Il mio cammino verso le farine biologiche è stato lento. All’inizio l’unica cosa che avevo in mente era la lievitazione e quindi usavo molto lievito anche perché spesso le ricette principianti proof obbediscono alle regole dell’equazione minor esperienza = maggior quantitativo di lievito e quindi vi si trovano quantitativi di lievito assurdi. Una volta appurato che il pane riuscivo a farlo lievitare, ho incominciato a documentarmi ed ho scoperto che a minor quantitativo di lievito corrispondeva si una lievitazione più lunga ma anche una maggior digeribilità ed un sapore migliore e così ho iniziato gli esperimenti con dosi sempre minori di lievito e mi sono accorta che il pane di metteva di più ma comunque alla fine, ora più ora meno lievitava lo stesso ed era più buono. Il passo successivo è stata l’illuminazione che anche le farine probabilmente influivano sulla qualità del pane (un vero genio io) e questo è successo in concomitanza col mio essere diventata mamma e di conseguenza più attenta a quello che mettevo in tavola all’allora cucciolo d’uomo e così ho scoperto che le farine che usavo ai tempi, prevalentemente 00 e manitoba, non erano esattamente il meglio da usare, soprattutto l’eccessivamente raffinata Manitoba e così mi sono prima spostata su farine integrali ma comunque sempre del supermercato ed alla fine sono arrivata alle farine biologiche rendendomi conto che la differenza c’è e come e che si sente e come..
Queste farine del Molino Grassi sono state una piacevolissima sorpresa anche perché comunque venivo già da farine biologiche e quindi sono stata in grado di apprezzarle appieno.
biologico e farina tipo 1 di grano tenero biologico. Il farro piccolo o
monococco fu tra i primi cereali coltivati dall’uomo, nelle zone più
orientali del Mediterraneo e possiede un alto
contenuto in carotenoidi che uniti alla ricchezza di sali minerali della
farina di tipo 1, garantiscono particolari aspetti nutrizionali e
antiossidanti. In una piccola percentuale ho tagliato con la Multicereali sempre del Molino Grassi, una miscela di farina di tipo 0 di grano tenero Manitoba biologico, farina di segale, orzo, riso ed avena tutti biologici.
La sera, verso le 21, preparate la biga. Sciogliete il lievito in 2/3 dell’acqua richiesta all’interno di una ciotola quindi incominciate ad aggiungere le due farine setacciate ritoccando con l’acqua solo se necessario. Solo alla fine unirete il sale sciolto in poca acqua.
Per l’impasto:
incidendo bene fino ad arrivare alla superficie della spianatoia ma lasciando intatto il bordo esterno e poi ho rigirato le punte premendo da sotto e rivoltandole verso l’esterno fino a formare una stella.
Sono molto contenta di queste farine. Il sapore del pane era veramente eccezionale e voglio ringraziare Valentina e il Molino Grassi che mi hanno dato l’opportunità di provarlo con il contest:
Le mie stelle andranno però anche a far compagnia a qualche altro pane su Panissimo, la raccolta mensile di pani e lievitati ospitata questo mese da una delle sue due mamme: Barbara che insieme a Sandra ha ideato la raccolta.
E anche da Zapach Chleba in Polonia!
12 comments
che belle quelle stelle "volanti"! anche io ci sono arrivata per gradi, prima il lievito, poi le farine, adesso siamo all'acqua… e poi, ogni ambiente ha una sua temperatura e di conseguenza la lievitazione cambia…. per me il migliore è il forno con la luce accesa!
stupendo questo pane, queste stelle me le mangerei tutte subito stamani!
baci
Sandra
eh, si, il cammino è lungo ma imparando si mangia quindi ne vale comunque la pena..
Ma sono bellissime Silvia! Questa è un'arte in cui si apprende a poco a poco e non si finisce mai, qualcosa dagli altri, ma spesso da soli, per tentativi e sbagli…ed oggi ho imparato una nuova forma 😉 grazie mille
Ma grazie a te piuttosto che mi hai fatto provare queste farine veramente ottime Valentina..
Bellissime queste stelle…. vero che sono profumate queste farine della Molino Grassi? Io le ho adorate dal primo momento! Un bascione forte forte!!
Grazie Patty. E' vero, le farine del Molino Grassi sono profumatissime. La cucina, tra farina e sidro e cipolla era una meraviglia
Davvero vuoi mangiare questo capolavoro fatto a forma di stella!?! Sono troppo belle!! Queste vanno legate con un nastro colorato l'una all'altra per farne un centro tavola! o ci infili una candela per creare una romantica atmosfera in cucina… appese così sono bellissime… le immagino già cullate dal vento sotto una pergola di glicine fiorito, in una notte calda di primavera…<3
Come dici?Sono buone? lo so, lo so!!!! ma prima godo a vederle, poi a gustale! 😉
Le ho mangiate eccome ed erano anche parecchio buone. L'immagine che hai creato con le tue parole era molto suggestiva ma io al pane purtroppo non resisto!
davvero belle queste stelline! posso darti un consiglio? forse dovresti ridimensionare la grandezza delle foto che posti, così grandi non si vedono bene!
A presto
Stefania
[…] questa, che era tra le farine che il molino mi ha regalato alla premiazione per le mie stelle e a me già così è risultata la focaccia più buona che io abbia mai fatto, un impasto che […]
[…] un appuntamento imperdibile anche perché mi sono orgogliosamente piazzata al 3° posto con queste stelle e sarei stata tra le […]
[…] cosa. Anche le soddisfazioni, quando ci sono state, sono state tutte per Gaia. Quando sono arrivata terza al concorso del Molino Grassi il concorso l’ha vinto Gaia e non Silvia e anche il nome sul libro Il gusto della terra era […]