gancio alla velocità minima per 3 minuti.
  5. Appena l'impasto starà insieme, aumentate di una tacca la velocità ed impastate per altri 2 minuti. E' importante che l'impasto non sia lavorato troppo.
  6. Rovesciate l'impasto sulla spianatoia e finite di lavorarlo a mano finché non avrà un aspetto compatto. Dovrà risultare abbastanza asciutto.
  7. Mettetelo all'interno di una ciotola oliata, coprite con pellicola trasparente e fate riposare per due ore o finché il suo volume non sarà raddoppiato.
  8. Trasferite l'impasto sulla spianatoia e dividetelo in pezzature da 70 g circa, quindi fatene delle palline. Non infarinate la spianatoia altrimenti vi sarà difficile dare alle pezzature la forma.
  9. Mettete le palline su di una teglia da forno spolverizzata di farina, spolverizzate anche le palline  e coprite con pellicola trasparente.
  10. Trasferite in frigo dove le farete riposare almeno 4 ore oppure se ne avete la possibilità, fino al mattino dopo, in modo che il glutine si rilassi e sia così più semplice lavorarlo come anche fargli mantenere la forma.

Come preparare il ripieno:

  1. Tagliate due cipolle a pezzetti.
  2. Mettetele in una padella con tre cucchiai di olio già caldo e fate stufare fino a quando le cipolle non diventeranno trasparenti.
  3. Salate e pepate.
  4. Tritate grossolanamente l'aglio e posizionatelo al centro delle cipolle.
  5. Continuate a far cuocere altri 5 minuti quindi togliete dal fuoco.
  6. Aggiungete al composto un bel cucchiaio di semi di papavero.

 Formatura dei bialys:

  1. Togliete la teglia dal frigo.
  2. Preparate un'altra teglia da forno e foderatela con carta forno.
  3. Lasciate le palline coperte fino a quando non le lavorerete, quindi prendetene una per volta e con le dita ben infarinate pressate l'interno delle palline cercando di creare una specie di scodellina lasciando una specie di cornice rialzata. Premete bene al centro con i pollici tirando contemporaneamente la pasta perchè lo spessore al centro deve essere veramente sottile.
  4. Posizionate i bialys su di una teglia coperta da carta forno e mano a mano che sono pronti spolverizzateli di farina e copriteli con pellicola trasparente per non farli seccare.
  5. Preriscaldate il forno a 220° forno statico.
  6. Quando tutte le palline saranno bialys coprite di nuovo con pellicola trasparente e fate riposare in frigo per circa 30 minuti.
  7. Appena prima di riempirli, pressate di nuovo il centro che deve accogliere il ripieno.
  8. Riempiteli con la farcitura.
  9. Lasciateli riposare coperti altri 15 minuti.. 
  10. Spruzzate leggermente con acqua, spolverizzate le cornici con un poco di farina e mettete in forno.
  11. Cuocete per circa 20 minuti girando la teglia dopo 10 minuti
  12. I bialys non devono colorire troppo quindi dopo 15 minuti controllate la cottura.

Notes

Il bialy si differenzia dal bagel prima di tutto perchè al centro non ha un buco ma una specie di fossetta che va riempita prima della cottura e che di solito contiene cipolle, aglio e semi di papavero e non prevede bollitura preventiva alla cottura in forno. Ha una bella crosticina ma all'interno risulta più morbido del bagel e se non viene consumato in giornata, dà ancora il suo meglio il giorno dopo, tostato e spalmato leggermente con burro o formaggio cremoso. 

Bialy, il pane dimenticato

Bialy, il pane dimenticato

Credits: Wikipedia   Mimi Sheraton: The bialy Eaters

Di bialys ne porto un panierino alla Sandra, con le sue ricette itineranti

 

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Il Taste l’ho visitato per la prima volta nel 2014, subito dopo aver aperto il blog ed è stato il mio primo assaggio di quello che può muovere il food in Italia e non solo. Taste infatti è il salone dedicato alle eccellenze del gusto e del food lifestyle, al mangiare bene e stare bene, dove si danno appuntamento i migliori operatori internazionali dell’alta gastronomia, ma anche il sempre più vasto e appassionato pubblico dei foodies.  Taste è anche la straordinaria vetrina di 360 aziende selezionate tra le migliori produzioni di nicchia e di eccellenza provenienti da tutta Italia, si svolgerà dal 10 -al 12 marzo 2018 tutti i giorni: dalle 9.30 alle 19.30 ultimo giorno: dalle 9.30 alle 16.30 e rappresenta un’opportunità perfetta per chi vuole scoprire l’eccellenza italiana toccandola con mano e, perché no, portandosela a casa perché è anche possibile acquistare prodotti nello spazio dedicato. Oltre al salone, situato all’interno della stazione Leopolda, Pitti propone innumerevoli altri eventi, i cosiddetti Fuoriditaste che si svolgono parallelamente al salone nei luoghi più suggestivi di Firenze con cene, degustazioni, talk che lo scorso anno sono stati più di cento. Qui il programma. Un appuntamento da non perdere per capire, vedere, assaggiare tutto quello che di buono quest’Italia ha ancora da farci scoprire. Aggiornamenti con foto a seguire 😉

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Croissant sfogliati di Montersino
Il gioco delle bloggalline rappresenta in pieno proprio quello che è lo spirito di questo gruppo: la condivisione. Il gioco infatti consiste nel preparare la ricetta di un’altra foodblogger che a sua volta dovrà preparare la ricetta di un’altra ancora, in una scelta assolutamente casuale che costringe ognuna di noi a porsi davanti al cibo con un’ottica diversa dalla propria; trovo quindi che il gioco sia un’ottima opportunità di crescita a prescindere dalla ricetta scelta ma purtroppo molto spesso non riesco a giocare per motivi di tempo e questo mi dispiace. Questo mese c’è l’ho fatta per il rotto della cuffia ma sono lieta di esserci riuscita perché questi croissant sono davvero la fine del mondo. Soprassedete sulle calorie (vi conviene) e pensate unicamente al gusto, alla morbidezza, al profumo di questi dolcetti che potrebbero diventare la mia colazione di tutti i giorni se solo potessi permettermelo (colesterolo maledetto). La ricetta, i croissant sfogliati di Montersino, l’ho letta su L’angolo cottura di Roby, il blog di Roberta Marta. Le sue spiegazioni sono precise, dettagliate, corredate di foto passo passo e realizzare i croissant è stato semplice. L’adolescente li ha definiti i migliori croissant di sempre, se però come me temeste i 200 g. di burro contenuti nell’impasto (ripartiti su 15 croissant), propongo un’alternativa un poco più sana utilizzando la stessa ricetta. Basterà preparare l’impasto senza sfogliarlo, dando la forma ai croissant appena tolti dal frigo, dopo le 12 ore di riposo. Ultima cosa: sia mai che io contesti una ricetta di Montersino ma un poco più di zucchero la prossima volta io ce lo metto. Se devo mangiare un dolce, che dolce sia e nonostante io abbia omesso la spennellatura di tuorlo e latte a favore di sciroppo e glassa, questi croissant per me peccano un po’ di zucchero ma del resto de gustibus 😊

Croissant sfogliati di Montersino

5.0 from 1 reviews
Croissant sfogliati di Montersino
 
Prep. time
Cook time
Total time
 
Burro e Malla:
Portata: Lievitato dolce
Cucina: Francese
Porzioni: 15
Ingredienti
  • PER IL LIEVITINO:
  • 57 grammi di acqua
  • 125 grammi di farina 00
  • 3 grammi di lievito secco
  • PER L'IMPASTO:
  • 250 grammi di farina 00
  • 75 grammi di zucchero semolato
  • 10 grammi di miele
  • 112 grammi di uova intere
  • 75 ml di latte
  • 37 grammi di burro
  • 8 grammi di sale
  • PER LE PIEGHE:
  • 187 grammi di burro
Istruzioni
  1. Impastate il lievitino mettendo tutti gli ingredienti nella vasca dell'impastatrice e lavorandolo brevemente.
  2. Date all'impasto ottenuto la forma di una pallina leggermente schiacciata e mettetela in un contenitore con dell’acqua a temperatura ambiente (attenzione: non deve superare i 38/40°) e lasciate fermentare fino a quando la pasta sale a galla (10 min. circa).
  3. Strizzate bene il lievitino e mettetelo nella planetaria insieme alla farina, allo zucchero, al miele, alle uova e al latte e impastate nuovamente con il gancio a bassa velocità fino a quando non otterrete un composto liscio e omogeneo.
  4. Aggiungete il burro a temperatura ambiente e a pezzettini piccoli, prestando attenzione a non aggiungere un pezzo finché a quando il precedente non risulta completamente assorbito.
  5. Aggiungete il sale ed aumentate la velocità per far incordare l'impasto ( me ci sono voluti circa 20 minuti).
  6. Mettete l'impasto in una ciotola che poi mettete all'interno di un sacchetto di plastica alimentare, quindi trasferite in frigo per 10/12 ore.
  7. Preparate il panetto di burro; prima di tutto portatelo a temperatura ambiente quindi disponetelo tra due fogli di pellicola trasparente e con un matterello iniziate a dargli dei colpetti, dopo di che stendetelo in una forma rettangolare.
  8. Tirate anche l'impasto in una forma il più possibile rettangolare e poi posizionatevi il panetto di burro e piegate l'impasto in 3 coprendo il burro.
  9. Fate riposare in frigo per 30 minuti (io con l'abbattitore 10)
  10. Tirate ancora l'impasto e ripiegatelo a tre.
  11. Fate riposare in frigo altri 30 minuti.
  12. Fate l'ultimo giro di pieghe e questa volta fate riposare almeno 1 ora (io 30 minuti)
  13. Tirate col matterello fino allo spessore di 3 mm.
  14. Tagliate dei triangoli di pasta ed arrotolate per dare la classica forma del croissant.
  15. Disponeteli su teglie rivestite da carta forno e fate lievitare nel forno chiuso per due ore o finché i croissant non saranno raddoppiati.
  16. Preriscaldate il forno a 180° e cuocete per circa 15 minuti
  17. Montersino consiglia di spennellarli con tuorlo e latte ma io ho preferito spennellarne alcuni con sciroppo di zucchero (100 g di acqua e 170 g di zucchero) ed altri con glassa ottenuta mescolando pochissima acqua con zucchero a velo.
Croissant sfogliati di Montersino

 

Croissant sfogliati di Montersino

Se voleste vedere Montersino all’opera, in rete troverete numerosi video sotto la voce “croissant sfogliati” tipo questo con il passo passo del famoso pasticcere che indubbiamente rendono i passaggi delle pieghe più semplici da capire 😉

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Vellutata di topinambur con pesto di nocciole e spinaci di Ottolenghi

Cosa sapevo io del topinambur prima di leggere questa ricetta di Ottolenghi? Assolutamente nulla se non che già al suono la parola non mi stimolava granché le papille gustative, infatti quando sull’ennesimo meraviglioso libro di Yotam Ottolenghi ho letto la ricetta della Jerusalem artichoke soup with hazelnut and spinach pesto, sono corsa come una scema a comprare i carciofi. Tornata a casa, passando a leggere la ricetta oltre agli ingredienti, ho scoperto però che i Jerusalem artichoke altro non sono che i topinambur , nome scientifico Helianthus tuberosus, una pianta perenne il cui organo di sopravvivenza è un tubero e il cui sapore ricorda vagamente quello di un carciofo con la consistenza di una patata. Il topinambur ha molte qualità, inversamente proporzionali alle sue calorie: contiene tanti minerali come potassio, fosforo, magnesio e selenio, vitamina A, B, C ed E  e fibre come l’insulina che abbassa la glicemia, riduce l’assorbimento del colesterolo ed abbassa la pressione ed il miglior modo per consumarlo sarebbe crudo in insalata conservando così intatte tutte le sue proprietà. Peccato che in Italia sia poco conosciuto e di conseguenza poco consumato. Pare che in Piemonte si trovi in ogni supermercato grazie al suo utilizzo nella bagna cauda ma io in Toscana non l’avevo mai visto, almeno per quello che riguarda la provincia di Pisa. Mi sono quindi messa a telefonare a tutti i supermercati che conoscevo per scoprire poi che lo producono ad appena 5 km da casa mia. Portato a casa la prima cosa che ho fatto è stato assaggiarne una fettina cruda e devo dire che mi è molto piaciuto, ma la vellutata ovviamente  è tutta un’altra cosa. Ottolenghi ha inserito nella ricetta richiami alla cucina medio-orientale e differenze di consistenze e sapori che mi hanno assolutamente conquistata e nonostante i miei dubbi iniziali, anche i due uomini di casa hanno gradito, tanto che a me di vellutata ne è rimasta davvero poca. I miei complimenti a Yotam che ha colpito ancora e che non finisce mai di stupirmi con la sua straordinaria inventiva quando si tratta di legumi e verdure e per me che sono vegetariana è veramente fonte di ispirazione oltre che di immenso godimento.  Altre sue ricette pubblicate sul blog: le Lenticchie di Castelluccio con pomodorini confit e gorgonzola, la Pissaladiére di ceci e i Ravioli di caprino^

vellutata di topinambur vista dall'alto

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Vellutata di topinambur con pesto di nocciole e spinaci di Ottolenghi
 
Questa straordinaria vellutata, nata dall’inventiva di Yotam Ottolenghi, coniuga alla perfezione il delicato sapore del topinambur con il profumato pesto di nocciole e spinaci. Un’altra ricetta perfetta come equilibrio dei sapori e che rimanda con il suo profumo alla cucina medio-orientale a lui tanto cara.
Burro e Malla:
Portata: Vellutate
Cucina: Fusion
Porzioni: 6
Ingredienti
  • Per la vellutata:
  • 1 kg di topinambur pelato e tagliato a fettine sottili
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • 30 grammi di burro
  • 100 grammi di scalogni tritati finemente
  • 120 grammi di porro lavato, tagliato a metà e quindi fatto a fettine sottili (solo la parte bianca)
  • 2 spicchi d'aglio schiacciati
  • 250 millilitri di vino bianco secco
  • 500 millilitri di latte fresco intero
  • 700 millilitri di brodo vegetale
  • 1 cucchiaino e mezzo di sale
  • Per il pesto alle nocciole e spinaci:
  • 50 grammi di nocciole
  • 1 cucchiaio di olio di nocciole oppure di extravergine d'oliva
  • 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva più l'olio che vi servirà per condire
  • 30 grammi di spinacini freschi lavati ed asciugati
  • 10 grammi di dragoncello (io non l’ho trovato
  • Scorza finemente tritata di un limone non trattato
  • 1 cucchiaino di aceto bianco
  • 1 spicchio d'aglio piccolo schiacciato
  • 1 peperoncino piccolo al quale avrete tolto i semi
  • 2 cucchiai e mezzo d'acqua
Istruzioni
  1. Per la vellutata di topinambur:
  2. Mettete olio e burro in una casseruola capiente su fuoco medio
  3. Aggiungete gli scalogni e fate stufare per 3 minuti.
  4. Aggiungete i porri e l’aglio insieme al sale ed una macinata di pepe e cuocete altri 3,4 minuti. Devono ammorbidirsi senza però colorire.
  5. Mettete nella casseruola i topinambur e cuocete per una decina di minuti coperti mescolando di tanto in tanto.
  6. Versate il vino, portate a bollore, abbassate la fiamma e cuocete scoperto su fuoco medio per una decina di minuti o comunque finché il vino non si sarà ridotto almeno di un quarto.
  7. Aggiungete quindi il latte ed il brodo, portate a bollore, abbassate la fiamma, coprite e fate cuocere per 50 minuti circa, mescolando ogni tanto. Alla fine i topinambur dovranno risultare molto morbidi, della consistenza di una patata cotta.
  8. Togliete dal fuoco e frullate con un frullatore ad immersione aggiungendo eventualmente un altro poco di brodo se fosse necessario
  9. Per il pesto di nocciole e spinaci:
  10. Mettete le nocciole su di una teglia e tostatele per 10 minuti in forno preriscaldato a 140°.
  11. Una volta cotte fatele freddare una decina di minuti e poi tagliatele molto grossolanamente, mettendone 30 g. da parte per la decorazione.
  12. I restanti 20 g frullateli in un mixer insieme all'olio, le foglioline di spinaci, il dragoncello se lo trovate, la scorza di limone, l'aceto, l'aglio, il peperoncino, il sale e l'acqua.
  13. Per servire:
  14. Distribuite la vellutata bollente in ciotoline, mettete una cucchiaiata di pesto di nocciole e spinaci al centro, condite con un giro d'olio e cospargete la superficie con i 30 g. di nocciole messe da parte.
vellutata di topinambur vista dall'alto

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