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Lo so bene, di fruit tarts o crostate di frutta ce ne sono di tutti i tipi ed in questo periodo dell’anno più che mai, vista la varietà di frutta colorata e profumata che si trova in giro . Per quel che mi riguarda però questa è la versione di crostata definitiva perché è quella che mi ha dato più soddisfazioni quando l’ho presentata a compleanni e cene. L’effetto è molto scenografico, lo vedete da sole e l’impegno per prepararla risulta divertente, come comporre un mosaico cercando di far risaltare i colori nel modo migliore. L’idea l’ho vista su Cookaround ma essendo appunto solo un’idea e non una ricetta, non ho un foglio stampato sul quale poter leggere un nome per ringraziare l’ideatrice. Sono passati almeno una decina di anni ma una cosa ancora la ricordo: nel post si parlava di una festa rionale a Venezia. Se qualcuno si riconoscesse in questi dettagli, si faccia vivo e sarò ben lieta di riportare il suo nome. La ricetta della pasta frolla è quella classica di Montersino e per quel che riguarda la frutta, lasciate briglia sciolta alla vostra fantasia, avendo cura di alternare marmellata chiara con marmellata scura e frutta chiara su marmellata scura e viceversa per ottenere un effetto cromatico più vivace.

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The ultimate fresh fruit tart
Recipe Type: Torte
Author: Silvia
Ingredients
  • Per la frolla:
  • 3oo g di farina 00
  • 180 g di burro di buona qualità
  • 120 g di zucchero a velo
  • 48 g di tuorli (3 tuorli circa)
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • Un pizzico di sale
  • scorza di limone grattugiata q.b.
  • Per la decorazione:
  • marmellata di more, di lamponi e di albicocche
  • frutta a piacere: more, lamponi, mirtilli, fragole, albicocche, banane
  • Gelatina:
  • 150 g di acqua
  • 30 g di succo di limone
  • 15 g di amido di mais
  • 75 g di zucchero semolato
Instructions
  1. Pasta frolla metodo classico :
  2. Lavorate con la frusta a K della planetaria lo zucchero con il burro a 13° circa quanto basta per miscelare i due ingredienti ma attenzione a non montarli. Aggiungete i tuorli uno per volta avendo cura di farne assorbire uno completamente prima di aggiungerne un altro. A questo punto si uniranno l’estratto di vaniglia, il sale e la scorza grattugiata del limone. Solo ora aggiungerete la farina lavorando fino ad ottenere un impasto uniforme.
  3. Fate riposare la frolla in frigo stesa su di un foglio di carta forno e protetta da pellicola trasparente.
  4. Una volta riposata, stendetela ulteriormente fino a foderare una teglia rettangolare o quadrata. Aiutandovi con un righello formate dei quadrati che poi rifilerete con rotolini di frolla e fate anche un cordolino tutto intorno al bordo. Riempite i quadratini ottenuti alternando le marmellate e quindi cuocete a 180° forno statico per 20/25 minuti. Nel frattempo preparate la gelatina: Usando una frusta mescolate l’acqua con l’amido di mais, il succo di limone e lo zucchero e fate cuocere a fuoco basso per 2 minuti circa o comunque finche non diventa spessa e lucida (non vi servirà tutta). E’ a questo punto che comincia il divertimento. Appena la crostata sarà fredda, ripassate di marmellata i quadrati e poi incominciate a decorarli con frutti interi (mirtilli, more, lamponi e fragole se piccole) o tagliati a spicchi (albicocche, banane, pesche) alternando le forme ed i colori quindi spennellate con gelatina.

 

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English version:

I know, the web is full of fruit tarts recipes, especially at this time of the year with the shops displaying colorful and fragrant fruits. To me, however, this is really the ultimate fruit tart because it’s the one who has given me the most satisfaction when presented to birthdays and parties. As you can see, the effect is fabulous, and preparing it it’s fun, like making a puzzle and trying to bring out the colors in their best way. I saw the idea on Cookaround but being an idea and not a recipe, I did not printed it so I cannot thank the person who put the post. It must have been about 8 years ago and the only thing I can remember it is that in that post there was a talk about a local feast in Venice. If anyone recognize these details, please turn up and I will be happy to quote her name. The pastry recipe is a classic one, Montersino’s, while regarding the fruits choice, let free reins to your imagination, taking care to alternate dark and light jam with light and dark fruits to get a more vibrant effect.

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Sweet pastry ingredients:

300 g flour

180 g unsalted butter

120 g icing sugar

48 g egg yolks (3)

1 teaspoon vanilla extract

grated lemon rind

a pinch of salt

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To decorate:

blackberry, raspberry and apricot jam

fruits such as blackberries, raspberries, bananas, cherries, blueberries, apricots

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Jelly:

150 g water

30 ml lemon juice

15 g cornstarch

75 g granulates sugar

Preparation method:

Using the K beater (if you are using a mixer you will use the blades) work the butter at 13° together with the icing sugar careful not to whip it. Add the egg yolks one at time, then the vanilla extract, the salt, the grated lemon grind and, only at this point, the flour and work until you will have a smooth dough. Shape the pastry using a rolling pin, transfer it on parchment paper, cover with plastic wrap and rest in fridge for 30 minutes. Once chilled, roll it again until it won’t be of the thickness you prefer then place the pastry into a baking pan and helping with a ruler, sign the pastry in squares which you will delimit with small rolls of pastry. You will do the same all around the pan. Fill each square alternating dark and light jam then cook in preheated oven at 180° for about 20/25 minutes. Meanwhile prepare the jelly: using a whip combine the water with the cornstarch, the lemon juice and the sugar in a small saucepan and cook over medium heat until clear and thick, about 2 minutes. Let it cool. When the tart will be cold, fill the squares with some more jam then decorate placing into the squares whole fruits (blackberries, raspberries, blueberries and strawberries if not to big) and sliced fruits (apricots, bananas, peaches) alternating the colors, then coat it with jelly (you will not use all of it)

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La ricetta proposta questo mese da Re-cake è assolutamente nelle mie corde dato che io sono una vera cheesecake addicted fin dai tempi in cui abitavo a Londra. In quel periodo, tra affitto e transport, i soldi per il cibo venivano spesi con molto senno quindi si comprava tutto quello che era base e si chiudevano gli occhi quando si passava davanti a certi scaffali che proprio base non potevano essere chiamati. Nemmeno il supermercato poteva essere di quelli cari e così compravamo tutto all’Asda, che era vicino a casa ed aveva i prezzi bassi ma ogni tanto io mi concedevo una visitina a Marks and Spencer e lì sognavo. Scaffali interi di roseo salmone affumicato delle più disparate provenienze, Scozia, Svezia, Islanda, Canada, montagne di formaggi francesi che mi irretivano anche da lontano col loro profumo, frutta fresca da ogni parte del mondo tra cui ciliegie dalla polpa rosso rubino, rambutan con la loro buffa peluria rossa e ananas profumati, pasticceria mignon spolverizzata di zucchero a velo e caramello croccante ricolma di creme, biscotti burrosi con cuori di  marmellata brillante e poi il reparto cibi pronti . Beh, il reparto cibi pronti di Marks and Spencer merita una descrizione a parte. Vi si può trovare ogni tipo di cucina, dalla cinese, all’indiana fino alla libanese e la selezione è infinita:  mini quiche alle verdure, tandoori monoporzione, samosa e springrolls minuscoli e croccanti, piatti di cous cous punteggiati di verdure, sushi simili a piccole composizioni da appendere, scampi grigliati e cosparsi di erbe e scorza di limone, Tabbuleh verdi e rossi, , dhal cremosi, polpettine di ogni genere e colore, insalate di legumi e cereali, coquilles Saint Jacques, lasagne e cannelloni, sughi per condire la pasta, sformati, pizze di ogni tipo, paté e crostini,  per non parlare poi della varietà dei sandwiches.  Tra i dolci si possono acquistare addirittura torte nuziali e poi torte di compleanno, torte con la glassa, semplici chiffon cakes, rotoli farciti di crema al burro e marmellata di albicocche e poi i cheesecakes… Quello ai mirtilli era una cosa divina e a volte, alla fine del mio giro perlustrativo, mi concedevo il lusso di comprarne uno. Erano abbastanza piccoli ma in ogni caso non monoporzione,  eppure riuscivo a mangiarlo tutto da sola, un pezzettino per volta e ogni boccone era libidine pura. Ecco quindi il perché del mio entusiasmo per la scelta di re-cake. Mai cheesecake potrà avere lo stesso gusto di quello che, con tanta fatica, riuscivo a concedermi ogni tanto, ma comunque anche questo è proprio buono..

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No bake berry cheesecake
Recipe Type: dessert
Cuisine: American
Ingredients
  • Per la base:
  • 150 g di biscotti Oreo
  • 50 g di burro fuso
  • 5-6 biscotti Oreo extra
  • Per il cheesecake:
  • 300 g di formaggio philadelphia
  • 250 g di ricotta
  • 400 g di panna
  • 150 g di zucchero semolato
  • La buccia grattugiata di mezzo limone
  • 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 100 g di fragole
  • 150 g di mirtilli, more e lamponi
  • Per decorare:
  • fragole fresche, mirtilli, ciliegie e lamponi
Instructions
  1. Per la base:
  2. Sbriciolate i biscotti aiutandovi con un mixer e mescolateli con il burro fuso quindi livellateli all’interno della forma che avrete deciso di usare, foderata con carta forno. Mettete in freezer.
  3. Per la crema:
  4. Mescolate la crema di formaggio, la ricotta, la panna, lo zucchero, la vaniglia e la scorsa di limone fino ad ottenere un composto liscio e cremoso.
  5. Frullate le fragole e mescolatele con metà della crema ottenuta e poi versate l’impasto sopra il fondo di biscotti e mettete di nuovo in freezer fino a quando non sarà diventato solido.
  6. Togliete quindi lo stampo dal freezer, dividete a metà i 5 biscotti Oreo ed appoggiateli sopra il composto di fragole. Rimettete in freezer per altri 15 minuti.
  7. Nel frattempo riducete 100 g di mirtilli, more e lamponi in purea e mescolateli con il restante impasto per cheesecake. Mescolate i 50 gr. di mirtilli e lamponi interi al composto e poi versate la crema nello stampo.
  8. Coprite e mettete in freezer per almeno 5 ore.
  9. Togliete la torta dal freezer almeno 30 minuti prima di servire e decorate con la frutta fresca

 

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English version

Ingredients for the base:

150 Oreo cookies

50 g unsalted butter

5/6 Oreos

Ingredients for the cheesecake layer

300 g soft cheese

250 ricotta cheese

400 g fresh double cream

150 g granulated sugar

grated lemon rind

1/2 teaspoon vanilla extract

100 g strawberries

150 g blackberries, cherries and raspberries

To garnish:

strawberries, cherries, raspberries and blackberries

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For the base:

Line a tin with parchment paper. Put the biscuits in a mixer then mix them with the melted butter. Chill in the freezer.

For the cream:

Mix cream cheese, ricotta cheese, double cream, sugar, vanilla extract and grated lemon rind until smooth. Puree the strawberries then mix them with half of the cheese cream, spoon it onto the biscuits base then chill in the freezer until it won’t be solid. Take the tin out of the freezer, crumble the 5/six oreos on top of the strawberries cream then put it back in the freezer for 15 minutes. Puree 100 g of blackberries, blueberries and raspberries, mix with the cheese cream left, the 50 g of whole blueberries and raspberries then spoon it on the tin. Cover and leave in the freezer to set for at least 5 hours. Take it out only half an hour before serving decorated with fresh berries.

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Realizzare la torta è stato semplicissimo ma non lo è stato altrettanto scattare le foto con le temperature degli ultimi giorni e le ultime foto purtroppo lo dimostrano!

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La scorsa settimana, nel mio post dell’insalata di spinacini e salmone, ho parlato della mia amica Giulia che dopo aver scoperto questa storia del blog, si lamenta che le ricette sono troppo difficili e richiede a gran voce una categoria “impediti”. Come molti altri miei amici lei, che io avevo aperto un blog non lo sapeva proprio, infatti sono stata in incognito per ben 16 mesi. Perché poi in incognito? Per tanti motivi, primo tra i quali il fatto che nonostante le rassicurazioni della Sandra io non ero certa né di averne le capacità né la costanza necessaria per aprire un blog;  secondo motivo, il naturale pudore che viene dallo scrivere di se che avrei mitigato col fatto di “essere Gaia invece di Silvia”. Terzo motivo le aspettative degli altri, derivanti principalmente da un’estrema insicurezza e anche qui, se non piacevano le ricette di Gaia non era la stessa cosa di vedersi bocciare quelle di Silvia. Il giochino è stato piacevole per un annetto, poi pian piano ha incominciato a pesarmi perché nel gruppo delle Bloggalline e non solo, ho conosciuto tante brave persone delle quali sono diventata amica e tutte le volte che vedevo scritto “Un bacio Gaia” oppure “Gaia, ti abbraccio forte” mi saliva questo senso di malessere perché in realtà, anche se forse la parola sembrerà eccessiva, mi sembrava di ingannare chi mi scriveva. Allora, pian piano, ho incominciato a fare il mio vero nome a chi sentivo più vicina oppure a volte mi è capitato di sbagliare perché magari commentavo un post con il mio vero account di Facebook e poi dovevo correre a cancellarlo e c’è stato anche chi mi ha scritto di fare attenzione che c’era una uguale uguale a me ma con nome e cognome diversi e che controllassi bene questa cosa. Anche le soddisfazioni, quando ci sono state, sono state tutte per Gaia. Quando sono arrivata terza al concorso del Molino Grassi il concorso l’ha vinto Gaia e non Silvia e anche il nome sul libro Il gusto della terra era quello di Gaia anche se poi in realtà, fortunatamente, sono apparsi solo foto e nome del blog. Un bel giorno allora ho realizzato che in realtà ci tenevo ad usare il mio vero nome, che il fatto di essere apparsa come un’altra offuscava un po’ il mio percorso come food blogger e che ero finalmente pronta a riappropriarmi  della mia identità. E ho fatto outing. Sul gruppo delle Bloggalline. E le Bloggalline hanno risposto e mi hanno scritto frasi meravigliose, che resteranno per sempre nei miei ricordi. E così la decisione è stata presa e la storia è finita. Non ho ucciso la povera Gaia Sera, infatti al salone di Torino, per la presentazione del libro, il mio badge riportava tutti e due i nomi, ed anche Facebook e gli account mail sono ancora diversificati  (anche perché non saprei come fare ad unificarli), ma provo una certa tenerezza verso di lei, tanta gente mi ha addirittura detto che quel nome mi stava meglio del mio e proprio ieri un messaggio su Facebook di non so chi, un uomo comunque, in vena di galanterie, che mi scrive: “Innanzitutto grazie della tua amicizia e poi volevo dirti che hai un nome bellissimo.”. Gaia ringrazia!

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Burro al profumo di pesto
Recipe Type: Condimento
Prep time:
Total time:
Una noce di questo burro in una ciotola calda, una grattata di parmigiano e pasta appena scolata, oppure steso su pane integrale tostato col salmone oppure sulle verdure lessate/grigliate o sulle patate, gli utilizzi sono praticamente infiniti. Si conserva tagliato a rondelle nel congelatore e si scongela in un attimo. Veloce da preparare e golosissimo e poi si usa da crudo e il burro da crudo ogni tanto ce lo possiamo concedere no?
Ingredients
  • 250 g di burro salato oppure aggiungete del sale a piacere al burro
  • 30 g di pinoli
  • 40 g di basilico fresco lavato e poi asciugato
  • 1 spicchio d’aglio (eventualmente l’aglio si può omettere)
  • pepe macinato sul momento
Instructions
  1. Mettete in un mixer il basilico con lo spicchio d’aglio e tritate finemente. Aggiungete i pinoli ed azionate il mixer ad intermittenza solo una volta o due perché i pinoli dovranno essere tritati grossolanamente.Tagliate il burro a quadrettini e mettete anche questo nel mixer, salate se avete usato burro senza sale, pepate e frullate fino a quando il burro non si compatterà. Rovesciate su un foglio di pellicola trasparente, dategli la forma di un rotolino e mettete a congelare per un’oretta. Tagliate quindi a fette e conservate nel congelatore.

 

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English version

A nob of this butter in a warm bowl together with grated parmesan cheese and penne or tagliatelle or spread on toasted wholemeal bread together with salmon fish or on /boiled/grilled vegetables or potatoes, you can use this butter for almost everything. You will keep it cut in slices into the freezer because it defrosts in a moment. Quickly to prepare and so yummy, and it’s not cooked so not to bad for our health too.

Ingredients:

250 g salted butter

30 g pine nuts (shelled)

40 g fresh basil, washed and dried

1 clove of garlic

freshly grated black pepper

Put basil and garlic in a mixer and cut thinly. Add the pine nuts and use the pulse because the pine nuts should be cut coarsely. Cut the butter in small cubes and put in the mixer too, season with pepper and mix until you will obtain a sort of mass. Lay it on plastic wrap, give it a roll shape then put it in the freezer for an hour. Cut in slices and keep them in the freezer ready to be used.

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Dopo tutte le emozioni dell’ultimo weekend, con la presentazione del libro al Salone e l’incontro con le amiche bloggalline, anche questo weekend è stato caratterizzato da un evento ad alto tasso di emotività infatti ho finalmente incontrato Emmettì, proprio lei, la Emmettì di Un condominio in cucina. Era già un bel po’ che programmavamo di incontrarci perché io e lei ci siamo proprio piaciute da subito ed il rapporto che è nato scrivendoci ha assunto fin dall’inizio una connotazione fortemente personale e poi lei ha le cognate a Pisa e allora che si fa? Non ci si vede? L’incontro era stato rimandato ma all’ultimo un imprevisto le ha permesso di lasciare per un weekend i suoi impegni e così, da un momento all’altro ci siamo accordate  ed incontrate. Il web mi ha insegnato una cosa che forse potrà sembrare scontata: nonostante la virtualità le persone le senti comunque a pelle e quindi io lo sapevo che Emmettì mi sarebbe piaciuta ma non immaginavo di trovarla così simile a me in tutto e per tutto, anche nella manifestazione fisica dell’affetto; le persone alle quali voglio bene mi piace toccarle, abbracciarle, è come se volessi condividere anche uno spazio fisico oltre che mentale ed affettivo ma non tutti sono come me e quindi a volte mi trattengo. Beh, con lei non c’è stato alcun bisogno. E poi quella rara e straordinaria sensazione  di libertà che dà il poter parlare a ruota libera, senza trattenersi,  il ridere delle stesse cose, le passioni comuni, lo stesso modo di vedere la vita. Emmettì mi ha trasmesso tutto questo ed anche di più, è solare, divertente, intelligente, spontanea, una persona veramente  speciale. E poi è arrivata carica come il ciuchino di Natale con biscottini, grissini, farine, marmellate, baicoli..  L’amicizia è per me, ancora più dell’amore, un sentimento assolutamente puro, non legato ad alcun bisogno o doppio fine e quando si trova si vorrebbe durasse per sempre. Se questo non accade si rimpiange per tutta la vita, così com’è successo a me con Akiko la mia sorella giapponese della quale ho già parlato in questo post ed è per questo che ne faccio tesoro, quando mi capita di incontrarla sul mio cammino. Ed Emmettì sulla mia strada è stata proprio una gran bella sorpresa ❤

 

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Ricettina semplice semplice della categoria “impediti”, categoria che la mia amica Giulia richiede a gran voce. Fresca, light, colorata ed estremamente veloce. Tratta e rielaborata da una rivista ma non ricordo quale. Ottima con qualsiasi tipo di pesce crudo, orata, ricciola, tonno, unica condizione imprescindibile ovviamente che il pesce sia abbattuto a freddo per evitare infezioni da parassiti.

 

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Insalata di spinacini, salmone, fagioli piattelli e lamponi
Recipe Type: Pesce
Prep time:
Cook time:
Total time:
Serves: 2
Ingredients
  • 200 g di salmone, orata, ricciola, tonno fresco ed abbattuto tagliato a filetti oppure a fettine
  • 100 g di fagioli piattelli secchi
  • 100 g di lamponi
  • 100 g di spinacini
  • 2 spicchi d’aglio
  • 3 cucchiai di grappa
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale
  • Pepe in grani
Instructions
  1. Tenete a mollo i fagioli per una notte intera quindi il giorno dopo cuoceteli per un’ora circa in abbondante acqua con gli spicchi d’aglio aggiungendo il sale solo gli ultimi 15/20 minuti di cottura
  2. Lavate bene i lamponi quindi schiacciatene 1/3 in un colino e mescolate il succo ottenuto con la grappa ed un pizzico di sale.
  3. Condite il pesce con la marinata e mettete in frigo.
  4. Lavate accuratamente le foglie di spinacini, asciugate bene e disponete in piatti da portata singola, adagiatevi al centro i filetti di pesce con la marinata, distribuitevi i fagioli, i restanti lamponi e condite con olio e pepe.
  5. Servite subito.

 

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English version

Ingredients:

200 g fresh salmon fish or any other kind of fish such as tuna, sword fish or sea bream cut in fillets or sliced (choose fish that has been previously frozen)

100 g dry beans or 300 g cooked beans

100 g raspberries

100 g fresh spinach leaves

2 garlic cloves

3 tablespoons brandy

Extra virgin olive oil

Salt

Fresh ground pepper

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How to

Soak the beans overnight and the next day cook them for about an hour in plenty of water together with the garlic cloves adding salt only the last 15/20 minutes. Wash the raspberries then press 1/3 of them through a colander then mix the juice with brandy and a pinch of salt. Season the fish with the marinade and put it in the fridge. Wash the spinach leaves, dry well and place in individual serving dishes, put the fish with the marinade in the middle, the beans, the remaining raspberries and drizzle with olive oil. Some freshly grated black pepper and the salad is ready to be served.

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E questo è il ben di Dio che mi ha portato Emmettì:

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Con l’avvento di iFood è stato tutto un susseguirsi di novità straordinarie tra le quali questo splendido libro, Il gusto della terra. Noi bloggalline (per chi non avesse ancora chiara la storia delle Bloggalline please read here ) e nella fattispecie Cri, avevamo inizialmente pensato ad un calendario i cui proventi sarebbero andati in beneficenza, un modo per dare una mano anche noi, nel nostro piccolo. Un calendario però, è subito parso evidente, non avrebbe permesso ad ognuna di contribuire ed invece noi volevamo qualcosa che coinvolgesse tutte e quindi è la scelta si è spostata su di un libro. Ovviamente nelle previsioni c’era qualcosa di molto semplice e, problema non secondario, avremmo anche avuto bisogno di un editore che credesse in noi. Con l’incontro al Poggiale però  i grandi capi di Net Addiction ci hanno manifestato la loro volontà di darci una mano a realizzare il nostro sogno ed è inutile dirlo, questo ci ha anche dimostrato la fiducia che avevano in questo piccolo grande gruppo di food blogger. Il lavoro che c’è stato dietro alla realizzazione io posso solo immaginarlo, ma quello che so è che nessuna di noi l’ha presa alla leggera e ci siamo dedicate anima e cuore a questo progetto. Il libro raccoglie 115 ricette di 113 autrici divise per capitoli che rappresentano delle macrocategorie di ingredienti semplici, di largo consumo e il più possibile economici che provengono da coltivazioni di paesi in via di sviluppo. Ognuna di noi è ha scelto l’ingrediente e la ricetta ed ha scattato la foto e già questo ha comportato numerosi problemi perché siamo tante ed ognuna con uno stile di fotografia diverso ma dovevamo trovare un modo comune di rendere il piatto per evitare che il libro avesse un effetto patchwork e renderlo invece più armonico possibile. Le nostre famiglie si sono perciò dovute sorbire la stessa ricetta innumerevoli volte perché una volta scattate le foto, queste venivano sottoposte all’approvazione della redazione e del team grafico e se non andavano bene la ricetta andava ricucinata e rifotografata con conseguente sollievo della mia famiglia quando la mia è stata finalmente approvata. Le ricette sono poi state messe insieme e qui è incominciato il lavoro di correzione, impaginazione e tutto quello che serve affinché un progetto diventi reale. Il progetto editoriale è stato curato da Cristina Panizzuti e Lina d’Ambrosio che hanno svolto un lavoro egregio. Come se tutto questo non bastasse, il nostro libro ha avuto come vetrina di lancio il Salone internazionale del libro di Torino e, ciliegina sulla torta,  la prefazione dello chef Luca Montersino che, cosa insolita per uno chef, ha mostrato di capire quanto lavoro ci possa essere dietro ad un blog. A Torino ci siamo ritrovate quasi tutte, anche quelle che non avevano partecipato ed è stata una vera festa. Ho avuto la possibilità di conoscere due splendide persone che avevo incontrato solo virtualmente e che già da sole avrebbero giustificato il viaggio, la Patty e la Terry che hanno reso la mia giornata ancora più bella e poi tante altre bloggalline: Vaty, Monica, Roberta, Valentina, Emanuela, Mimma e Marta, Mamma Luci, Sara. La sera poi c’è stato un evento bellissimo ai Docks Dora di Torino dove ho potuto godere della compagnia di Jessica, Marta, Giulia ed Elisabetta con la nana a seguito ed ho anche finalmente conosciuto Betulla. Ci siamo separate, come sempre, con un po’ di tristezza al pensiero che passeranno mesi prima di rivederci ma in realtà resteremo in contatto quotidiano e questa è un’altra delle cose belle del gruppo: il rapporto che abbiamo creato tra di noi, tante, diverse, di ogni età e professione ma sempre disposte ad ascoltare, a dare un consiglio, che sia per la dose dello zucchero oppure per il litigio col marito. E questo libro è il primo di una collana firmata iFood che ci porterà ancora insieme, anche se ognuna nella propria cucina ed io non potrei veramente chiedere di più!

Grazie bimbe ❤️

 

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I proventi dei diritti d’autore delle Bloggalline verranno interamente devoluti alla Fondazione Banco Alimentare

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