Stelle di farro con sidro e cipolle

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Il mio cammino verso le farine biologiche è stato lento. All’inizio l’unica cosa che avevo in mente era la lievitazione e quindi usavo molto lievito anche perché spesso le ricette principianti proof obbediscono alle regole dell’equazione minor esperienza = maggior quantitativo di lievito e quindi vi si trovano quantitativi di lievito assurdi. Una volta appurato che il pane riuscivo a farlo lievitare, ho incominciato a documentarmi ed ho scoperto che a minor quantitativo di lievito corrispondeva si una lievitazione più lunga ma anche una maggior digeribilità ed un sapore migliore e così ho iniziato gli esperimenti con dosi sempre minori di lievito e mi sono accorta che il pane di metteva di più ma comunque alla fine, ora più ora meno lievitava lo stesso ed era più buono. Il passo successivo è stata l’illuminazione che anche le farine probabilmente influivano sulla qualità del pane (un vero genio io) e questo è successo in concomitanza col mio essere diventata mamma e di conseguenza più attenta a quello che mettevo in tavola all’allora cucciolo d’uomo e così ho scoperto che le farine che usavo ai tempi, prevalentemente 00 e manitoba, non erano esattamente il meglio da usare, soprattutto l’eccessivamente raffinata Manitoba e così mi sono prima spostata su farine integrali ma comunque sempre del supermercato ed alla fine sono arrivata alle farine biologiche rendendomi conto che la differenza c’è e come e che si sente e come..

Queste farine del Molino Grassi sono state una piacevolissima sorpresa anche perché comunque venivo già da farine biologiche e quindi sono stata in grado di apprezzarle appieno. 

Le farine che ho avuto il piacere di provare sono state la Einkorn e la Multicereali. Quella che ho usato per questa ricetta è la Einkorn, una miscela di farina integrale di farro monococco
biologico e farina tipo 1 di grano tenero biologico. Il farro piccolo o
monococco fu tra i primi cereali coltivati dall’uomo, nelle zone più
orientali del Mediterraneo e possiede un alto
contenuto in carotenoidi che uniti alla ricchezza di sali minerali della
farina di tipo 1, garantiscono particolari aspetti nutrizionali e
antiossidanti. In una piccola percentuale ho tagliato con la Multicereali sempre del Molino Grassi, una miscela di farina di tipo 0 di grano tenero Manitoba biologico, farina di segale, orzo, riso ed avena tutti biologici.

Il risultato è un pane estremamente profumato che trae ancor maggiore profumo dall’uso del sidro che dà all’impasto un’impronta rustica particolarissima, impronta rafforzata dalle cipolle che si sentono ma non in modo predominante in modo da creare un delicatissimo ma riuscito equilibrio tra gli ingredienti. Un pane che mi ha ispirato una ricetta di Richard Bertinet ma che poi ho variato a modo mio in parte aggiungendo e in parte
 togliendo. Un pane sicuramente da ripetere perché ha avuto un gran successo sulla mia tavola. Io l’ho abbinato ad un semplice salmone affumicato con un velo di burro. Yum!

Per la biga:

200 g di farina di Einkorn della Molino Grassi
50 g. di farina Multicereali della Molino Grassi
Mezzo grammo di lievito di birra fresco
5 g di sale
175 g di acqua


La sera, verso le 21,  preparate la biga. Sciogliete il lievito in 2/3 dell’acqua richiesta all’interno di una ciotola quindi incominciate ad aggiungere le due farine setacciate ritoccando con l’acqua solo se necessario. Solo alla fine unirete il sale sciolto in poca acqua.
Con l’aiuto di un tarocco sollevate l’impasto e trasferitelo sul piano di lavoro spolverizzato leggermente di farina. Lavorate brevemente e quindi riportate l’impasto nella ciotola, sigillate con pellicola trasparente e mettete a riposare a temperatura ambiente fino al mattino.

Per l’impasto:

Biga 
10 g di lievito di birra fresco
Un kg di farina di Einkorn della Molino Grassi
Una cipolla grande
450 g di sidro inglese (al super di solito si trova lo Strongbow)
150 g di acqua
20 g di sale

Tagliate finemente la cipolla ed appassitela in poco olio fino a quando non sarà lucida e poi  fatela freddare. Prendete una ciotola capiente ed aggiungete gli ingredienti esattamente nell’ordine. Mescolate brevemente e poi trasferite l’impasto sulla spianatoia. Evitate di spolverizzarla di farina all’inizio ma piuttosto infilate le mani sotto l’impasto a mo’ di forchetta, tiratelo verso di voi e poi lasciatelo ricadere su se stesso con un movimento ad arco che servirà ad incorporare aria. Continuate così fino a quando l’impasto non si asciugherà staccandosi facilmente dal piano di lavoro. A questo punto potrete infarinare leggermente la spianatoia. Appoggiatevi l’impasto e formate una palla facendo pieghe verso l’interno. Infarinate una ciotola, mettetevi l’impasto, coprite con pellicola trasparente e mettete a lievitare dentro il forno con la lucina accesa.
Ci vorranno circa 70/90 minuti o comunque il tempo necessario affinché l’impasto raddoppi di volume.
A questo punto ho diviso l’impasto in tre parti. Due le ho usate per fare le stelle, formando delle palline che poi ho appiattito. Ho fatto tre tagli così:


incidendo bene fino ad arrivare alla superficie della spianatoia ma lasciando intatto il bordo esterno e poi ho rigirato le punte premendo da sotto e rivoltandole verso l’esterno fino a formare una stella.
Ho poi inzuppato la parte superiore in una ciotolina con dell’acqua e successivamente le ho passate in un’altra che conteneva semi di papavero. Prima di infornare le ho fatto riposare una mezz’ora. Nel frattempo ho preriscaldato il forno a 220° e quando è arrivato a temperatura ho nebulizzato il suo interno e poi ho infornato.  Dopo 10 minuti di cottura ho abbassato a 200 ed ho continuato la cottura per altri 15 minuti.
Per i pani invece, ho dato loro una forma ovale e dopo aver fatto riposare mezz’ora come per le stelle ho fatto i tagli con la mia nuova lametta francese ed ho subito infornato. Tutto il resto è stato fatto allo stesso modo delle stelle, solo che ho dopo gli iniziali 10 minuti a 220°, ho proseguito la cottura a 200° per 30 minuti.
In entrambi i casi raffreddate il pane su di una griglia.

Sono molto contenta di queste farine. Il sapore del pane era veramente eccezionale e voglio ringraziare Valentina e il Molino Grassi che mi hanno dato l’opportunità di provarlo con il contest:

Le mie stelle andranno però anche a far compagnia a qualche altro pane su Panissimo, la raccolta mensile di pani e lievitati ospitata questo mese da una delle sue due mamme: Barbara che insieme a Sandra ha ideato la raccolta.

E anche da Zapach Chleba in Polonia!

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12 comments

sandra pilacchi 31 Marzo 2014 - 9:02

che belle quelle stelle "volanti"! anche io ci sono arrivata per gradi, prima il lievito, poi le farine, adesso siamo all'acqua… e poi, ogni ambiente ha una sua temperatura e di conseguenza la lievitazione cambia…. per me il migliore è il forno con la luce accesa!
stupendo questo pane, queste stelle me le mangerei tutte subito stamani!
baci
Sandra

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burroemalla 4 Aprile 2014 - 10:23

eh, si, il cammino è lungo ma imparando si mangia quindi ne vale comunque la pena..

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Valentina Nondisolopane 31 Marzo 2014 - 16:14

Ma sono bellissime Silvia! Questa è un'arte in cui si apprende a poco a poco e non si finisce mai, qualcosa dagli altri, ma spesso da soli, per tentativi e sbagli…ed oggi ho imparato una nuova forma 😉 grazie mille

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burroemalla 4 Aprile 2014 - 10:25

Ma grazie a te piuttosto che mi hai fatto provare queste farine veramente ottime Valentina..

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Patty Patty 31 Marzo 2014 - 18:08

Bellissime queste stelle…. vero che sono profumate queste farine della Molino Grassi? Io le ho adorate dal primo momento! Un bascione forte forte!!

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burroemalla 4 Aprile 2014 - 10:26

Grazie Patty. E' vero, le farine del Molino Grassi sono profumatissime. La cucina, tra farina e sidro e cipolla era una meraviglia

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MARI Z. 31 Marzo 2014 - 19:43

Davvero vuoi mangiare questo capolavoro fatto a forma di stella!?! Sono troppo belle!! Queste vanno legate con un nastro colorato l'una all'altra per farne un centro tavola! o ci infili una candela per creare una romantica atmosfera in cucina… appese così sono bellissime… le immagino già cullate dal vento sotto una pergola di glicine fiorito, in una notte calda di primavera…<3
Come dici?Sono buone? lo so, lo so!!!! ma prima godo a vederle, poi a gustale! 😉

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burroemalla 4 Aprile 2014 - 10:27

Le ho mangiate eccome ed erano anche parecchio buone. L'immagine che hai creato con le tue parole era molto suggestiva ma io al pane purtroppo non resisto!

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Stefania Shade 23 Aprile 2014 - 9:45

davvero belle queste stelline! posso darti un consiglio? forse dovresti ridimensionare la grandezza delle foto che posti, così grandi non si vedono bene!
A presto
Stefania

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Focaccia ligure di Ezio Rocchi | Burro e Malla 1 Aprile 2015 - 22:46

[…] questa,  che era tra le farine che il molino mi ha regalato alla premiazione per le mie stelle e a me già così è risultata la focaccia più buona che io abbia mai fatto, un impasto che […]

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Una premiazione al Cibus.. | Burro e Malla 1 Aprile 2015 - 22:53

[…] un appuntamento imperdibile anche perché mi sono orgogliosamente piazzata al 3° posto con queste stelle e sarei stata tra le […]

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Burro al profumo di pesto | Burro e Malla 16 Giugno 2016 - 23:39

[…] cosa. Anche le soddisfazioni, quando ci sono state, sono state tutte per Gaia. Quando sono arrivata terza al concorso del Molino Grassi il concorso l’ha vinto Gaia e non Silvia e anche il nome sul libro Il gusto della terra era […]

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