Bocconcini di schiacciata fiorentina

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-In realtà era lo stupore a fregarlo. Lui non aveva difese contro la meraviglia. C’erano cose che uno qualunque avrebbe tranquillamente guardato, magari ne sarebbe anche stato un po’ colpito, magari si fermava anche un attimo, ma poi era in fondo una cosa come le altre, ordinatamente in fila con le altre. Ma per Morny, quelle stesse cose erano prodigi, esplodevano come incantesimi, diventavano visioni. Poteva essere la partenza di una corsa di cavalli, ma poteva anche essere semplicemente un improvviso colpo di vento, la risata sul volto di qualcuno, il bordo d’oro di un piatto, o un niente. O suo padre sulla sedia a dondolo e Jun che lentamente si volta e rientra in casa. La vita faceva una mossa: e la meraviglia si impadroniva di lui-
A. Baricco Castelli di rabbia

 

Tanto tanto tempo fa i miei genitori avevano una coppia di amici con una figlia più o meno della mia età e ogni volta che ci vedevamo a cena, fosse stato anche 5 volte la settimana, la figlia portava la schiacciata fiorentina fatta da lei. Come se non bastasse, oltre alla noia dello stesso dolce ogni santa volta, c’era anche tutto un cerimoniale da seguire. Alla fine della cena la gentile signora diceva alla figlia: “Carla, vai a prendere la sorpresa”. La figlia si alzava, usciva e rientrava con questa torta in mano, rigorosamente coperta. Con una suspence intollerabile alzava piano piano la carta che la proteggeva e a quel punto partivano gli oh………  deliziati di tutti i commensali. Poi la figlia la tagliava a fette e di nuovo tutti noi scemi, come se fosse la prima volta, giù di ah, e oh, e com’è buona, eccezionale, come lei non la sa fare nessuno (e diciamoci pure che oltre a quella altro non sapeva fare purtroppo). Non c’è da stupirsi quindi se da allora io la schiacciata fiorentina non l’ho più voluta nemmeno vedere, ma sappiamo tutti che la vita è così, uno corre corre corre e poi si ritrova esattamente al punto di partenza e così anch’io dopo tanti anni sono tornata sui miei passi ed ho deciso che dovevo dare un’altra chance alla povera schiacciata. Per dissociarmi comunque dalla schiacciata simil Pan di Spagna che portava la tra l’altro poco simpatica Carla e che era fatta con lievito Bertolini, ho deciso di andarmi a cercare in rete una ricetta di quelle con tutti i crismi, con la pasta madre e possibilmente almeno due giorni di lievitazione e, su suggerimento della gentilissima Antonella del gruppo di Panissimo sono arrivata qui!
La ricetta di Mina è laboriosa e questa schiacciata si prende il suo tempo, ma il risultato lo vale veramente.
E per dissociarmi ulteriormente ho tagliato dei quadrotti individuali e li ho riempiti, invece della classica forma rettangolare
                                                 Alla faccia della schiacciata della Carla!

 

Vi serviranno (oltre alla pazienza)
Per il primo impasto:
280 g di farina 00
160 g del licoli della Sandrina rinfrescato 3 volte
90 g di acqua
80 g di succo di arancia
20 g di zucchero
Per il secondo impasto:
100 g di zucchero (che raddoppierò perché per i nostri gusti lo zucchero era veramente poco)
80 g di burro
20 g di farina
2 uova intere più un tuorlo
Un pizzico di sale
La buccia grattugiata di una grossa arancia
1 g di spezie tipo macis, cannella, chiodi di garofano, pepe (io non l’ho messe)
Panna montata e zucchero a velo per la guarnizione
Esecuzione:
Per prima cosa la sera prima ho mescolato lo zucchero con la buccia grattugiata dell’arancia perché ne assorbisse tutto il profumo per il secondo impasto. Ho proceduto ai rinfreschi del licoli in modo che fosse bello sveglio al momento di andare ad impastare, facendo il penultimo rinfresco prima di andare a letto e l’ultimo al mattino verso le 8. Alle 11 ho messo il licoli con lo zucchero e la farina nella Miss Baker e quindi ho aggiunto l’acqua mescolata con il succo di arancia. A questo punto però la Miss Baker ha dato forfait ed io mi sono ritrovata con l’impasto ancora non impasto nella ciotola, da trasferire nel Kenwood e fosse solo questo… Avevo preparato il primo impasto della schiacciata di Pasqua moltiplicando per due gli ingredienti ed ora avrei dovuto dividerlo per poterlo lavorare. La maledizione della Carla incominciava a diffondersi in casa mia!
Ho completato l’impasto nella planetaria fino a quando non è arrivato a formare il classico velo ed a quel punto ho fatto qualche piega strech and fold ed ho messo a riposare in una ciotola protetta da pellicola dentro al forno con la lucina accesa. . La cosa mi aveva però portato a perdere un sacco di tempo, così la mia tabella è slittata miseramente. Alle 16,30 circa  il primo impasto era lievitato, così l’ho messo nel Kenwood, poi ho sbattuto leggermente le uova e ed ho incominciato ad aggiungere poco per volta un po’ di zucchero, un po’ d’uovo ed una spolverizzatina di farina attendendo ogni volta che incordasse prima di aggiungere un’altra mandata degli ingredienti. Terminato completamente lo zucchero, le uova e la farina, ho introdotto il burro morbido a pezzettini, anche in questo caso aspettando che fosse assorbito completamente prima di aggiungerne altro ed ho aspettato che lavorando piano piano l’impasto raggiungesse nuovamente l’incordatura. Io ho dovuto aggiungere ancora un poco di farina ma come sempre dipende molto dal tipo di farina e dall’umidità quindi vedete voi. Alla fine ho aggiunto il sale. Ho imburrato una teglia di alluminio di quelle che si usano per le lasagne, l’ho infarinata per bene, l’ho rimessa in forno coperta e con la lucina accesa ed ho aspettato che la lievitazione facesse arrivasse l’impasto fin quasi al bordo e a quel punto si erano già fatte le 22,30. Ho preriscaldato il forno a 230° ed ho infornato sulla griglia bassa del forno, abbassando immediatamente la temperatura a 190. Dopo una ventina di minuti comunque ho abbassato ulteriormente a 180° ed ho protetto con carta argento perché si stava scurendo troppo ed ho proseguito la cottura per altri 15 minuti, seguendo la preziosa indicazione di Mina che indicava di accertarsi con un termometro digitale che la temperatura al cuore fosse 98° perché la schiacciata fosse cotta. Ho aspettato che si freddasse, ho tagliato a bocconcini. ho riempito con panna montata zuccherata ed ho spolverizzato di zucchero a velo

 

Con questi bocconcini spero di essere la prima a postare su Panissimo di Maggio che è tornato dall’altra sua mammina, Sandra. Ce l’ho fatta?

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4 comments

sandra pilacchi 2 Maggio 2014 - 15:57

la Carla la mandiamo a quel paese, la schiacciata alla fiorentina no! a me con tutti quei buchini nella pasta mi sembra proprio lei, morbida e soffice, profumata e del colore giusto. se poi ci mettiamo anche la panna nel mezzo… io porto i pan di ramerino e tu porti la schiacciata, ci si trova a metà strada e si fa merenda insieme!
e le foto? quegli sbuffetti di panna… mi verrebbe da prenderne un po' con il ditino!
Baci
Sandra

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MARI Z. 3 Maggio 2014 - 12:39

Ecco qui quella che la schiacciata fiorentina non l'ha mai assaggiata! Aspetta un pò che prendo nota e alla mia prossima trasferta a Firenze, giro in città alla ricerca di quella migliore!! 🙂

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Silvia 4 Maggio 2014 - 7:57

Anche io mai mangiata! Devo rimediare!
Ho riso sin dall'inizio ché già avevo immaginato che la tizia ti stesse un poco sulle…scatole! Infatti andando avanti a leggere ne ho avuto la conferma! Ma come darti torto?!? E poi come si fa a chiamare sorpresa una cosa portata e riportata di continuo a casa delle stesse persone! Hai ragione Gaia a non volerla mangiare per anni!
Sicuramente seguirò il tuo consiglio per quanto riguarda il raddoppio di zucchero.
Alla prossima!

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Silvia Collicelli 5 Maggio 2014 - 16:27

Davvero carino il tuo blog! complimenti.
un abbraccio
Silvia

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