Apple and olive oil cake with maple icing

E così il mio blog è arrivato al 5° compleanno. Niente di eclatante da festeggiare, cinque anni sono niente rispetto a chi ha il blog da decenni; una piccola soddisfazione però per me che continuo a postare nonostante i cali, la demoralizzazione che a volte mi coglie, la vita che intorno impazzisce e mi porta a chiedermi se abbia ancora un senso portare avanti questo diario di vita e ricette nato per un adolescente scontroso che molto probabilmente non lo leggerà mai nemmeno da grande. Comunque l’adolescente scontroso se ne fregherà pure del blog ma poi alla fine i miei piatti se li mangia eccome e così farà anche con la torta di compleanno. E come potevo quindi festeggiare degnamente se non con una torta del mio adorato, mitizzato, osannato Ottolenghi? La torta in questione è la sua Apple and olive oil cake with maple icing, una torta che lo stesso Ottolenghi descrive così: -“Questa torta è così popolare nello stand dei dolci di Ottolenghi che l’abbiamo anche fatta apparire tra le pagine del nostro primo libro, Ottolenghi the cookbook. Si può anche omettere la glassa e limitarsi ad una spolverata di zucchero a velo ma ricordate che quei clienti che prendono di nuovo e di nuovo la Apple and olive oil cake sostengono che in realtà la glassa è il motivo per il quale l’hanno scelta la prima volta”- E fidatevi se vi dico che la glassa ci sta eccome infatti la torta di per se è una torta di mele molto semplice e con pochi grassi (comunque buonissima) ma la glassa la eleva dalla sua condizione di semplicità trasformandola in una torta sontuosa, irresistibile, elegante. Una torta alla quale si ritorna e si ritorna e si ritorna 😊

Apple and olive oil cake with maple icing

Apple and olive oil cake with maple icing

Apple and olive oil cake with maple icing

Altri dolci di Ottolenghi su Burro e Malla:

Chocolate raspberry tart

Babka al cioccolato e noci

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cracker integrale2019: buoni proponimenti per l’anno che viene, una scoperta e crackers integrali.. Prima ancora che parta con i buoni propositi lasciate che vi parli di una scoperta che mi ha reso il mese di dicembre un poco più facile da gestire/organizzare; probabilmente mi prenderete per matta oppure conoscerete già da chissà quanto tempo questo sistema ma vi assicuro che per me è stata davvero un’illuminazione. In modo molto casuale, cercando app da utilizzare con il nuovo iPad Pro e l’Apple Pencil, sono capitata su di un video che illustrava l’app GoodNotes e il metodo del bullet-journal o BuJo come viene comunemente chiamato, letteralmente diario proiettile (ma bullet point, in inglese, significa elenco puntato ed è quindi un rimando alle liste). Ryder Carroll, l’ideatore del BuJo, l’ha studiato come sistema compensativo per combattere la sua sindrome da deficit di attenzione, disturbo di cui soffre fin dalle elementari. Avendo incontrato ogni sorta di difficoltà ed avendo soprattutto sofferto dell’incapacità di concentrarsi, Ryder sviluppa un interesse sempre più forte per l’ordine e la metodicità che gli sono estranee e comincia a studiare trucchetti utili a superarare il problema; incredibilmente la soluzione gli si presenta sotto forma di un quaderno, che diventerà la sua agenda, il diario, il taccuino, la lista di cose da fare e l’album da disegno. Per dirla con le sue parole: “Uno strumento pratico e rassicurante con cui potevo organizzare la mia mente che scalpitava”. E il sistema funziona, tanto che  cominciano ad usarla gli amici che poi gli consigliano di condividerla e così realizza un sito con tutorial e video e presto il sistema diventa virale. Se volete levarvi uno sfizio provate a digitare #bulletjournal su Instagram e capirete. Quello che vedrete su Instagram però è, diciamo, “l’abbellimento“ del BuJo perché in realtà Ryder consiglia di tenerlo simple “perchè deve essere reale, utile ed efficace, non bello” anzi, la distrazione e lo stress di doverlo abbellire vi stuferanno presto contribuendo alla decisione di mollare.

cracker integrale

Focus quindi su tutto ciò che vi interessa e serve davvero: annotazioni rapide per organizzare il carico di impegni, suddivise grazie a simboli diversi in Compiti (voci che prevedono un’azione da parte vostra), Eventi (legati ad esperienze che possono essere pianificate in anticipo e Note (fatti, idee, pensieri ed osservazioni). Ognuno di noi però ha bisogni diversi quindi adatteremo il BuJo alle nostre necessità grazie alle Priorità e alle Raccolte che sono intercambiabili e personalizzabili (pianificazione di un viaggio, programmazione di una festa, menù settimanale..). Il sistema è semplice ed ingegnoso, incredibilmente flessibile e cambia con te e con le tue esigenze. Le voci si suddividono nel Diario giornaliero, uno spazio vuoto dove annotare rapidamente Compiti, Eventi e Note per mantenere organizzati i vostri impegni, il Diario mensile che offre una panoramica delle cose che si devono fare e del tempo a disposizione e il Diario del futuro, una sorta di contenitore per le voci legate ad una data che non rientra nel mese corrente. E queste voci sono facilmente collegabili tramite un indice che ci permette di tenere traccia di tutto e di scorrere velocemente tra le varie pagine. Un’organizzazione che non consiste soltanto nello spuntare delle voci da una lista di cose da fare ma che serve soprattutto a diventare consapevoli di ciò che è davvero importante e di ciò che non lo è, liberandosi dal fardello da ciò che è inutile e che appesantisce la nostra vita. Ormai è più di un mese che scrivo sul mio digiBujo. Ho risolto tutti i miei problemi? Certo che no, però sono diventata più organizzata, non mi prende più il panico delle mille cose da fare perché il visualizzarle in un ordine preciso mi permette di affrontarle con calma e metodo e poi prendersi 10 minuti al mattino per sedersi a scrivere godendosi un caffè quando tutti sono usciti è diventato un rituale al quale non rinuncerei. Ed ora finisco con i proponimenti 2019 che ho scritto sul mio digibujo che sono tanto scontati quanto fondamentali:

1- Leggerezza: eliminare tutte le fonti di stress gratuito, quelle che mi creo da sola ma che in realtà non esisterebbero se non gli dessi così tanto peso 2-  Volermi bene perché tanto se non lo faccio io non lo fa nessuno 3- Cibo sano e movimento perchè se raggiungessi la leggerezza fisica oltre a quella mentale ne sarei davvero felice.

Beh, per quel che riguarda il cibo sano perlomeno, mi pare di essere partita bene perchè i cracker proposti per il Re-cake di Gennaio sono straordinariamente buoni ma anche pieni zeppi di fibre, grassi insaturi, vitamine e minerali e chi ben comincia è a metà dell’opera giusto? 

Buon 2019 😊

crackers integrali

Crackers integrali con noci, uvetta e rosmarino

2019: buoni proponimenti per l’anno che viene, una scoperta e crackers integrali.. Prima ancora che parta con i buoni propositi lasciate che vi parli di una scoperta che mi ha… Antipasti L’anno che verrà, i proponimenti e qualche cracker integrale European Print This
Serves: 4 persone Prep Time: Cooking Time:
Nutrition facts: 200 calories 20 grams fat
Rating: 5.0/5
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Ingredients

  • 200 g farina 00
  • 80 g farina integrale
  • 2 cucchiaini rasi di bicarbonato
  • 1 cucchiaino di sale
  • 200 g yogurt
  • 200 ml latte
  • 20 g dark brown sugar o zucchero di canna
  • 40 g di miele
  • 80 g di uvetta sultanina
  • 40 g di noci sgusciate
  • 40 g di semi di zucca
  • 30 g di semi di sesamo
  • 30 g di semi di girasole
  • 2 cucchiai rosmarino fresco tritato

Instructions

  1. Preriscaldate il forno a 180°
  2. Rivestite di carta forno due stampi da cake piccoli 10X20 cm circa oppure due stampi di quelli usa e getta.
  3. Rinvenite l’uvetta mettendola in una ciotola e coprendola d’acqua.
  4. Mescolate yogurt e latte e scioglietevi lo zucchero e il miele.
  5. Mettete in una ciotola capiente le due farine, il bicarbonato e il sale e mescolate utilizzando una frusta.
  6. Aggiungete le noci spezzate grossolanamente, i semi, il rosmarino tritato e l’uvetta strizzata.
  7. Unitevi il mix di latte e yogurt e mescolate con un cucchiaio. Il composto non deve essere impastato ma solamente mescolato rapidamente perché il bicarbonato inizia ad agire appena in contatto con i liquidi.
  8. Suddividete il composto nei due stampi livellando con un cucchiaio ed infornate subito.
  9. Cuocete circa 35-40 minuti o comunque fino a cottura.
  10. Sformate, fate raffreddare su di una gratella quindi copriteli con stagnola e tenete in frigo almeno per un’ora o fino al giorno dopo se vi serve. L’importante è che quando andrete a tagliarli siano ben freddi perché le fette dovranno essere molto sottili, circa 3 mm.
  11. Preriscaldate il forno a 200° e fate tostare le fettine 5 minuti per lato, fino a che non daranno di un bel color bronzo. Attenzione a non bruciarle e ricordate che dovranno finire di asciugarsi all’aria quindi quando le tirerete fuori dal forno dovranno essere ancora leggermente morbide.
  12. Sfornatele e fatele raffreddare completamente su di una gratella.
  13. Conservatele in un barattolo a chiusura ermetica.

cracker integrale

Credits: Ryder Carroll    Il metodo Bullet Journal

 

Con questa ricetta partecipo al Re-cake di Gennaio

 

 E un cestino di crackers da spalmare di gorgonzola li porto alla mia bimba, la Sandrinaper le ricette itineranti di Panissimo

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Mac & cheese 2.0 (la versione toscana)

Dovendo preparare una ricetta per la rubrica Blog stellati del sito Spadellandia, cercavo un’idea per un piatto goloso ma che al tempo stesso che non avesse un impatto catastrofico dal punto di vista nutrizionale. Il titolo Mac & cheese 2.0 (la versione toscana) quindi è solamente il pretesto per introdurre una ricetta adatta a quei momenti nei quali si desidererebbe ardentemente qualcosa di grasso e “colesterolico” (vedi appunto il Mac & cheese che in fatto di gusto e di grassi è davvero una bomba) ma ci si rende amaramente conto che non è il caso. La voglia però rimane ed ho imparato a mie spese che farsi due spaghetti al pomodoro raramente la soddisfa; alla fine avrò mangiato comunque una bella dose di calorie ma mi mancherà quel certo non so che che mi costringerà ad aprire il frigo e di certo non sceglierò l’insalata per levarmi la voglia di grassi. Così la strategia che utilizzo e che di solito funziona è la seguente: preparare piatti abbastanza elaborati da ingannare le mie papille e far credere loro che quello che stanno assaggiando sia qualcosa sopra alle 500 calorie. E come riesco a perpetrare l’inganno? Un esempio perfetto è questa pasta: ingredienti nutritivamente corretti perchè la pasta è di farro e bio, il cavolo nero è poco calorico ma estremamente saziante grazie al contenuto di fibra, la zucca è ricca di caroteni, minerali e vitamine, peccato però che tutte queste proprietà di per se mi farebbero solo venire in mente piatti tristi e light. Ecco però che metto in atto il trucchetto: la zucca la frullo in modo da dare una parvenza di salsa alla pasta (per poterla immaginare come panna o besciamella) mentre il cavolo nero aggiunge una nota sapida alla zucca permettendomi così di ottenere sapore senza caricare troppo di formaggio; la crosticina di pecorino poi, che sembrerebbe una botta di calorie, in realtà diventa davvero ridicola se ripartita su 4 porzioni ma al tempo stesso regala quella sensazione di “grassi proibiti” che permette di alzarsi da tavola soddisfatti come se si fosse peccato. E il piccantino che resta in bocca, dato dal pecorino in camicia di pepe, meraviglioso prodotto della mia Toscana, conclude la mia versione di Mac & cheese. Americano non è ma buono sì e anche parecchio 😊

Mac & cheese 2.0 (la versione toscana)

Mac & cheese 2.0 (la versione toscana)

Mac & cheese 2.0 (la versione toscana)

Dovendo preparare una ricetta per la rubrica Blog stellati del sito Spadellandia, cercavo un’idea per un piatto goloso ma che al tempo stesso che non avesse un impatto catastrofico dal… Etnico Mac & cheese 2.0 (la versione toscana) European Print This
Serves: 4 Prep Time: Cooking Time:
Nutrition facts: 200 calories 20 grams fat
Rating: 5.0/5
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Ingredients

  • 350 g di zucca mantovana pulita e tagliata a pezzetti piccoli
  • 1/2 cipolla piccola
  • 2 foglie di salvia
  • 250 g di latte circa
  • 30 g parmigiano
  • 50 g di cavolo nero
  • 30 g di pecorino in camicia di pepe
  • 300 g di pasta corta (io di farro) possibilmente bio
  • Olio
  • Aglio
  • Pepe
  • Sale
  • Peperoncino

Instructions

  1. In un tegame antiaderente scaldate due cucchiai d’olio e fatevi rosolare la mezza cipolla tagliata sottile, la salvia tritata grossolanamente e la zucca.
  2. Aggiungete il latte, il sale ed il pepe.
  3. Cuocete coperta. La zucca dovrà diventare morbida e non troppo asciutta.
  4. Frullatela con il minipimer aggiungendo eventualmente un altro poco di latte.
  5. Aggiungetevi il parmigiano grattugiato, controllate di sale e trasferite in una ciotola.
  6. Nello stesso tegame fate soffriggere in un cucchiaio d’olio uno spicchio d’aglio con un poco di peperoncino in polvere.
  7. Togliete l’aglio ed aggiungete le foglie di cavolo nero lavate, private della costola centrale e tagliate a striscioline.
  8. Coprite e cuocete per una ventina di minuti bagnando con un poco di acqua bollente e dado bio se necessario.
  9. Preriscaldate il forno a 200°
  10. Mettete a bollire l’acqua, salate e cuocete la pasta togliendola dal fuoco 3 o 4 minuti prima di fine cottura.
  11. Condite la pasta con la crema di zucca e parmigiano ed unitevi le foglie di cavolo nero.
  12. Ungete d’olio una pirofila da forno, rovesciatevi la pasta e cospargete con il pecorino tagliato a scaglie sottili.
  13. Gratinate per 15, 20 minuti, finché non si formerà una bella crosticina.

Mac & cheese 2.0 (la versione toscana)

Mac & cheese 2.0 (la versione toscana)

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cazzottini alle noci e sciroppo d'acero

Per questi cazzottini ho preso spunto da una ricetta della straordinaria Barbara di Bread & companatico (e la sua storia insegna che se la passione per il pane è davvero cosi grande tutto è possibile, incluso un cambiamento di vita così drastico).  Al di là del fatto che ovviamente non posso competere con cotanta bravura, sono stata costretta a cambiare parte delle sue indicazioni per mancanza di tempo e cosi anche il tipo di pieghe sono venute di conseguenza. Alla fine il risultato è stato un altro pane e questa è una delle meraviglie della panificazione perchè anche partendo dalla stessa identica ricetta, il pane che otterrai sarà sempre diverso in quanto diverse sono le mani che lo impastano, diverso è l’ambiente, l’umidità, la temperatura. Ultimamente impasto spesso a mano e trovo che sia ironico visto e considerato la fortuna che ho speso in impastatrici. Il punto però e che il pane ci parla e ci indica esattamente di cosa ha bisogno proprio attraverso la sua grana, la sua consistenza al tatto, la sua cedevolezza ed è anche per questo che è così difficile spiegare nei dettagli una ricetta di pane. Quando mi si chiede esattamente quanta acqua serve per un determinato impasto, diventa quasi impossibile poter rispondere perchè le variabili sono infinite e questo vale anche per i tempi di lavorazione e quelli di lievitazione. Un buon pane non si può forzare con lievitazioni veloci, richiede calma, attenzione, coccole ed alla fine è proprio questo il bello, perchè prendersi cura di una cosa che respira, che cresce sotto le nostre mani alla fine ci regala non più solo un buon pane  ma una sensazione di estrema calma, di relax, di pace. E a chi mi dice che panificare è difficile proprio per tutta questa serie di variabili rispondo sempre che il pane perdona e che, a parte le regole base, tutto il resto può essere cambiato senza timore. Forza delle farine, numeri, valori … io non starei a preoccuparmi troppo e se poi una volta il pane vi viene male (e capita a tutti la giornata no) alle brutte ci fate un bel bread and butter pudding o una bella zuppa di pane e così non avrete neanche sprecato la farina. Ed è proprio per questa stupenda caratteristica che ho giocato con questo impasto preparando tre diverse versioni di pane. Una sono stati i cazzottini, l’altra una splendida schiacciata con l’uva luccicante d’olio e brillante di zucchero cristallizzato (che è venuta ancora più buona grazie all’impasto”rinforzato” con noci e semi) e poi, visto che si era fatto tardi, ho messo a riposare in frigo la terza parte d’impasto e il mattino dopo l’ho riportata a temperatura ambiente e poi ho dato la forma e cotto una bella pagnottella croccante. Quando si dice la versatilità 😉

Cazzottini alle noci e sciroppo d'acero cestino

cazzottini con le noci e sciroppo d'acero

Cazzottini alle noci e sciroppo d'acero

Per questi cazzottini ho preso spunto da una ricetta della straordinaria Barbara di Bread & companatico (e la sua storia insegna che se la passione per il pane è davvero… Fresco Irinox Cazzottini alle noci e sciroppo d’acero European Print This
Nutrition facts: 200 calories 20 grams fat
Rating: 5.0/5
( 1 voted )

Ingredients

  • 800 g di farina tipo 2 di buona qualità (io l'ho comprata in un mulino di Pietrasanta)
  • 200 g di farina di tipo Verna
  • 200 g di licoli o 5 g di lievito secco
  • 4 cucchiai di sciroppo d'acero
  • 4 cucchiai di semi misti
  • 50 g di noci sgusciate e tritate grossolanamente
  • 20 g di sale integrale
  • 700 g circa di acqua

Instructions

  1. Mettete le farine setacciate in una ciotola  capiente insieme a 600 dei 700 g di acqua nei quali avrete sciolto il licoli (leggi qui i geniali consigli della mia bravissima amica Emmettì per averlo sempre pronto all'uso).
  2. Cominciate a mescolare utilizzando un mestolo di legno oppure un tarocco morbido (che io trovo molto pratico).
  3. Aggiungete lo sciroppo d'acero, le noci ed i semi misti.
  4. Mescolate solo quanto basta per ottenere un impasto che stia insieme ed eventualmente ritoccate d'acqua se necessario (non deve risultare troppo sodo).
  5. Eseguite delle pieghe dall'esterno verso l'interno per 3 volte a distanza di 10 minuti coprendo la ciotola nelle pause con una ciotola più grande oppure mettendola dentro ad un sacchetto di plastica alimentare.
  6. Aggiungete i 100 g di acqua restanti ed incorporateli all'impasto dopo di che fate altre pieghe ogni 15 minuti per 4 volte.
  7. Concludete con delle pieghe a libro quindi mettete a lievitare per circa 3 ore se con licoli e 1 ora se avete usato lievito secco ma ovviamente dipende dalla forza del vostro licoli, dalla temperatura che avete in cucina e da altri fattori difficilmente quantificabili. L'impasto dovrà comunque essere raddoppiato di volume.
  8. A questo punto dovrete fare due pieghe a libro per dare all'impasto una forma rettangolare, spolverizzare abbondantemente con farina e tagliare a pezzi con un tarocco quindi trasferire su carta forno.
  9. Fate nuovamente lievitare i cazzottini (coperti) per 45 minuti circa prima di cuocerli.
  10. Intanto preriscaldate a 230° il forno mettendo subito sul fondo del forno una teglia di metallo che riempirete d'acqua fredda al momento di infornare il pane e se la possedete, una pietra refrattaria su di una griglia posizionata più o meno al centro. Per chi come me avesse il forno a vapore io cuocio il pane a 230° umidità bassa.
  11. Una volta che il forno sarà a temperatura, rovesciate dell'acqua fredda nella teglia sul fondo e quindi infornate i cazzottini aiutandovi con una pala per pizza oppure con il sotto di una teglia e facendoli scivolare sulla pietra.
  12. Cuocete per 15 minuti a 230° e poi altri 5 a 220°. Se volete una crosta più croccante, mettete una pallina di alluminio allo sportello del forno in modo che rimanga aperta una fessura e cuocete altri 10 minuti a 180°
  13. Fate raffreddare su di una grata e non resistete all'impulso di mangiarne subito uno caldo con l'olio nuovo 😉

Cazzottini alle noci e sciroppo d'acero schiacciata

Cazzottini alle noci e sciroppo d'aceroQuesti cazzottini sono per la raccolta della mia amica Sandra e le sue Ricette itineranti

 

Altre ricette di pani su Burro e Malla:

Pane arrotolato al rosmarino e pomodorini pachino secchi  Pain rustique di Jeffrey Hamelman  

Pane nero piemontese con noci e fichi secchi   Garlic breadsticks

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porridge di semolino con zucchine e piselli

Ed è ancora lui, Ottolenghi, la mia ispirazione in questo periodo di stanca, con il suo porridge di semolino con zucchine e piselli, un meraviglioso comfort food cremoso e dal lieve sentore di pecorino con un topping di verdurine e pinoli tostati, l’ideale per queste serate che finalmente iniziano a raffrescarsi. Sono tornata dalle vacanze un pò in crisi. Mancanza di motivazioni forse, oppure semplicemente un pò di delusione per un mondo che vive più di apparenza che di sostanza, ma in fin dei conti non dovrei stupirmi più di tanto visto e considerato che ormai questa è la norma in ogni campo. Ha ancora senso un blog in questo universo dal clic facile, dove tutto deve essere immediatamente fruibile, dove ormai le parole sono considerate troppo lente, dove non si può sprecare nemmeno un attimo a leggere una ricetta, eh no, ci vuole il video e che sia un video girato a velocità tripla che sennò ci si stanca a guardare anche quello, vediamo di non sforzare troppo il cervello che fa male e visto che ci siamo filtriamo quello che ci succede intorno con i pareri degli altri, magari dei tuttologi che imperano su Facebook e facciamoci dire direttamente che cosa pensare, che cosa ci deve piacere e cosa dobbiamo comprare in questo universo virtuale dove ormai pare che anche avere un cervello ed usarlo sia tempo perso, tanto tutto è superficiale e rimpiazzabile e a suon di like si montano e si smontano persone, idee, vite. E allora a che pro perdere tempo a cucinare, fotografare, scrivere? Perchè, diciamocelo e visto che ci siamo diciamolo anche a chi non lo sa, un blog non è una cosa che va avanti da sola, bisogna dedicargli tempo, impegno, soldi e molto, troppo spesso, non si viene assolutamente ripagate per l’impegno che ci si mette e non parlo a livello economico che quello è quasi impossibile ormai perchè i blog sono troppi e poi capita anche (e chissà come faranno) che c’è chi apre un blog e in una settimana ha cento volte i follower che io mi sono duramente guadagnata in quasi 5 anni. E allora sì che ti verrebbe veramente da dire “e che cavolo!”. Peccato però che io ami troppo cucinare e peccato anche che il più delle volte io mi diverta anche a scrivere e non ci scordiamo poi che questo è il mio testamento culinario per l’adolescente scontroso e allora come si fa a mollare tutto? E poi ci sono le amiche che ho conosciuto proprio grazie al blog e che a volte mi fanno sentire davvero una miracolata che ha trovato rose in mezzo al letame.. e allora mi torna la voglia, la voglia di mettermi in gioco, di continuare facendo del mio meglio e ignorando la perfida vocina della ragione che mi dice che sarebbe ora che la smettessi di presentare in tavola piatti ormai freddi perché sono stati prima fotografati, di riempire la casa di vecchi pezzi di legno spesso raccolti per strada e stoffe sfilacciate, di cavalletti, obbiettivi e pannelli di polistirolo, di tenere scaffali impegnati con stampi, piatti, vassoi e tazzine sbreccati, del forno sempre acceso e no che non puoi usare il phon mentre cuocio il pane ed il forno è acceso e se proprio devi asciugarti i capelli prendi la macchina e vai da tua mamma che tanto è un attimo. Mi sa che se ce la fanno a resistere i miei uomini allora ce la posso fare anch’io 😉

porridge di semolino con zucchine e piselli

porridge di semolino con zucchine e piselli

Porridge di semolino con zucchine e piselli

Ed è ancora lui, Ottolenghi, la mia ispirazione in questo periodo di stanca, con il suo porridge di semolino con zucchine e piselli, un meraviglioso comfort food cremoso e dal lieve… Fresco Irinox Porridge di semolino con zucchine e piselli European Print This
Serves: 4/6 Cooking Time:
Nutrition facts: 200 calories 20 grams fat
Rating: 5.0/5
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Ingredients

  • 150 g di zucchine lavate e tagliate a dadini
  • 2 spicchi d'aglio tritati finemente
  • 2 cucchiai d'olio extra vergine d'oliva
  • 150 g di pisellini freschi o decongelati
  • 1o foglie di basilico tagliate grossolanamente
  • La buccia di mezzo limone finemente grattugiata
  • Sale e pepe
  • Per il porridge:
  • 600 g di latte fresco intero o parzialmente scremato
  • 600 g di acqua della cottura dei pisellini
  • 180 g di semolino
  • 80 g di pecorino grattugiato
  • Sale e pepe
  • Olio extra vergine di oliva per condire
  • 15 g di pinoli leggermente tostati in padella
  • 20 g di pecorino grattugiato

Instructions

  1. In una padella piuttosto grande mettete l'olio e fate scaldare a fuoco medio alto.
  2. Aggiungete l'aglio e friggete per 1 minuto.
  3. Aggiungete le zucchine, un terzo di cucchiaino di sale ed abbondante pepe e cuocete per 5 minuti mescolando spesso.
  4. Abbassate la fiamma, coprite e fate cuocere altri 5 minuti.
  5. Unite i piselli e fateli riscaldare per 1 minuto.
  6. Togliete dal fuoco, mescolatevi basilico e scorza di limone e mettere da parte.

Porridge:

  1. Mettete latte, acqua, sale e pepe in un pentolino antiaderente.
  2. Portate al bollore su fiamma media e aggiungete il semolino.
  3. Mescolate con una frusta per tutti e 4 i minuti di cottura finché il semolino non sarà denso e liscio.
  4. Togliete dal fuoco ed unitevi 80 dei 100 g di pecorino.
  5. Distribuitelo in 4/6 ciotoline  fonde e ripartitevi le zucchine con i pisellini.
  6. Decorate con i pinoli, un giro d'olio ed un poco del pecorino rimasto.
  7. Servite immediatamente.

Notes

MAI mi permetterei di criticare una ricetta del mio eroe, ma se devo essere proprio sincera, una cosina la cambierei: la scorza di limone non mi ha fatto impazzire e la prossima volta che preparerò il porridge perché lo preparerò ancora e ancora e ancora, mi sa che non c’è la metterò. Del resto c’era da aspettarselo. Il limone gli piace così tanto che l’ha messo anche in copertina 😊 Il dragoncello ci sarebbe anche stato bene ma purtroppo non è semplice da trovare nella profonda provincia pisana e cosi' non ce l'ho messo E già mi vengono in mente mille varianti al posto di zucchine e piselli: con i funghi porcini, con il cavolo nero ripassato in padella, con la zucca..😋

Porridge di semolino con zucchine e piselli

Porridge di semolino con zucchine e piselli

 

Se il porridge avanzasse, durante la conservazione in frigo ovviamente si compatterà ma basterà metterlo in un contenitore adatto al microonde e riscaldarlo qualche minuto al bisogno per farlo tornare morbido. Si può tranquillamente congelare per avere sempre a portata di mano un salva pasto sano e goloso invece di ritrovarsi a sola c-care il frigo ed annaspare alla ricerca dei soliti affettati 😉

p.s. Mi sa che la prossima ricetta che pubblicherò sarà quella dei cazzottini ai semi e noci che accompagnano il porridge 😉

Guarda il mio video qua sotto per seguire il passo passo della realizzazione di questo Porridge di semolino con zucchine e piselli

Altre ricette di Ottolenghi su Burro e Malla:

Chocolate raspberry tart    Couscous rosso con pomodori e cipolla   Vellutata di topinambur con pesto di nocciole e spinaci   Ravioli di caprino con cavolo nero croccante su crema di ceci   Babka al cioccolato e noci   Pissaladière di ceci   Lenticchie di Castelluccio con pomodorini confit e gorgonzola

Credits: Simple di Yotam Ottolenghi

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