Questo è l’impasto che mi porterò dietro per la vita, poco ma sicuro, perché è veloce, non si sporca quasi nulla, semplice ma nonostante tutto ciò il risultato è un pane che sembra comprato da quanto è bello. Poi, oltre a questo, è un pane che perdona, non importa se si sbaglia qualche cosa nell’esecuzione (e comunque come si fa a sbagliare a mescolare perché nient’altro è richiesto) oppure se si lascia lì un poco più a lungo, viene sempre bene e scusate se è poco. Questo pane l’ho visto per la prima volta qui e poi, come seguendo il filo di Arianna, ho scoperto sempre più persone che ne parlavano, che lo conoscevano, che lo cuocevano ogni settimana e così, dato che volevo avere la certezza di leggere le parole del suo papà, Jim Lahey, proprio come le aveva scritte, senza perdermi ne un accento ne una virgola, mi sono comprata su Amazon il libro in lingua originale (ora credo esista anche in Italiano) ed ho incominciato dall’abc. In realtà le ricette sono tante ma il sistema di base del pane no knead (senza impasto appunto) è sempre lo stesso: far lavorare il pane al posto nostro quindi nessun sbattimento, una mescolata a farina, acqua e lievito, un lungo riposo e conseguente lievitazione, una serie di pieghe, altro riposino, questa volta più breve, e cottura. La cottura prevede l’utilizzo di un dutch oven (casseruola di ghisa) ma ho letto di no knead bread cotti nel pirex, nella terracotta, nell’acciaio, come pure senza nessuna pentola, solo sulla refrattaria. Io sono partita con una casseruola di ghisa comprata in saldo all’Ikea che però era un po’ grandina, 28 di diametro, così ne ho comprate altre due, una da 20 e una da 24 ma devo dire che quella che uso di più è quella da 20, quella delle foto. Non disdegno però di usare lo stesso impasto per cazzottino, stecche ed anche pizze e focacce. Oh, che vi devo dire, con questo impasto ci viene buono proprio tutto.. Una volta ho anche provato a farci le brioche, ma questa ricetta ancora devo perfezionarla un po’.
Ingredienti:
In una ciotola media (dipende ovviamente da quanto impasto preparate) mescolate la farina, il sale ed il lievito secco. Aggiungete l’acqua e mescolare il tutto usando un mestolo di legno oppure le mani (ma con le mani è molto più bello). L’importante è che non si impasti per più di un minuto. Il risultato dovrà essere un impasto molto bagnato ed appiccicoso, assolutamente non uniforme. Coprite con pellicola la ciotola e lasciate riposare a temperatura ambiente, lontano dalla luce del sole, da un minimo di 12 ad un massimo di 18 ore (io faccio 18 di solito) fino a quando la superficie non sarà piena di bolle e l’impasto più che raddoppiato. La lenta fermentazione è il segreto.
7 comments
basta e avanza essere americani per essere definito "etnico"!!!
ieri sera ho sperimentato anch'io e oggi inforno, vediamo che succede: se mi viene bello la metà del tuo mi riterrò soddisfatta!
grazia Gaia!!!
Sandra
benvenuta in questo "pazzo" mondo dei food blogger, ora ti seguo, pane strepitoso!! Un abbraccio SILVIA
Pazzo ma bellissimo. Grazie del benvenuto Silvia. Vedrò di fare del mio meglio
Ciao e benvenuta…fico il pane in pentola…ora ci provo…qls cosa sono a disposizione
ciao
L
Grazie. Sei molto gentile. A dire la verità con questa storia del blog mi sto rendendo conto di quante persone disponibili si trovino ancora in giro e in questi tempi bui mi fa particolarmente piacere..
figurati…ti chiederò un sacco di consiglio…sei pronta…
E io son qua. Nessun problema!