Oggi, invece di tante tristezze vi racconterò una fiaba perché una storia del genere sembra appunto questo: una fiaba. Una fiaba che parla di quanto le donne sappiano essere forti, quando serve davvero.
Francesca, la chiameremo così, è un’italo argentina che ha molto girato nella sua vita e che molto si è data da fare. In cerca di lavoro ha lasciato casa sua e si è trasferita in Francia dove pian piano è riuscita a farsi una posizione partendo dal gradino più basso fino a diventare responsabile di un hotel a Parigi. Le si è offerta la possibilità di un miglioramento e lei, senza farsi fermare dal fatto che avrebbe dovuto cambiare nuovamente, dopo anni, le sue certezze ed i suoi punti fermi, ha mollato tutto ed è approdata a Milano. Ha fatto carriera anche qua perché Francesca è una donna molto in gamba, è intelligente ed intraprendente. A Milano ha conosciuto suo marito e dopo un pò hanno deciso di comune accordo che c’era la necessità di un cambiamento, di un rallentamento dei ritmi, del prepararsi nel migliore dei modi a diventare una famiglia. E così Francesca ha di nuovo mollato tutto e con la sua famiglia che nel frattempo era cresciuta, si è trasferita in Toscana dove, grazie al suo lunghissimo curriculum, ha ottenuto un posto di responsabilità in un famoso hotel. Ma presto il terzo figlio, il più piccolo, ha incominciato a manifestare un certo disagio che, hanno sentenziato i medici, derivava dal poco tempo passato con la mamma che, per la sua posizione, era molto occupata e quindi spesso fuori casa. E allora Francesca si è inventata, di nuovo, una vita diversa ed ha aperto, insieme a suo marito, un piccolo agriturismo, molto carino e ben curato, sulle colline toscane. Francesca è un’ottima cuoca e quindi ben presto l’agriturismo ingrana, i clienti non mancano e nel frattempo trova anche il tempo per crescere, e bene, i suoi tre stupendi ragazzi. Ma poi, come in tutte le fiabe che si rispettino, arrivano i problemi. Tanti dei suoi clienti sono italiani e quando la crisi comincia a farsi sentire, il numero diminuisce fino a che la famiglia si trova in difficoltà. Il marito di Francesca non è Francesca e d’altronde ognuno ha il proprio carattere e non se la sente di mettersi a cercare lavoro distante da casa dato che in zona non si trovano grandi e neppure piccole opportunità; così Francesca si rimette in gioco, per l’ennesima volta. Spedisce curriculum in ogni dove, ricevendo sempre la stessa risposta negativa perchè in Italia non trovano lavoro i giovani quindi figuriamoci una donna alla sua età, 53 anni. Non ha alcuna chance e così prende una decisione: partirà per andare a cercare lavoro a Londra e spedirà quello che riuscirà a tirar su ogni mese alla famiglia. E Francesca parte davvero. Arriva a Londra con un biglietto di sola andata e due notti pagate in un alberghetto e comincia a battere letteralmente la città alla ricerca di un lavoro. Anche a Londra però questo incomincia ad essere un problema, soprattutto a causa di tutti gli europei che, senza possibilità alcuna in casa, si trasferiscono lì con il miraggio di una vita migliore. Ma Francesca non si fa fermare da questo. Si trasferisce in un appartamento in periferia che ovviamente deve condividere, si compra una vecchia bicicletta per non spendere in mezzi pubblici e continua la sua ricerca. A Londra perlomeno risolve l’impedimento principale a trovare un lavoro, la sua età, infatti nei curriculum o nei colloqui è proibito chiedere l’età perché viene considerata discriminazione.
Finalmente trova lavoro in un ristorante turco. Lavora dalle 5 del mattino fino alle 16 quando, correndo sulla sua bicicletta usata, si trasferisce in un’altra zona dove lavora altre 3 ore. A pranzo mangia un panino, a cena poco di più, gira in bici, risparmia su tutto ciò che può ma nonostante questo non riesce a mandare a casa più di tanto perché le spese sono comunque quelle di una grande città. La notte piange, per la nostalgia dei suoi figli e per la paura di non farcela, di non riuscire ad essere d’aiuto alla sua famiglia. Poi, pian piano le cose incominciano a girare. Trova lavoro in un grande magazzino sul genere della Rinascente, il salario aumenta ma lei continua comunque, instancabilmente, a lasciare curriculum nelle agenzie. Ed ecco che un giorno la contatta una di queste proponendole un incontro con una signora russa che sta cercando una segretaria personale. Lei si presenta al colloquio che avviene nella “casa” della signora, un lussuoso appartamento con vista su Hyde Park. Il lavoro che le viene proposto è quello di segretaria tuttofare con mansioni che vanno dal badare il figlio di nemmeno un anno, all’organizzazione di feste come anche alla gestione dell’amministrazione semplice della casa, tutte cose che Francesca può fare ad occhi chiusi. Il salario è ottimo, lei si dovrà avvicinare alla famiglia trovando un appartamento in zona ma l’affitto le sarà pagato in parte dalla sig.ra russa, quindi questo rappresenterebbe un notevole miglioramento delle condizioni di vita. C’è solo un piccolo intoppo: deve essere disposta a vivere all’estero almeno 4,5 mesi all’anno. “Ma io ho tre figli che già così riesco a riabbracciare solo ogni 3 o 4 mesi. Come potrei fare se dovessi passare 4 o 5 mesi in un paese lontano? Non mi posso permettere di pagare il volo”. “Ma non andiamo tanto lontano cara” le risponde la sig.ra russa. “Questi mesi li passiamo in Italia”. Francesca fa due rapidi conti: se anche la portassero a Canicattì oppure al confine con la Svizzera, avrebbe la possibilità di vedere i suoi figli comunque più di quanto non li veda ora, quindi chiede alla sig.ra: “Dove, precisamente, in Italia?” “Ah, non ricordo mai il nome, Pappiaia, Pacchiaia, qualcosa del genere, comunque guarda, ti faccio vedere la cartina” e le indica su di una cartina il paese dove la famiglia si trasferisce, una volta all’anno, per 4,5 mesi. Francesca guarda la cartina e poi incomincia a piangere e piangerà così tutto il giorno, perché il paese è esattamente a 15 km da casa sua, proprio lì che i russi hanno comprato una villa con un’assurdità di ettari di terra intorno come compleanno per la figlia di 18 anni e che vogliono far diventare una residenza di lusso per artisti. E così Francesca è di nuovo qua, a casa. Le hanno dato un appartamentino vicino alla villa dove, la sera, i suoi figli la possono raggiungere e quando tornerà a Londra, prenderà in affitto un posto dove magari ospitarli se decidessero di studiare lá.
E questa è la fine della storia di Francesca, una storia che parla di coraggio, di sacrificio e di impegno premiato.
E con quali parole più adatte di queste posso chiudere questo post?
Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c’è da rimanerci secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.
A. Baricco – Oceano mare
Questi deliziosi biscottini li ho visti qui, nel condominio delle più simpatiche svalvolate del pianeta, proposti da Maria Teresa, accipicchia a lei che tutte le volte mi fa prendere qualche kg con le sue ricette, che a sua volta li aveva visti qua. In questa complicatissima catena di Sant’Antonio una cosa è certa: questi biscottini creano una vera e propria dipendenza. E poi non dite che non vi avevo avvertito eh..
Ingredienti:
120 g di cioccolato fondente
100 g di cioccolato al latte
200 g di farina (io Petra 5)
100 g di burro
100 g di zucchero
2 uova
1 cucchiaino di lievito in polvere
Granella di zucchero per decorare i biscotti
Ho fatto sciogliere i cioccolati a pezzettini insieme al burro nel microonde ma se non avete il microonde basta un bagnomaria. Nel frattempo ho montato le uova con lo zucchero nella ciotola del Kenwood a vel. 5 per 5 minuti. Il composto dovrà diventare chiaro e spumoso. Vi ho poi versato i cioccolati col burro ed ho continuato a montare finché il composto non ha cambiato consistenza. Ve ne accorgerete perché diventerà pian piano più sodo. Ho aggiunto la farina setacciata con il lievito ed ho continuato a montare a vel. 3 fino a quando il composto non ha incominciato ad essere troppo sodo. Non dovrà assolutamente colare via dalle fruste.
Ho lasciato in frigo a riposare per 3 ore e quando è finalmente diventato gestibile ho preriscaldato il forno a 180°, ho prelevato delle palline piccole come nocciole che ho adagiato con delicatezza su di una teglia da forno coperta da cartaa forno, ho decorato con la granella di zucchero ed ho cotto come da precise istruzioni per 13 minuti esatti.
Successo garantito!
English version
Today, instead of sad things like my last post, I will tell you a fairy tale because this story seems more a fairy tale than reality. A fairy tale that speaks of women, of how women can be strong if needed, strong as rocks, mighty as oaks.
Francesca, that’s how I will call her, is an italo-argentine who has always done very much in her life. She has left Argentina looking for a job and she has moved to France where she had slowly moved from the lowest position to be a manager in a hotel in Paris. Then she has been offered a better position and, without being stopped by the fact that she had to start all over again, she left France and landed in Milan. Here she also made good, because she is an intelligent and willing woman. In Milan she met her husband and after a while they decided that it was high time for a change, a slowdown of the rhythms to start a family. So Francesca dropped again everything and, with her family who had grown, she moved to Tuscany where, thanks to her experience, she immediately got a job with a good position in a local hotel. But very soon her third son, the youngest one, begins to show some kind of problem that, the doctors say, depend on the poor time the mother spends at home. So Francesca invents again a new life and open, together with her husband, a small bed and breakfast, very nice and cozy, on the Tuscan hills. Francesca is a very clever cook and soon the B&B start to work vey well and in the meantime she even manage to grow her three beautiful kids. But, as always in fairytales, problems begin. Many of their clients are Italian and, as the crisis begins to bite, the clients become fewer and fewer until the family is in trouble. Francesca’s husband is not Francesca, and he cannot bring himself to change his life and go somewhere else to look for a job because in the area there are not opportunity left for them, so Francesca, again, has to do something. She is now 53 and in Italy there aren’t jobs for younger, let alone for someone her age. So, she takes a difficult, almost impossible decision for a mother: she will go to London to look for a job and each month she will send home whatever she manage to save. And Francesca leaves Italy. She arrives in London with a one-way ticket and two nights already paid in a small hotel and she begins to search the city for a job. Even in London, however, its starts to be a problem to find it because so many Europeans move there because of the crisis in their countries. But Francesca cannot be stopped. She moves to an apartment in the suburb where she shares bathroom and kitchen, she buys an old bicycle because the transports are too expensive and she continues her search. One problem at least is solved: in her curriculum she doesn’t have to put her age because in England it is considered discrimination.
She finally finds a job in a Turkish Restaurant. She works from 5 am to 4 pm and then she moves with her bicycle to another area where she works other 3 hours. For lunch she eats a sandwich, for dinner not much more, she goes around by bike, she saves on everything she can but still this is not enough because London is a very expensive city and at night, she cries for her kids and for the fear of not being able to help her family. Then, slowly, things start to change. She finally finds a good job in a sort of department store and her wage increases a bit, but she still continues tirelessly to leave curriculum in agencies. And then, one day, one of these contacts her proposing a meeting with a Russian lady who is looking for a personal secretary. The interview takes place in the lady’s “home”, a luxury apartment overlooking Hyde Park. The job she proposes to Francesca is easy: she will have to look after the lady’s child, do some party organization as well as to manage the house administration, all thing Francesca can do easily. The salary is very good, she will have to find an accommodation in the area but the Russian lady will pay for a part of it so it would be a big improvement to her life but, unfortunately there is a but: Francesca must be available to live abroad for 4,5 months a year. “But I have three kids who I hardly manage to see living in London. What could I do if I were to move very far from them? I cannot afford an expensive ticket” “But we won’t go that far, dear” assures her the Russian lady. “We will spend these 4,5 months in Italy”.
Francesca frantically think: if they could even take her to Sicily, in the far Sud or close to Switzerland, in the far north, she would have bigger chances to see her kids than if she were in London. Then she asks the Lady: ” Where, precisely in Italy?” “Ah, sorry, never remember the name. It’s something like Pappiaia, Pacchiaia, something like that. Let me show you on a map” and indicates the place where Francesca will have to spend at least 4 months every year. Francesca looks at the map and then begins to cry and she will cry all the day long, because the place it’s 15 km away from her home. The Russians have bought there a beautiful villas with hundreds of hectares as a birthday for their daughter’s eighteen birthday and they want to make there a luxurious residence for famous artists. So now Francesca is there, at home. They have given her a small flat close to the villa where, in the evening her sons are able to reach her and, when she will return to London, she will rent a place where they will be able to stay, in case they decided to study there.
And this is the happy ending of the story, a story made of courage, sacrifice and commitment.
And what better words to close my post if not these?
Women do things,sometimes, you could drop dead.
You could spend a lifetime trying but you would never be able to have that lightness they have, sometime. They are light inside. Inside.
A. Baricco – Ocean Sea
Ingredients:
120 g of dark chocolate
100 g of milk chocolate
200 g of plain flour
100 g of butter
100 g of sugar
1 teaspoon baking powder
Grain sugar to decorate cookies
I have melted the two chocolates together with the butter using the microwave. Meanwhile I have beaten the eggs with the sugar in the Kenwood bowl for 5 minutes at speed 5. The batter will become light and fluffy. I then poured inside the bowl the two chocolates and butter and I continued to beat until the mixture changed texture. You’ll understand because it will become harder. I added the flour sifted with the baking powder and continued to beat at speed 3 until the batter did stick to the whisk.
I left it in the fridge for 3 hours and when it finally became manageable I preheated the oven at 180°, I made small balls as big as an hazelnut that I laid on a tray covered with greaseproof paper, I decorated the cookies with the grain sugar and cooked for exactly 13 minutes.
Believe me: success guaranteed!
9 comments
Quando mi emoziono rimango così.., dentro questo quadratino bianco a pensare: e adesso? cosa scrivo?
Quando mi emoziono rimango cosi…: senza parole!
Grazie Gaia! ♥
♥ Anche a me è successo così. Sono riuscita solo a piangere..
Ma quanto di leggo sempre con piacere io!
Ciao Gaia, bellissimi e buonissimi biscotti.
Ciao,
Tiziana
Ho letto tutto d'un fiato la storia di Francesca.
Senti Gaia, ho scritto e cancellato più volte perché non credo di riuscire ad esprimere ciò che ho provato mentre scorrevo le righe. Ogni volta mi dicevo ora finisce, finisce bene e invece no ce n'era sempre un'altra. Siamo forti noi donne,dobbiamo esserlo per forza.
Mi ha colpito questa cosa del curriculum senza l'età…già…altro che discriminazione.
I biscottini della mia socia danno veramente dipendenza, penso che straccerò la ricetta. 😉
Un abbraccio Gaia.
Eh, si, gli inglesi sono proprio su un'altra lunghezza.. Comunque mi ha fatto riflettere il tuo "siamo forti dobbiamo esserlo per forza" perché è proprio vero. Se anche non fosse nella nostra natura comunque da qualche parte la forza la dobbiamo tirare fuori e lo facciamo. Grande risorsa le donne.. E pensare a quante ce ne fanno 🙁
sii leggera anche tu Gaia, sii leggera e sii felice.
sei stupenda
Come mi piace leggerti
Ciao Gaia
Ciao bellissima storia e ricetta.
Si possono fare anche con cioccolato bianco?
Monica
Allora Monica, io non li ho mai fatti ma volevo chiederti: tu vorresti proprio sostituire tutti e due i cioccolati con quello bianco? Considerando però che il cioccolato bianco è molto ricco di burro di cacao, se vuoi provare secondo me dovresti per prima cosa ridurre il quantitativo di cioccolato a 150-170 g massimo e poi io dimezzerei anche la quantità dello zucchero altrimenti penso che risulterebbero eccessivamente dolci. Con queste accortezze secondo me potresti avere biscotti altrettanto buoni di quelli con i cioccolati al latte e fondente. Fammi sapere se sei rimasta soddisfatta del risultato e grazie per essere passata di qua 😘