Garlic breadsticks

by burroemalla
A modo tuo – Elisa  (L. Ligabue)
Sarà difficile diventar grande prima che lo diventi anche tu
tu che farai tutte quelle domande e io fingerò di saperne di più
Sarà difficile ma sarà come deve essere
Metterò via i giochi proverò a crescere
Sarà difficile chiederti scusa per un mondo che è quel che è
io nel mio piccolo tento qualcosa ma cambiarlo è difficile
Sarà difficile dire tanti auguri a te
a ogni compleanno vai un po’ più via da me
A modo tuo andrai a modo tuo
camminerai e cadrai, ti alzerai sempre a modo tuo
A modo tuo vedrai a modo tuo
dondolerai, salterai, cambierai sempre a modo tuo
Sarà difficile vederti da dietro sulla strada che imboccherai
tutti i semafori tutti i divieti e le code che eviterai
Sarà difficile mentre piano ti allontanerai
a cercar da sola quella che sarai
A modo tuo andrai a modo tuo camminerai e cadrai, ti alzerai
sempre a modo tuo
A modo tuo vedrai a modo tuo
dondolerai, salterai, cambierai sempre a modo tuo
Sarà difficile lasciarti al mondo e tenere un pezzetto per me
e nel bel mezzo del tuo girotondo non poterti proteggere
Sarà difficile ma sarà fin troppo semplice
mentre tu ti giri e continui a ridere
A modo tuo andrai a modo tuo
camminerai e cadrai, ti alzerai sempre a modo tuo
A modo tuo vedrai a modo tuo
dondolerai, salterai, cambierai sempre a modo tuo…
 
 
 
 
 
 Beh, questi breadsticks sono incredibilmente buoni e profumati oltre ad essere molto coreografici. Ovviamente si può omettere l’aglio (anche se il profumo merita già di per se), si possono usare farine di ogni tipo, si può usare olio aromatizzato al posto del burro oppure aromatizzare il burro con origano o rosmarino. Unica costante il fatto che se ne mangiano troppi..
Tratti liberamente da qui
Ingredienti:
500 g di buona farina da panificazione
Un cucchiaino di miele
Un cucchiaio d’olio
300 g di acqua circa
60 g di latte intero
Lievito di birra (2,5 g per 8 ore di lievitazione, 7 g per 3 ore)
10 g di sale
100 g di burro (salato se lo gradite)
2 spicchi d’aglio

Procedura:

All’interno della ciotola dell’impastatrice mettete 200/230 g dei 300 di acqua mescolati con il latte e intiepiditi e scioglietevi il lievito ( Il resto dell’acqua usiamolo solo al bisogno). Aggiungete il miele, l’olio e la farina ed incominciate a lavorare l’impasto a vel. 1 usando il gancio. Quando l’impatto sarà compatto inserite il sale, portate la velocità a 1,5 ed impastate finché l’impasto non si staccherà dalle pareti della ciotola e risulterà elastico e liscio.
Procedimento con abbattitore: Mettiamo in una bacinella leggermente unta d’olio oppure in un contenitore adatto alla lievitazione, mettiamo il contenitore all’interno di un sacchetto di plastica alimentare oppure proteggiamo la superficie con pellicola trasparente tenuta ferma con un elastico ed impostiamo la lievitazione con il simbolo lievitazione per il tempo che ci servirà per il quantitativo di lievito che abbiamo scelto (3 o 8) ed una temperatura di circa 26°. I tempi non potranno mai essere precisi perché la lievitazione dipende da una serie di fattori difficilmente preventivabili come per esempio l’umidità della farina, ma almeno avremo dalla nostra il pieno controllo della temperatura, che non è poco. Una volta che l’impasto sarà lievitato trasferitelo sulla spianatoia e dividetelo in 8 pezzi. Infarinatevi le mani e formate dei rotoli di circa 45 cm di lunghezza. Prendete 8 stecchini di legno di quelli che si usano per gli spiedini, per intenderci. Inumidite la punta e poi incominciate ad arrotolare cordolini di impasto lasciando uno spazietto in cima e facendolo terminare appena un poco prima della fine. Mettere gli spiedini a lievitare sospesi, usando una teglia o una pirofila profondi che porrete nuovamente all’interno di un sacchetto di plastica alimentare avendo cura di spolverizzare abbondamente di farina per non fare attaccare i breadsticks al sacchetto. Mettete nuovamente in abbattitore per una mezz’ora circa ancora con la funzione lievitazione e ancora a temp. 26°
Procedimento senza abbattitore: proteggiamo la superficie con pellicola trasparente e lasciamo lievitare in un luogo lontano da correnti d’aria per il tempo che sarà necessario a seconda del quantitativo di lievito scelto. I tempi non potranno mai essere precisi perché la lievitazione dipende da una serie di fattori difficilmente preventivabili come la temperatura, l’umidità della farina e quella dell’ambiente perciò andate ad occhio. Una volta che l’impasto sarà lievitato trasferitelo sulla spianatoia e dividetelo in 8 pezzi. Infarinatevi le mani e formate dei rotoli di circa 45 cm di lunghezza. Prendete 8 stecchini di legno di quelli che si usano per gli spiedini, per intenderci. Inumidite la punta e poi incominciate ad arrotolare cordolini di impasto lasciando uno spazietto in cima e facendolo terminare appena un poco prima della fine. Mettere gli spiedini a lievitare sospesi, usando una teglia o una pirofila profondi, spolverizzate di farina e proteggete con pellicola
Quando i garlic bread sticks saranno raddoppiati, togliete delicatamente la farina in eccesso con un pennello morbido, spennellateli con metà del burro fuso nel quale avrete lasciato almeno per un’ora i due spicchi d’aglio grattugiati ed infornate sempre sospesi. Cuoceteli per 15/20 minuti o comunque fino a doratura in forno preriscaldato a 190° e appena tolti dal forno, spennellate immediatamente con il resto del burro all’aglio.

English version:

Ingredients
500 g of good bread flour
A tablespoon of honey
A tablespoon of extra virgin olive oil
300 g of water
60 g of full fat milk
Fresh compressed yeast (2,5 for 8 hours rise, 7 g for 3 hour)
10 g salt
100 g salted butter
2 garlic cloves

Inside your electric mixer bowl pour the lukewarm water and milk (use only 200/230 g of water and add the rest only if you need it). Add the honey, the oil and the flour and start kneading using the hook at speed 1. When the dough won’t look sticky anymore, add the salt and raise the speed to 1,5. Knead until the dough will be smooth and elastic. Leave to raise in a bowl greased with oil and protected by plastic wrap then, when it will be doubled in volume, divide the dough in 8 pieces. Dust your hands with flour and roll each one into a rope. Take 8 skewers, moist the top where you will start wrapping the dough then leave     and wrap the dough all around and stop only at       at the bottom. Moist this part as well. Hang the breadsticks over a deep pan and let it rise again until doubled then brush with half of the butter, melted and seasoned for at least an hour with the two garlic cloves, crashed. Bake sospended in a preheated oven at 190° for 15/20 minutes and when they will be golden  take out from the oven and brush immediately with the butter left.

 

Ricettina che porto subito alla Terry che questo mese ospita Panissimo di Marzo, la raccolta di lievitati ideata dalla Sandra e dalla Barbara

e dalla gemellata Zapach Chleba

 

 

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Welcome to iFood

by burroemalla

 

Questa l’infografica:
Quando, ormai già tre mesi fa, noi Bloggalline ci incontrammo al Poggiale per il consueto raduno, conoscevamo già a grandi linee il progetto che stava nascendo ma proprio in quell’occasione incontrammo i dirigenti della NetAddiction, società che si occupa da oltre dieci anni di editoria specializzata con testate come Multiplayer.it (che io conosco benissimo visto che mio figlio ci cerca i trucchi e le soluzioni per i videogames da sempre), Movieplayer.it e Bigodino.it. Il progetto che ci presentarono era semplice ma ambizioso: creare una sorta di portale dedicato al food che facesse della condivisione la sua forza infatti vi sarebbe entrato a far parte il gruppo delle Bloggalline, che sarebbero state pronte “a metterci la faccia e sporcarsi le mani, il grembiule, le idee” condividendo appunto questo spazio virtuale dove si parlasse sì di cibo ma anche di vite e di esperienze vissute. Oggi finalmente iFood viene alla luce. Non ancora tutte le Bloggalline sono migrate perché i tempi organizzativi non permettono un passaggio di così tanti blog tutti insieme, ma pian pianino ci trasferiremo tutte. Intanto, insieme ad iFood partono tanti altri progetti che non posso svelarvi ora altrimenti dove va a finire la sorpresa? Sono molto, tanto orgogliosa di aver potuto prendervi parte e ringrazio le admin e la società che ha reso tutto questo possibile e così entusiasmante.
Queste sono alcune delle facce (tra le quali la mia) disposte a mettersi in gioco e sporcarsi le mani:
Qui gli indirizzi utili:
Profilo Twitter : @iFoodit    https://twitter.com/iFoodit
Instagram : @ifood_it   https://instagram.com/ifood_it
Pinterest: @ifoodit  https://www.pinterest.com/ifoodit
#benvenutoifood   #iFoodit    #iFoodonline

 

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Per ogni toscano che si rispetti la minestra di ceci o di fagioli rappresenta il confort food per eccellenza, quello che rimanda con l’immaginazione o a volte per chi è fortunato addirittura con la memoria, a cucine poco illuminate dove la famiglia riunita sotto la cappa del camino nel quale crepitavano grossi ceppi di legna intingeva cucchiai di legno nella minestra densa e calda travasata direttamente dal paiuolo appeso sopra il fuoco. Dopo la minestra venivano spesso le frugiate, un bicchierino di vino e poi c’era qualcuno che si metteva a raccontare storie per il diletto dei più piccoli. Ricordi di una Toscana povera, dove le varie generazioni convivevano sotto lo stesso tetto e alla sera c’era bisogno di mettere tutti a tavola e servir loro qualcosa di caldo ed abbondante ma necessariamente economico. I legumi, come in altre parti dell’Italia la polenta, assolvevano egregiamente al loro compito. Saziavano, si potevano usare in mille modi permettendo così di variare almeno un poco la monotonia dei pasti ed erano proteine a basso costo. L’uso dei legumi si è un pochino perso nel corso degli anni, forse proprio per la connotazione “contadina” dell’alimento, ma poi sono tornati prepotentemente alla ribalta con la scoperta che la carne rossa così bene non faceva e allora ecco andare a ricercare i menù dei nostri nonni che del resto mangiavano quello che mangiavano per impossibilità a reperire altro e certo non per scelta. Io che non mangio carne la sostituisco molto spesso con i legumi che hanno infinite possibilità di lettura specie se si attinge anche alla tradizione di altri paesi, Sud America e mondo arabo in primis. La ricetta di oggi è una crema di ceci alleggerita dal soffritto che si usa di solito nella versione toscana ma arricchita di piccoli raviolini del plin farciti principalmente con spinaci per mantenerli un poco più leggeri ed un olio aromatizzato al rosmarino, aglio e salvia che sono gli ingredienti del soffritto. Chiamiamola pure una rivisitazione di un grande classico della nostra cucina contaminata dall’influenza piemontese dei plin. Un piatto quasi fusion!

Vi serviranno

Per la crema:
300 g di ceci lessati
acqua della cottura
Un cucchiaino di conserva per il colore
rosmarino
aglio
salvia
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
Per i raviolini del plin:
Pasta
125 g farina 0
125 g semola di grano duro
2 uova
Un cucchiaio d’olio
Un cucchiaio di vino bianco
Ripieno
250 g di spinaci crudi
100 g di ricotta
30 g grana
sale e pepe

La sera ammollate i ceci in acqua fredda. La mattina dopo cuoceteli in acqua che salerete ma solo appena prima di fine cottura. Conservate l’acqua che vi servirà per la crema.

Preparate l’impasto dei plin a mano o con la planetaria. Mettete prima di tutto le due farine setacciate, quindi inserite l’olio e poi le uova sbattute appena, un poco per volta, prima di tutto per permettere alle proteine di idratarsi gradatamente altrimenti l’impasto risulterà molle e poi perché a seconda dell’umidità della farina la dose di liquidi potrebbe risultare eccessiva. Ora mettete anche il vino che serve per evitare l’ossidazione della pasta ed incominciate a lavorare usando il gancio perché l’impasto risulterà molto compatto. Per essere pronto dovrà staccarsi bene dalle pareti della planetaria.  Non preoccupatevi se risulterà un po’ rugoso perché durante il riposo in frigo di almeno un’ora diventerà più liscio. Ricordatevi solo di coprirlo con pellicola trasparente. Preparate in tempo l’olio aromatizzato. Mettete in una casseruola tre cucchiai di olio extravergine, uno spicchio d’aglio schiacciato, un rametto di rosmarino e 3 o 4 foglie di salvia e fate prendere calore. Appena l’olio incomincerà a sfrigolare spegnete immediatamente la fiamma, travasate il tutto in una ciotola e lasciate in infusione. Ora passate al ripieno. Lavate bene gli spinaci e metteteli in una casseruola capace senza acqua. Basterà che non sgoccioliate troppo gli spinaci lavati. Cuocete per pochi minuti con il coperchio, solo il tempo necessario per appassirli, altrimenti perderanno il loro bel colore verde. Scolateli e spostateli immediatamente in una ciotola nella quale avrete messo acqua fredda e cubetti di ghiaccio, quindi scolate di nuovo e strizzateli per far perdere loro più acqua possibile. Passate brevemente in padella con una nocina di burro per farli asciugare ulteriormente, salate, pepate e tritate finemente. Trasferite in una ciotola, unite la ricotta schiacciata con i rebbi della forchetta, il grana grattugiato e sistemate di sale. Mescolate bene fino a formare una crema densa ed uniforme. Riempiteci una sac a poche e mettete da parte, pronta per l’uso. Tirate fuori dal frigo l’impasto dei plin, dividetelo in due e mantenete quello che non userete subito sotto un canovaccio o pellicola trasparente per evitare che la pasta si secchi troppo.
Prendete il pezzetto di pasta e procedete alla laminatura. Prima di tutto schiacciatelo con le mani, spolverizzatelo di farina e poi fatelo passare attraverso la sfogliatrice tenendo il rullo più largo possibile quindi ripiegate la striscia su se stessa e fatela passare di nuovo. Ripetete per 8, 9 volte. Stringete il rullo di una tacca e fate passare la striscia di pasta una volta sola per tacca fino ad arrivare a 9. Non fate dei fogli troppo lunghi altrimenti saranno difficili da maneggiare. Infarinate leggermente la parte del foglio che tocca la spianatoia ma non mettete assolutamente farina nella parte alta. Ora rifilate bene i lati del rettangolo usando una rotella tagliapasta o un coltello affilato e poi mettete la striscia davanti a voi in orizzontale. A due cm dal bordo e lungo l’intera lunghezza del lato lungo del rettangolo spremete delle piccole porzioni di farcia a distanza regolare una dalle altre e quindi arrotolatevi la pasta sopra. Fate aderire bene. Una volta che avrete saldato la pasta andate a fare i plin che in piemontese significa pizzicotto separando appunto con un pizzicotto un raviolino dall’altro poi, usando la rotella tagliapasta, rifilate l’eccesso e tagliate in avanti separandoli e formando al tempo stesso una specie di saccottino.
Qui un video preso in prestito per far capire chiaramente il movimento per formarli correttamente.
Nel video fanno spennellare di albume la pasta ma in realtà, se non avete fatto asciugare troppo la pasta, non ce n’è assolutamente bisogno. Mano a mano che i raviolini saranno pronti appoggiateli su di un seccapasta oppure su un vassoio spolverizzato di semola. A questo punto, se non si volessero cuocere immediatamente, si possono tranquillamente congelare. Per evitare però che buttandoli congelati nell’acqua calda si rompano per la reazione freddo-caldo, si può procedere in due modi: o una volta che si vogliono cuocere diamo loro il tempo di scongelarsi oppure, io faccio così, pregelatinizzarli cioè scottarli brevemente in acqua bollente per pochi minuti e poi passarli sotto l’acqua fredda, scolarli, metterli su di una teglia coperta da carta forno e quindi congelarli. Basterà un’oretta per renderli tanti sassolini che potranno quindi essere messi tutti insieme in un sacchetto da congelazione, messi nel congelatore e poi utilizzati immediatamente al bisogno.
A raviolini ultimati mettete a bollire l’acqua per cuocerli e nel frattempo usando un minipimer o un frullatore, frullate i ceci con abbastanza acqua di cottura da creare una sorta di crema che andrete a riscaldare insieme al cucchiaino di conserva.  Cuocete i raviolini, scolateli, adagiateli sulla crema calda che avrete messo in ciotole monoporzione e condite con l’olio aromatizzato ed una spolverata di pepe.

English version

For any self- respecting Tuscan, chickpeas or bean soup is the true confort food, the one that reminds you of dimly lit kitchens where the family used to gather around an enormous fireplace with wood logs crackling and wooden spoons dipped into thick and hot soups poured directly from the calderon hung over the fire. After the soup there would be frugiate (roasted chestnuts), a glass of red wine and then there was always someone who would begin to tell stories to the children delight. Memories of a poor Tuscany, where several generations lived together under the same roof and in the evening there was the need to serve everybody something warm and filling but necessarily cheap. Legumes, as polenta in some other parts of Italy, were just the right food. They filled well, it was possible to cook them in many ways allowing to vary a little the monotony of the meals and they were cheap proteins. We the have passed a period when nobody wanted to eat legumes anymore, perhaps for their “peasant food” connotation but then they have been taken back to our tables when we discovered that red meat wasn’t not so good for our health and so we started to look back to our grandfather’s menus without thinking that they ate what they did certainly not for choice. Not eating meat, I often take proteins from legumes especially because they have endless ways to be cooked being widely eaten, from South America to the Arab world. Todays recipe is a bit lighter than the Tuscan version because is without soffritto but it has enriched by small ravioli filled with spinaches, the plins and season with extra virgin oil flavored with rosemary, garlic and sage. A remake of a great classic contained by a piedmontese influence, the plins. Almost a fusion dish!

You will need

For the cream:
300 g of boiled chickpeas
Chickpeas water
A teaspoon of tomato paste to color
rosemary
garlic
sage
extra virgin oil
salt and pepper
For the raviolini:
Pasta
125 g flour
125 durum wheat semolina
2 eggs
A tablespoon of oil
A tablespoon of white wine
Stuffing:
250 fresh spinach
100 g ricotta cheese
30 g parmesan cheese
salt and pepper

In the evening soak chickpeas in cold water and leave them until the morning when you will cook them in water to which you will add salt only the last 30 minutes before they are done. Keep the water because you will need it for the cream.

Prepare the dough. Place the two sifted flours into your electric mixer bowl, then add the oil and then the eggs, a little at times to allow the proteins to hydrate gradually otherwise your dough will be soft and sticky and even because the liquid you will need depends on the flour humidity so this quantity could be excessive. Now pour the wine which serves to prevent oxidation and start to knead using the hook because the dough will be quite hard. It will be kneaded enough when it won’t stick anymore to the sides of the bowl. Don’t worry if it’s a little bit rough because during the rest in fridge for at least an hour it will become smoother. Just remember to cover it with plastic wrap. Now prepare the flavored oil. In a small saucepan put three tablespoons of oil, a clove of garlic, crushed, a small spring  of rosemary and 3 or 4 sage leaves. As soon as the oil starts to sizzle, turn immediately off the flame, transfer to a bowl and leave it to rest.
Now the filling. Wash well the spinach and place them in a saucepan to cook. Don’t put water in the pan. It will be enough the water of the washed spinach. Cook covered for few minutes, just enough to have the spinach wilted otherwise they will loose their color. Drain and immediately move to a bowl with cold water and ice cubes then drain and squeeze to lose their water. Pass briefly in a saucepan with a bit of butter then cut thinly by knife. Transfer the spinach in a bowl where you will add the ricotta cheese and the grated cheese. Season with salt and pepper and mix to obtain a thick cream. Fill a sac a poche with it and set aside, ready to use. Take the dough out of the fridge, divide it in two and put the part you are not using right away under a towel or protect it with plastic wrap. Now take the dough and press it flat with your fingertips. Set the pasta machine at its widest setting and roll the lump of pasta through it. Fold the pasta in half then roll the pasta through it again and do it for about 8,9 times. This is a way of working the dough and at the end you will see the difference.  Now it’s time to roll the dough properly, working it through all the settings of the machine down to the narrowest. Now you will have a nice rectangular sheet of dough. Do not make it too long or it will be difficult to handle. Trim well the sides then squeeze small portions of filling at regular distance one from another. Roll the pasta over the filling, press the pasta to seal the raviolini then pinch (that’s what pain means) the portions of pasta between the filling . Trim the excess with a wheel cutter then cut between the plins separating them and forming at the same time a sort of little parcel.
Here a video I’ve borrowed to explain how to cut the plins properly. In the video they brush the pasta with egg whites but you don’t need it. As you get the plins ready put them on a tray sprinkled with semolina. At this point, if you don’t want to eat the plins immediately you can freeze them. To avoid them to crack for the reaction cold-hot when you will cook them, you have two ways: you can unfreeze the raviolini before you cook them or, and that’s what I do, you can parboiled them briefly in hot water, one or two minutes then pass them under cold water, drain, put them on a tray covered with parchment paper and then freeze them. Just an hour or so and you will have small stones that can be put easily in a plastic bag and keep in the freezer. This way you will be able to eat immediately the plins when you’ll feel like it.

When all the plins will be done, put a pan of water to boil and in the meantime, sing a blender or a food processor, puree the chickpeas with the water they have cooked in and the teaspoon of tomato paste. Cook the raviolini, drain them, place them on the hot chickpeas cream you will have put in single portion bowls and season with the flavored oil and black pepper

 

 

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A volte le cose brutte accadono così, all’improvviso, senza avvertimenti o segni. Solo una telefonata: “Signora, è successo un incidente a suo figlio. Corra al pronto soccorso” e tutto cambia. Un incidente di per se non troppo grave, fortunatamente, ma che rappresenta lo spartiacque tra un prima ed un dopo: il prima di quando ancora potevi sentirti tranquilla sapendolo a scuola al sicuro e il dopo quando ti rendi conto che tutto può succedere, sempre, in qualsiasi momento e ovunque e tu non puoi farci assolutamente nulla e questa consapevolezza è orribile. L’immenso amore che si scopre solo dopo essere diventati genitori e che nulla ha a vedere con quello provato per i genitori o per il compagno, porta con se la paura, costante imprenscindibile, ma quasi sempre si riesce a tenerla a distanza, controllata, altrimenti non si potrebbe e non si farebbe vivere. Questa condizione di relativa tranquillità ormai se n’è andata e il difficile sarà riacquistarla. Io intanto abbraccio mio figlio stretto stretto e respiro piano prendendo tempo.
Questi biscottini li avevo visti tempo fa qui sul blog dell’amica Patty del blog Il castello di Pattipatti
Ho apportato solo alcune modifiche mettendo la farina di farro e una parte del burro l’ho sostituita con  olio di cocco perché mi piace tanto il retrogusto che lascia una volta cotto. I biscotti poi li ho fatti di forma piatta perché volevo provare la mia nuova “penna da decorazioni” di silicone.
Ingredienti:
250 g di farina di farro
100 di burro morbido
50 g di olio di cocco (oppure portate la quantità di burro a 150 g)
2 uova
100 g di zucchero a velo
Un pizzico di sale
150 g di cioccolato fondente
Procedimento:
Ho montato il burro con lo zucchero nella vasca della planetaria usando le fruste ad alta velocità e quando il composto è diventato spumoso e gonfio ho aggiunto l’olio di cocco passato brevemente nel microonde per ammorbidirlo. Ho mescolato per incorporarlo bene quindi ho sostituito la frusta con la  frusta K ed ho unito la farina di farro setacciata col sale. Ho lavorato brevemente e poi ho aggiunto le uova e dopo averle amalgamate bene ho ottenuto un impasto morbido. Ho preso una sac a poche usa e getta (ora si trovano al super insieme a carta forno e carta argentata), ho riempito con l’impasto, ho tagliato la punta facendo un buco un po’ più grandino della bocchetta 12 usata dalla Patty perché volevo ottenere dei biscotti piatti da decorare ed ho spremuto delle striscette lunghe una decina di cm su di una teglia ricoperta di carta forno. Ho messo la teglia in frigo a riposare per una mezz’ora e nel frattempo ho preriscaldato il forno a 180°. Quando il tempo di riposo è terminato ho cotto i biscotti per 10 minuti circa e poi li ho fatti freddare per una decina di minuti in teglia e poi li ho trasferiti su di una griglia. Ho sciolto il cioccolato nel microonde a temp. scongelamento (altrimenti potete usare il bagnomaria) e poi l’ho versato nella mia penna da decorazioni (se non l’avete usate una siringa di plastica di quelle grandi) ed ho fatto le righine ai biscotti. Dopo una passatina in frigo per solidificare il cioccolato erano pronti per coccolare il mio amore infortunato.
Grazie alla Patty anche da parte sua ❤
English version:
Sometimes bad things just happen, without warning or signs. Only a phone call: “An accident has happened to your son. Run to the ER” and everything changes. The accident, not serious in itself, has represented a watershed between before and after. The “before”, when you could still feel calm and comfortable knowing your son is safe and sound at school and the “after” when you realize that anything can happen anytime, anywhere and you cannot do anything about it and this is what is really awful. The immense love you discover only when you become a parent and that has nothing to do with what you feel for your own parents or your partner, brings with itself a constant, unescapable fear but most of the times you can manage to keep it at distance, controlled, otherwise you could not live and would not let your son lives but now this condition of relative peace is gone and it will be difficult to have it back. In the meantime I embrace tightly my son, breath slowly and take time..
I’ve seen these cookies some time ago here, on my friend Patty’s blog. I have made few changes, the spelt flour instead of the plain flour, a bit of butter replaced by coconut oil because I do like the taste it leaves and the shape because I wanted to try my new silicon decoration pen.
Ingredients:
250 spelt flour
100 soft butter
50 g coconut oil
100 icing sugar
2 eggs
A pinch of salt
150 dark chocolate
Put the butter and sugar in your electric mixer bowl and use the whisk at high speed until the mixture won’t be light. Add coconut oil passed briefly in the microwave to melt it a bit. Incorporate well then change the whisk with the K beater, add the flour sifted with salt, work a bit, then add the eggs and mix well. The mixture will be very soft. Take a disposable sac a poche, fill with the batter and cut a hole at the end of it. It must be quite a hole because of the size of the biscuits. Squeeze ten cm strips on a parchment covered baking tray and leave to rest in the fridge for half an hour. In the meantime preheat the oven at 180°. When the rest time will be over, cook the biscuits for about 10 minutes then leave them to cool in the tray for 10 minutes, then transfer them on a grid. Melt the chocolate in the microwave, pour in a decorating pen or a large syringe and decorate the biscuits. After a little bit in fridge to solidify the chocolate they were ready to pamper my injured son.
Thanks to Patty from him too! ❤
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In casa mia il recake lo pratichiamo da sempre ma di solito chi decide cosa recakare è mio figlio. La sua straordinaria memoria gustativa gli permette di tornare a sapori assaggiati anche 10 anni fa (lui ne ha 13, di anni) e quindi a volte se ne esce con richieste tipo “Mamma, sai cosa dovresti cucinarmi? Ti ricordi quella torta che mi facesti quella volta che era venuta a cena Paola di Milano?” Ora, Paola di Milano è venuta a casa nostra una volta sola, esattamente 9 anni fa e poi non l’abbiamo più vista (mi auguro non per colpa della torta) e quindi io tra un po’ nemmeno mi ricordo lei, figuriamoci la torta che preparai in quell’occasione, ma al ragazzo la cosa non interessa. La sua mamma è o non è una food blogger? Allora la torta la deve saper replicare comunque, magari seguendo le sue indicazioni e se poi il dolce che ne esce è completamente un’altra cosa (e questo temo non lo sapremo mai), entrerà comunque di diritto nelle “ricette di famiglia”. Figuriamoci quindi quando ho scoperto, in notevole ritardo del resto, che da tempo un gruppo di foodblogger aveva creato una sorta di evento mensile,

il Re-cake 2.0  che altro non è che una torta proposta all’inizio del mese che deve poi essere replicata da chi aderisce all’evento. Sono permesse solo alcune piccole modifiche, non tali da stravolgere quella che è la ricetta originale. La scelta di questo mese è la Winter citrus upside down cake, la torta speziata agli agrumi e se devo dirla tutta, quando l’ho scoperto sono rimasta un po’ delusa perché non amo molto le torte agli agrumi.
Una sfida però è una sfida e quindi, istruzioni alla mano, mi sono messa al lavoro. Non ho avuto alcun problema perché le indicazioni erano chiare e precise e l’ingrediente forse più particolare, il cardamomo, regna da sempre nella mia dispensa essendo uno degli ingredienti base della cucina indiana che io adoro. Come stampo ho usato una forma di silicone fatto a fette in modo da avere la torta già porzionata in modo perfetto e per renderla ancora più rustica, ho usato farina di farro e farina integrale al posto della farina bianca. Beh, quando ho tirato fuori la torta dal forno, mi ha colpita subito il profumo, un mix di agrumi e spezie che in un attimo ha riempito la cucina. Ho aspettato che la torta si raffreddasse, l’ho sformata, ho fatto le foto e poi finalmente ho dato il primo morso e, che dire, la torta mi ha stesa, letteralmente. La prima cosa che ho notato è stato il contrasto piacevolissimo tra l’impasto bagnato e straordinariamente morbido (nonostante l’uso delle farine integrali) e il croccantino del top, poi la nota appena appena acida del succo di limone bilanciata dal dolce dello sciroppo, quindi il sapore ricco del succo di arance e clementine ed infine le spezie che non coprono i sapori ma piuttosto li impreziosiscono. Credetemi, questa torta è fantastica e mi fa rimangiare tutto quello che pensavo dei dolci agli agrumi. Sarà di sicuro recakata e recakata e recakata ancora ed io mi andrò a rivedere i Re-cake passati per scoprire cosa mi sono persa e per scegliere cos’altro replicare anche se fuori tempo massimo. 
Ingredienti:
Per lo sciroppo da mettere sul fondo della tortiera
45 g di burro 
100 g di zucchero di canna
15 g di miele
10 g di succo di limone
5/6 fette sottili di agrumi
Per l’impasto
300 g di farina (io 200 g di farina bio di farro e 100 di integrale)
Una bustina di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di sale fino
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di cardamomo in polvere
4 uova medie
270 g di zucchero semolato
108 g di olio extra vergine d’oliva (io olio di semi di mais)
60 g di succo di arance rosse
60 ml di succo di un agrume a scelta (io limone e clementine)
45 g di latte intero
10 g di estratto di vaniglia (o i semi di una bacca) (io l’estratto)
5 g di scorze di arance rosse bio








Procedimento:

Preriscaldate il forno a 190° (io 180° perché per il mio è sufficiente). Foderate il fondo di una tortiera antiaderente da 26 cm con carta forno oppure se come me userete uno stampo di silicone non dovrete usare nulla. Ricavate da un’arancia delle fette sottili per la decorazione e mettete da parte. In un tegamino mettete il burro, lo zucchero di canna, il miele ed il succo di limone e mescolate su fuoco al minimo fino a che lo zucchero non si sarà sciolto formando uno sciroppo. Versate immediatamente nello stampo e posizionatevi sopra le fettine di arancia. 
In una ciotola media setacciate le farine con il lievito, unite il sale e le spezie e mescolate con una frusta. Nella vasca dell’impastatrice oppure in un’altra ciotola usate le fruste per mescolare bene le uova con lo zucchero e l’olio. Aggiungete il succo per metà di limone e per metà di clementine, il latte, l’estratto di vaniglia e la scorza tritata di arance rosse. Mescolate bene finché il composto non risulterà liscio ed omogeneo, poi aggiungete gradualmente le farine nell’impasto e frullate di nuovo fino a che l’impasto non tornerà liscio e senza grumi. Versate nello stampo riempiendolo per 3/4 e cuocete per 30 minuti circa e comunque finché inserendo uno stuzzicadenti al centro questo non ne uscirà pulito. Fate freddare (se ce la fate) e poi divoratela!
English version:
In my home to re-cake is a normal practice but usually, who decides what to re-cake is my son. His extraordinary “taste memory” allows him to remember flavors tried even 10 years ago (he is now 13) so that sometimes he comes out of the blue asking things like “Mom, do you know what I would like you to cook me again? That cake you prepared when Paola from Milan came to visit us” Now, Paola from Milan came to our place only once, exactly 9 years ago and then we’ve never seen her again (I hope not because of my cake) and I have a bit of a problem to even remember her face, let alone the cake I did prepare for her, but my young guy doesn’t care at all. Is him or not a food blogger mum’s son? Then I MUST be able to re-cake it, following his instructions of course, and if the cake that comes out is completely different (and I fear this is something we will never know), it will nevertheless become a “family recipe”. Imagine my surprise when I’ve found out that there is a group of food blogger that have created a sort of monthly re-cake event. They propose a different recipe every month which must be replicate. Only few changes are allowed to the original and this month choice is this Winter citrus upside down cake. 
To be honest when I found it out I was a little disappointed because I’m not fond of citrus cakes at all but then a challenge is a challenge so, instructions in my hands, I have set to work. I had no problems at all because all it was clearly explained and the maybe more particular, cardamom, its something that reigns in my kitchen because I use it to cook Indian food, which I adore. As mold I have used a silicon one already cut in slices and instead of plain flour I have used spell  and whole wheat flour. Well, when I have taken the cake out of the oven the first thing that I have noticed is the smell, a wonderful mix of citrus and spices that have filled in a moment the whole kitchen. I have waited for it to cool, then have taken pictures and then, finally, I could bite my first morsel and believe me, I was totally taken over by this cake, literally. The first thing I noticed was the pleasant  contrast between cake, wet and moist despite the wholemeal flour, and the crunchy top, then the lemon slightly acid note well balanced by the sweet syrup, then the rich flavor of oranges and clementines and finally the spices that do not cover the rest but rather enrich them. Believe me, this cake is great and has made me change my mind about citrus cakes. Surely it will be re-cooked and re-cooked and re-cooked again. I have decided to have a look at the older recipes of this Re-cake to see what recipes I’ve lost..
This is the original recipe
Ingredients:
3 tablespoon unsalted butter
1/2 cup light brown sugar
1 tablespoon honey
2 teaspoons lemon juice
About 5/6 thin slices citrus
1 1/2 cup spell flour
1/2 cup whole wheat flour
2 teaspoons baking powder
1/2 teaspoon salt
1/2 teaspoon cinnamon
1/2 teaspoon cardamom
4 eggs 
1 1/3 cup granulated sugar
1/2 cup corn oil
1/4 cup blood orange juice
1/4 cup lemon and clementines juice
3 tablespoons whole milk
2 teaspoon vanilla extract
1 teaspoon grated blood orange zest
Preheat the oven at 375°. Put butter, brown sugar, honey and lemon juice in a small saucepan and leave it on low heat until you won’t get a sort of syrup. Pour the syrup in a silicon mold, arrange on the syrup the citrus slices and set aside.
In a bowl mix the flours with the baking powder, spices and salt.
In your electric mixer bowl beat together eggs, sugar and oil until smooth. Pour in the orange juice, lemon and clementines juices, milk, vanilla extract and zest and mix until smooth, then add gradually the flour and mix until blended. Fill the cake for 3/4 and bake 30 minutes or until inserting a toothpick in the center of the cake, it will come out clean.
Io ho copiato la ricetta qui sul blog di Silvia
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