Ma quant’è figo ‘sto Fico!

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Metti le vacanze di Natale. Metti che dopo il primo comprensibile momento della serie “se volete fare qualcosa non chiamatemi nemmeno perchè io da questo divano mi alzerò solo l’8 di gennaio” l’immobilità venga anche un pò a noia, metti il consorte che torna all’attacco con quello che mi propone dal 15 novembre e metti anche che si vengano a creare tutte le condizioni essenziali grazie alle quali l’adolescente ci regali la sua presenza ed ecco che strizzati in 5 in macchina e con un contenitore termico grande quanto tutto il bagagliaio si parte alla volta di Bologna per visitare il nuovo tormentone di queste vacanze natalizie: Fico, Fabbrica Italiana Contadina, l’appena inaugurato Parco agroalimentare più grande del mondo. Due numeri: 100.000 mq tra dentro e fuori  dei quali 2 ettari di orti e allevamenti, 45 luoghi di ristoro tra bar, pizzerie, stalls di street food ed anche qualche ristorante stellato, 40 marchi presenti direttamente dentro al parco con le loro fabbriche-laboratorio, 100 botteghe artigiane, 10 aule didattiche, 6 giostre tematiche ed un giro d’affari annuo stimato in 80 milioni di euro. Grande, talmente grande che é stata approntata una pista ciclabile che lo percorre tutto e biciclette Bianchi su 3 ruote con tanto di cestino davanti e dietro per poter caricare il cibo che si “raccoglie” lungo il percorso. Immaginate dunque una sorta di Disneyland alimentare, una vetrina permanente della filiera agroalimentare italiana: il sogno di ogni foodblogger e non solo, promossa da Caab (il locale Centro Agroalimentare), firmata Oscar Farinetti, il patron di Eataly e gestita dalla Eataly World, joint venture tra Eataly e Coop. Un progetto che vuole celebrare la straordinaria biodiversità della nostra Italia e che dovrebbe muovere 6 milioni di visitatori l’anno, 2 dei quali stranieri, con una navetta interna a brand Trenitalia, ingresso gratuito come pure il parcheggio almeno per le prime ore ed ottimi collegamenti ferroviari sia verso il Nord che verso il Sud. E la cosa funziona, eccome se funziona. Tutto ben organizzato, cominciando dagli spostamenti interni. All’entrata si trova subito il noleggio gratuito delle bici. In cambio di un documento di identità si ricevono le chiavi e delle buste che serviranno da shopper per i nostri acquisti. Se volete un consiglio prima date una rapida occhiata su 3 ruote in modo almeno da capire grossomodo quali aree vi interessano di più e poi parcheggiate la bici in prossimità di queste aree e approfondite la visita a piedi. Le cose da vedere sono davvero tante e si rischia veramente di confondersi e tralasciare ciò che ci interessa davvero. Una cosa: prima di visitare Fico, credevo che il luogo fosse una specie di nicchia delle eccellenze artigianali italiane. Niente di più lontano dalla realtà perchè, stalls a parte, le aziende rappresentate sono realtà affermate e di qualità  ma di certo non artigianali: Parmigiano Reggiano e Grana Padano, Pasta Di Martino, Granarolo, Venchi, Mutti, Balocco, Lavazza, quindi non aspettatevi di trovare quella formaggella tanto buona che avevate assaggiato in quel ristorantino in Basilicata altrimenti resterete delusi. Geniale poi la formula secondo la quale puoi raccogliere i prodotti che vuoi liberamente e poi, prima di uscire da Fico passare dalla cassa e pagare tutto insieme. C’è anche il bazar di Fico, un compendio dei prodotti che avrete visto negli spazi dei singoli marchi ma attenzione perchè di ogni brand troverete solo qualche articolo. Per farvi un esempio, mi sono fermata nel bellissimo spazio della Pasta Di Martino che con le sue nuove confezioni firmate Dolce e Gabbana attira davvero lo sguardo e sono rimasta a dir poco stupita di quanti diversi formati di pasta vi fossero esposti. Ora, io della Pasta Di Martino ho sentito parlare per la prima volta da Teresa De Masi, del blog Scatti golosi e fondatrice del leggendario forum Gennarino.org;   Quando ha finalmente incominciato ad apparire nei supermercati di zona l’ho provata e l’ho trovata ottima ma come formati avevo visto solo spaghetti, penne, linguine e fusilli ed io adoro cambiare i formati ogni giorno. Beh, ho scoperto che in realtà il problema sta nella distribuzione dei supermercati perchè a Fico hanno qualcosa come 35 formati diversi e mi hanno assicurato che quelli di loro produzione sono molti di più. Comunque, non ho comprato pasta perchè credevo di trovarla nel bazar ma quando sono arrivata lì ne avevano solo 6 formati e quindi sono dovuta ritornare indietro (e non è affar di due passi) ed andare a fare incetta direttamente nello spazio Di Martino dove tra le altre cose ho avuto il piacere di incontrare Teresa De Masi che mi ha suggerito anche qualche formato speciale che non avevo notato come anche qualche ricettina veloce tipo la pastina piccola risottata. Stessa cosa per le farine. Nello spazio del Molino Grassi ci sono tanti tipi di farine compresi i pacchi da 5 kg ed anche lì ho pensato di acquistarne alla fine ed invece sono dovuta tornare indietro a fine giro. Quindi occhio che ogni lasciata è persa. Altro suggerimento: non vi buttate subito a mangiare le prime cose che vedete. I prezzi non sono propriamente a buon mercato e i ristori tra i quali districarsi sono veramente tanti quindi scegliete con cura perchè non ce la farete mai ad assaggiare tutto quello che vorreste. Quello che resterà di fuori segnatevelo per la prossima volta, tanto ci ritornerete di certo. Sempre a proposito del cibo, non pensate di ritardare il momento del pasto credendo di trovare meno affollamento. Niente di più sbagliato: se mangiate tardi non troverete un buco dove sedervi e vi potrebbe anche capitare di non riuscire a mangiare quello che vorreste perchè è terminato. Noi, trovandoci a Bologna volevamo mangiare della pasta fresca e ci siamo fermati da Sfogliamo ma dopo aver atteso oltre 15 minuti con il nostro scontrino in mano osservando golosamente piatti di pasta fumanti che ci passavano sotto il naso, siamo stati informati che purtroppo i tortelloni di ricotta erano finiti ed abbiamo dovuto scegliere tra quello che era rimasto. Verso le 12 avevo invece notato che nei ristori le persone erano tutte sedute comodamente quindi forse è meglio non fare proprio colazione o comunque arrivare con lo stomaco vuoto pronto ad essere riempito. Attenzione anche alle biciclette. Caricate davanti e dietro con sacchi di farina, pacchi di pasta, riso e barattoli di pelati come ho fatto io, diventano veramente difficili da gestire, soprattutto curvando e considerate anche che, come spesso purtroppo accade, c’è anche qualche cretino che scambia Fico per Monza e sulla sua bici Bianchi falcia tutto ciò che trova sul cammino. Idioti a parte, Fico merita veramente una visita. A parte me, che come foodblogger ero particolarmente interessata, ha fatto impazzire anche l’adolescente in folle corsa da uno stall all’altro nel patetico tentativo di riuscire ad assaggiare tutto quello che lo stuzzicava. Inutile dire che ha fallito miseramente ma sogna ancora oggi gli arrosticini del ristoro abruzzese che pare fossero eccezionali. Quanto a me dopo un mezzo piatto di pasta ripiena, un pò di focaccia con lo squacquerone, una sigaretta con la panna alla pasticceria siciliana ed un gelato al cremino di Venchi non sono riuscita a mangiare altro, nonostante avessi già segnato sul cellulare la posizione per dei meravigliosi piccoli cheesecake salati con formaggio e piadina croccante, dei golosissimi bicchierini di couscous  e una zuppa di pane e cavolo che mi diceva “mangiami mangiami”. Vorrà dire che sarà per la prossima volta ?


 

Credits: Il Sole 24 Ore   Il Gambero Rosso

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2 comments

ipasticciditerry 18 Gennaio 2018 - 18:56

Sono contenta ti sia piaciuto. Io ci sono stata alla conferenza stampa di presentazione, quindi senza pubblico ma decisamente mi ha colpito molto. Peccato che per me è un tantino distante. Un bacio

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burroemalla 29 Gennaio 2018 - 7:44

Avevo visto il tuo post ed infatti quello leggevamo in macchina mentre si andava verso Fico. Peccato che non abbiano uno shop online però perché andare a fare a Bologna diventa dura anche per me che sono un poco più vicina ??

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