Ingredienti:
Ci sono delle storie che per raccontarle servono romanzi, intere pagine di dialoghi, lacrime e fazzoletti sprecati.
Scaldami il cuore stanotte
costringimi a perdere il controllo
tienimi la testa alta
guardami mentre perdo l’anima
aiutami a sopravvivere
Il Brutto è stato il primo pane che ho mangiato a Viareggio. Qua da noi, in un’altra parte di Toscana, con la tradizione che si confà a quest’Italia dove ti sposti di 20 km. e le tradizioni culinarie cambiano, il pane si mangia “sciocco” e se vuoi trovare un pane salato devi chiedere e non ci sono che due o tre pani tra cui scegliere. A Viareggio invece si sente già l’aria ligure, il pane è rigorosamente salato, e quando un negozio di alimentari ha a disposizione tra i suoi pani quello sciocco di Altopascio, avverte la clientela con un cartello in bella vista.
Il Brutto non è un vero e proprio pane integrale, infatti la sua percentuale di farina bianca è di molto superiore al contenuto di integrale e non è neppure un pane di quelli spessi, densi, con la mollica compatta che diventa una specie di tavolozza sulla quale stendere brillanti colori di marmellata. La mollica del Brutto è abbastanza alveolata e la marmellata a volte cola ma è un buon pane, non ha un sapore troppo importante e si sposa bene con tutto.
Questa versione l’ho presa qui, su Gennarino. Ho cercato qualche sito di zona dove trovare la versione originale ma non ho trovato nulla e quindi prendo per buona questa.
Il pane è buono, non esattamente quello che compro ma del resto l’ho cotto nel forno elettrico e la temperatura la differenza la farà o no?
Il mio però ha una particolarità che altri Brutti non hanno. E’ un pane alluvionato e quindi per fare le foto ho usato i sacchi di sabbia della protezione civile per scaramanzia, con la speranza che in futuro mi servano solo per questo: come supporto per il pane che cucino!