Con questo couscous rosso con pomodori e cipolla di Ottolenghi sono di nuovo qua a parlare di lui, di questo straordinario cuoco fonte di ispirazione per l’universo vegetariano e non. Per capire appieno la sua personalità curiosa ed apprezzarne ulteriormente il percorso bisogna però ripercorrere i fatti salienti della sua vita. Promesso: cercherò di essere breve 😊 Yotam Ottolenghi nasce a Gerusalemme ed è di discendenze italiana ed ebreo tedesca. Studia letteratura comparativa a Tel Aviv ma nel 1997 si trasferisce ad Amsterdam anche perchè in patria non vive bene il suo essere un giovane gay. Qui si dedica all’edizione ebraica del settimanale NIW e nel frattempo si prepara per il dottorato ma per nostra fortuna si rende presto conto che ama la cucina più di ogni altra cosa e così infila in un volume che spedisce a suo padre un foglietto dove spiega la sua decisione e si trasferisce a Londra dove lascia perdere la filosofia estetica e studia cucina francese a Le Cordon Bleu. Successivamente lavorerà come pasticcere in tre ristoranti: lo stellato Capital, il Kensington Place ed il Launceston Place.
Nel 99 la svolta. Entra nel locale Baker & Spice a Knightsbridge per cercare lavoro ma qui incontra lo chef Sami Tamimi. Dopo poche parole si rendono incredibilmente conto di avere non solo lo stesso background (sono nati lo stesso anno e sono cresciuti entrambi a Gerusalemme a pochi km di distanza uno dall’altro anche se ai due opposti del conflitto perchè Sami è israelo-palestinese) ma sono anche entrambi gay, si sono trasferiti a Tel Aviv nello stesso periodo, lì hanno addirittura frequentato frequentato gli stessi ristoranti ma nonostante questo le loro strade si sono incrociate solo a Londra, dove tra l’altro sono arrivati nello stesso periodo. Come potevano dunque non diventare amici quando verrebbe addirittura da pensare che l’universo intero abbia cospirato affinché si incontrassero? (grazie Coelho per la frase ispirata)
Da lì in poi è storia. Nel 2002 i due insieme a Noam Bar fonderanno la delicatessen Ottolenghi, nel famoso quartiere di Notting Hill e in breve Ottolenghi diventerà uno dei posti in dove mangiare uno spuntino grazie al genio dei due amici e all’uso insolito (per l’universo culinario british) delle verdure. Una delle frasi più rappresentative di Ottolenghi è che “la sua missione è di celebrare le verdure e i legumi senza cercare di farli sembrare carne o usarli solo come accompagnamento alla carne ma facendoli essere quello che sono”
Nel 2006 Ottolenghi inizia a scrivere per il Guardian una colonna settimanale, The new vegetarian, nonostante Ottolenghi non sia vegetariano e non sono la sola a ritenere che ne scriva con cognizione di causa 😊
Nel 2008 pubblica il suo primo libro, Ottolenghi che vende oltre 100.000 copie e al quale seguiranno Plenty , Plenty More, Jerusalem, Nopi e Sweet.
Da allora ha aperto altre due delicatessen, un ristorante e una brasserie chiamata Nopi (north of Piccadilly), si è sposato con il suo compagno Karl ed ha avuto due figli facendo il suo secondo coming out, questa volta come genitore gay.
Dall’introduzione del libro Jerusalem: “Una delle nostre ricette preferite di questa raccolta, un semplice couscous con pomodori e cipolla, si basa su un piatto che la mamma di Sami, Na’ama, gli cucinava quando era un bambino nella Gerusalemme musulmana, quella est. Più o meno nello stesso momento, nella parte ebraica della città, quella ovest, il padre di Yotam, Michael, preparava un piatto molto simile. Essendo italiano, il piatto di Michael era però preparato con piccole palline di pasta chiamate ptitim. Tutte e due le versioni erano deliziose e perfetto esempio di comfort food”
Ed è questo il motivo per il quale questo couscous, nonostante la sua semplicità, mi ha conquistata molto più di tanti altri piatti elaborati. Perché riesco ad immaginare il piccolo Sami che lo chiede a sua madre e come sempre mi sorprende quanto la cucina possa essere vero conforto con solo per il corpo ma soprattutto per l’anima, in special modo quando si soffre la malinconia per la propria terra d’origine. Un profumo, un sapore, hanno la straordinaria capacità di riportarti indietro in un attimo coccolandoti per qualche istante e facendoti sentire meno solo. E non a caso Ottolenghi ha dichiarato che cucina per sfuggire alla malinconia
Qui la mia ricetta del tadik, il piatto iraniano con il quale Ottolenghi ha contaminato il suo couscous.
Per il condimento del couscous: Mettete 2 dei 3 cucchiai d'olio extra vergine in una casseruola bassa antiaderente di 22 cm e riscaldate a fuoco medio. Mettetevi la cipolla tritata e cuocete per 5 minuti mescolando spesso. La cipolla si deve ammorbidire ma non scurire. Unite la conserva e lo zucchero e cuocete per 1 minuto. Aggiungete i pomodori, mezzo cucchiaino di sale e il pepe e cuocete per 3 minuti. Per il couscous: Mettete il couscous in una ciotola, versatevi sopra il brodo bollente e tappate con un coperchio o con plastica alimentare. Fate riposare per 10 minuti e poi sgranate con i rebbi di una forchetta. Aggiungete al couscous la salsa di pomodoro e mescolate bene. Scaldate nuovamente a fuoco medio la casseruola che avete usato per il pomodoro e fatevi sciogliere il burro e il cucchiaio di olio extra vergine rimanente. Rovesciatevi il couscous e con il dorso di un cucchiaio o con una spatola di silicone schiacciatelo uniformemente. Coprite, abbassate il fuoco al minimo e fate cuocere per altri 10, 12 minuti o comunque finché non vedrete che i bordi del couscous cominciano a colorarsi. Aiutatevi con una spatola per sollevare dai lati il couscous e vedere se si è formata la crosticina, altrimenti lasciate cuocere ancora coperto per qualche minuto. La base del couscous deve colorarsi e diventare croccante. Rovesciate velocemente su di un piatto piano facendo attenzione a non muovere troppo la casseruola e servite caldo o a temperatura ambiente. Lungi da me modificare una ricetta di Ottolenghi ma ho comunque delle note personali da aggiungere:
- Se non disponete di pomodori dolci e succosi perchè li avete terminati oppure perchè semplicemente non è stagione, questo couscous è straordinariamente buono anche se si usano pomodori pelati di buona qualità ma bisognerà diminuire la quantità dei pomodori di almeno 30 g altrimenti il couscous risulterà troppo liquido e si faticherà ad ottenere la crosticina.
-Ho diminuito il quantitativo di burro da 40 a 20 g perchè per me 40 erano veramente eccessivi. Ritenetevi liberi di usare olio al posto del burro ma il burro ha un suo perchè e dona una dolcezza particolare al couscous.
-Non preoccupatevi se alzando il couscous per vedere se si è formata la crosticina questo perde un poco la forma. Basterà pressarlo di nuovo e sarà bello come prima
-Ultima cosa: come la mia amica Mahvash mi ha insegnato per il tadik a cui Ottolenghi si ispira, la crosticina si forma meglio se "rinvolgiamo" il coperchio con un canovaccio perchè assorbe la condensa che si crea sotto il tappo. Il sistema funziona ma non utilizzate il vostro canovaccio più bello perchè con il calore un pò di alone scuro potrebbe restare.Ingredients
Instructions
Notes
Altre ricette di Ottolenghi su questo blog:
Vellutata di topinambur con pesto di nocciole e spinaci
Lenticchie di Castelluccio con pomodorini confit e gorgonzola
Ravioli di caprino con cavolo nero croccante su crema di ceci
Credits: Wikipedia The Indipendent
12 comments
grazie per avermi raccontato la storia di ottolenghi, che non conoscevo, e anche per la ricetta. so già che la amerò perchè è fatta di ingredienti semplici ma allo stesso tempo è molto particolare, io ad un cous cous così non avrei mai pensato… a guardarlo mi fa venire in mente la crosticina della frittata di pasta, e già lì ho l’acquolina… poi immagino la dolcezza del burro, del pomodoro, e il sapore delizioso che deve avere il piatto nel suo insieme… insomma devo assolutamente provarlo! bellissimo post, come sempre! un abbraccio grande cara 🙂
Bella vero la sua storia? Ottolenghi è davvero un grande in tutti i sensi e il suo couscous è veramente veramente buono. Di quei piatti dei quali una volta assaggiati non puoi più fare a meno eppure tra tanti suoi piatti è quasi sconosciuto. Grazie di essere passata Tizi. E’ sempre un piacere leggere i tuoi commenti 😊 Un abbraccio a te ❤️
Davanti ad un popò di post del genere mica sono in grado di lasciare un commento degno eh???
Davvero, sono senza parole, Silvitta mia! Per il racconto e per le tue foto che sono emozione allo stato puro!
Poi vabbè, il cous cous lo adoro e questa ricetta del mio amato Ottolenghi non me la lascio mica sfuggire!!!!!!
Infinitamente grazie, tesorina bella!
Ti mando un abbraccio strettissimo! ♥
Sei sempre di parte tu ma a volte è davvero bello sentirsi lodare così anche se so che lo fai per affetto. Ricordati che il tuo abbraccio io lo aspetto e questa volta sul serio e presto eh, tesorina mia, così ti ringrazierò di persona di tutte le cose belle che mi scrivi ❤️
Spettacolare! Non sempre ho trovato del couscous che mi piacesse ma con l’aggiunta del pomodoro dev’essere divino, oltretutto ho preso Jerusalem parecchi mesi fa e ancora non ho trovato il tempo di focalizzarmi su una ricetta da replicare: questa è molto semplice, perfetta per un buon inizio, e mi riprometto di provarla non appena troverò un couscous buono (l’ultimo l’ho buttato…).
Un bacio!
Guarda, il libro è pieno di ricette davvero particolari, ottimo per chi come me è vegetariano e ha bisogno di piatti fantasiosi. In quanto al couscous prova nei negozi bio oppure in quelli che da noi in Toscana si chiamano civaioli cioè quelli che vendono legumi e granaglie. Ne hanno di ottima qualità 😊😍😘
Quelli che vengono legumi e granaglie da noi non esistono… pensa te come siamo messi bene! O vai dall’ortofrutta (non abbondano) o al supermercato….tristessss….
Qua invece è ancora comune trovare questi negoziati che spesso vendono oltre ai cereali e legumi, anche alimenti per animali e roba da giardino. Hanno le granaglie in sacchi e smerciandone tante di solito la qualità è ottima..
Sono rimasta affascinata dalla cucina di Ottolenghi dopo essermi avvicinata a piccoli passi alla lettura di Jerusalem, adesso la mia “bibbia” in cucina quando cerco ispirazioni orientali e vegetariane!
Questa ricetta mi ha già conquistata e non vedo l’ora di replicarla, ho giusto del cous cous semintegrale da consumare 🙂
Buon we Silvia <3
Vero che i suoi libri sono strepitosi? Un modo tutto nuovo di guardare alle verdure non più di contorno ma come pasto vero e proprio quale meritano. Provalo e fammi sapere. È veramente gustoso 😊❤️
Un piatto semplice ma gustoso, uno di quei piatti che ti salva quando non sai cosa preparare ma comunque che dia soddisfazione !
Esatto. Si prepara in un attimo ma dà soddisfazione come se dietro ci fosse una preparazione ben più lunga e poi io ne preparo di più e lo congelo così mi basta preparare un bel piatto di legumi che il pasto è assicurato 😉😘